Il misterioso signor Quin
La trama
Il misterioso signor Quin Questo volume raccoglie i dodici racconti preferiti da Agatha Christie all'interno della sua vasta produzione. Dodici miniature di altrettanti drammi umani ai quali assistono due insoliti spettatori: l'anziano signor Satterthwaite, pigro ma osservatore attento e curioso della vita che gli si svolge attorno, e il suo misterioso amico Harley Quin. Quest'ultimo, imprevedibile presenza a metà fra il personaggio in carne e ossa e l'apparizione spettrale, si materializza sempre al momento opportuno, dando l'impressione di sapere tutto, provocando l'azione ma ritirandosi e lasciando agire gli altri non appena gli ingranaggi si sono innescati. Grazie all'intervento quasi soprannaturale di Quin, e al suo potere di far capire alle persone la vera essenza delle cose che hanno visto e sentito, Satterthwaite riesce a venire a capo di molti casi apparentemente insolubili.
– Maschere –
Il misterioso signor Quin di Agatha Christie è una raccolta di racconti che purtroppo non mi ha folgorato. Diversamente dalle altre raccolte, Appuntamento con la paura (LEGGI QUI la mia recensione) e Tommy e Tuppence in due si indaga meglio (LEGGI QUI la mia recensione), qui non mi sento sentita particolarmente coinvolta.
In questa raccolta non ci sono protagonisti famosi e no, Quin non è geniale come Poirot e nemmeno arguto come Miss Marple. Harley è la persona giusta che si ritrova nel posto giusto al momento giusto. Le soluzioni si dipanano davanti ai nostri occhi, quasi senza sforzo. Quin compare soltanto al signor Sutterthwaite, che sempre più spesso si aspetterà una sua apparizione.
Satterthwaite è un vecchietto un po’ impiccione, ricco e scapolo.
Sono dodici i racconti che compongono Il misterioso signor Quin e uno in particolare “serviva” per la tappa di giugno – sì lo so, arrivo sempre in exremis – della Read Christie 2020. Anche questa volta per la scelta sono arrivati in mio soccorso i ragazzi di Radical Ging: bisognava leggere una storia ambientata nei luoghi in cui la regina del giallo ha vissuto. L’ombra sul vetro è ambientato a Greenways House (villa in cui Agatha ha vissuto realmente). In quella casa infestata, e qui devo dire che spunta quel pizzico di paranormale che tanto amo, viene consumato un duplice omicidio.
«È una storia assolutamente priva di interesse» disse in tono di scusa. «Credo che l’origine della leggenda risalga a un cavaliere antenato degli Elliot. Sua moglie aveva per amante un puritano. Il marito venne ucciso dal rivale in una delle stanze superiori della casa e i due amanti si diedero alla fuga. Mentre fuggivano, si voltarono a guardare la casa e videro la faccia del morto che li osservava dalla finestra. Questa è la leggenda, ma la storia del fantasma riguarda soltanto il vetro della finestra di quella stanza. Su di esso si nota una macchia irregolare, quasi impercettibile se la si osserva da vicino, mentre da lontano produce uno strano effetto ottico che assomiglia al volto di un uomo che guarda fuori».
Quin è un Arlecchino, è un’opera di fantasia o è reale? Forse è impossibile rispondere. Preferisco i romanzi, o comunque le altre raccolte che ho citato. Qui il protagonista è un deus ex machina che subentra per illuminarci ma no, non sono riuscita ad affezionarmi. Alcuni racconti mi hanno colpito, come l’uccello dall’ala spezzata, altri, come i primi due mi hanno lasciato un po’ con l’amaro in bocca. In alcuni ho trovato un pizzico di malinconia, ma alla fine, è sempre un piacere abbandonarsi alla lettura di Agatha.
La vita è un insieme di esperienze fisiche e mentali. Io, per esempio, ho sessantanove anni e mi sento realmente una persona di sessantanove anni. Ho provato, di prima o di seconda mano, quasi tutte le esperienze che la vita ha da offrire. Lei e’ come un uomo che parla di un anno intero e non ha visto altro che neve e ghiaccio! I fiori della primavera, le la guide giornate dell’estate, le foglie che cadono dell’autunno…non sa niente di tutto questo…non sa neppure che esistono. E adesso sta voltando la schiena persino all’opportunità di conoscerle.
Il misterioso signor Quin è…
Mistero celato dietro alle maschere. Qualche racconto regala un brivido che la razionalità non può spiegare. Misteriosa anche la figura del signor Quin: metafora, invenzione, realtà… i confini si sbriciolano e si confondono.
Anche se l’inizio ( i primi tre racconti non mi sono piaciuti così tanto) non è stato dei migliori, alla fine il bilancio di questa lettura è positivo. Leggere la regina del giallo è sempre una buona idea, per distrarsi, per staccare la spina, per concentrarsi su qualcosa di lontano eppure intrigante.
L’ultimo racconto, Il sentiero di Arlecchino, ci getta addosso un po’ di malinconia, dopo essere arrivata all’ultima frase, sì ho pensato: “Mi mancherà il signor Quin”.
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