Bacio feroce, si intitola così l’ultimo libro di Roberto Saviano presentato ieri alla Feltrinelli di Genova.
Esistono i baci e poi i baci feroci. I primi si fermano entro il confine della carne; i secondi non conoscono limiti. Vogliono essere ciò che baciano. I baci feroci non vengono dal bene ne dal male. Esistono come le alleanze e lasciano sempre un sapore di sangue.
Si è aperto così l’incontro con l’autore, centinaia di persone hanno ascoltato Roberto Saviano parlare di Paranza, mafia, criminalità e inchieste. Insieme a lui quattro ragazzi: Gabriela Coronel, Melina Ramirez, Andrea Boutros e Seydi Drame. Ragazzi di origini straniere, ma italiani a tutti gli effetti.
Quella di ieri è stata l’occasione non solo di presentare l’ultimo lavoro dello scrittore napoletano, ma anche di approfondire la questione dello Ius Soli, attraverso i racconti dei ragazzi che gli hanno posto diverse domande, partendo proprio dal suo libro.
Il Bacio feroce è la continuazione de La Paranza. Un viaggio tra i quartieri di Napoli e tra le vite di alcuni ragazzini che sognano in grande, sognano di diventare “leggendari” seguendo però la strada del male, perché tanto quella del bene non li ha portati da nessuna parte.
Storie che non sono inventate, Saviano ha preso spunto da inchieste e le frasi che mette in bocca a madri, piccoli criminali ed altri personaggi sono spesso state pronunciate realmente.
Tanti ragazzini entrano nella paranza per non fare la fila. Fare la fila è umiliante. E se la fai… stai lì e speri che non ti veda nessuno.
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Ma se uno ammazza a quindici anni è veramente colpevole?
La domande riecheggia nella sala. Raramente in TV si sentono notizie che riguardano la criminalità dei bambini.
La schiettezza di Roberto Saviano è disarmante. Se questi ragazzi sognano soltanto di fare soldi, soldi facili e godersela, se aspirano a una breve vita ma una vita fatta di crimini, di chi e la colpa? In che società viviamo? Quali sono i modelli che proponiamo? Quali possibilità offriamo ai nostri giovani?
Impossibile rispondere a tutti questi interrogativi in una sola sera.
Una volta quando andavo al parco, mia mamma conosceva i rischi a cui andavo incontro e sapeva dove fossi. Ora quando i nostri figli sono in camera loro… dove sono? Con chi parlano? Cosa progettano?
Sembra che i genitori non abbiano più nemmeno gli strumenti per guidare i propri figli. Ecco perche Saviano nel libro immagina una mamma che si arrende e appoggia la scelta del male.
L’incontro si conclude con il ritorno sul tema dello ius soli. Bombardati costantemente da notizie che riguardano i migranti, la presunta invasione, l’usurpazione dei nostri diritti, i costi che comporta l’accoglienza…non rimane spazio per le altre notizie, quelle che riguardano gli italianissimi, quelle che riguardano anche i nostri bambini.
Una sorta di terrorismo che nasce da un uso studiato delle parole:
Non fatevi governare dalla paura, ma so che non lo farete. Non vinceranno mai.
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