Sarah. La ragazza di Avetrana
La trama
26 agosto 2010. In Salento, una giovane scompare. È una ragazza bionda, silenziosa, misteriosa. Si chiama Sarah Scazzi. L'Italia intera rimane sconvolta: cosa può essere successo a una quindicenne dall'aria così innocente? Molte saranno le ipotesi che si alterneranno durante i quarantadue giorni di ricerca. Ipotesi che sveleranno intimi segreti e rancori taciuti, arrivando a costruire un incredibile reality show dell'orrore e del grottesco in salsa pugliese. Avetrana, il paese dove tutto si svolge, ne sarà l'inaspettato set a cielo aperto. Le indagini porteranno prima alla confessione dello zio della ragazza, Michele Misseri, e quindi alla condanna all'ergastolo della zia e della cugina di Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, che negli anni hanno continuato a dichiararsi innocenti. Eppure, come rivelano i due autori, la tragicommedia salentina - divenuta il primo processo mediatico del nostro paese - nonostante confessioni e condanne non può ancora dirsi risolta. Nel segno di "A sangue freddo" di Truman Capote e de "L'avversario" di Emmanuel Carrère, "Sarah" è un romanzo verità, che alla precisa ricostruzione di ciò che è accaduto - e, piuttosto, di ciò che è stato deliberatamente taciuto - unisce una riflessione sul male e sulla sua spettacolarizzazione, sulle conseguenze delle proprie azioni e su quanto siamo disposti a sacrificare per le persone che amiamo.
– Inchiesta –
Sarah La ragazza di Avetrana di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni (Fandango libri) è la storia vera di Sarah Scazzi.
Non è stato facile digerire questo libro: non riuscivo a dimenticare (e forse è giusto così) che questa è una storia vera. Mi sentivo strana, quasi colpevole. Non riuscivo a staccarmi da questo libro. La morbosità che ho imputato ai telespettatori di dieci anni fa è la stessa che ho provato io leggendo il libro. E Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni non risparmiano nulla ai lettori, nemmeno i particolari dell’autopsia. Pagine che spezzano il cuore.
Ho parlato di morbosità. Questa è una parola sgradevole lo so, e con questo non voglio dire che nel libro ci sia morbosità, anzi. Sarah La ragazza di Avetrana non è un prodotto carico di curiosità, non è un’operazione di sciacallaggio ma è un libro inchiesta che inchioda diversi personaggi (persone) alle proprie responsabilità.
Sì, perché se a luglio mi aveste chiesto: “Chi ha ucciso Sarah Scazzi?”, io non avrei avuto dubbi sulla risposta e ne avrei data una, superficiale ma convinta. Dopo aver letto questo libro credo che verità reale e giudiziaria non coincidano. E quindi non potrei rispondere con certezza alla domanda.
Da ragazzina amavo guardare e leggere di gialli irrisolti realmente avvenuti. Con il passare degli anni questa passione per la nera è andata scemando ma la scintilla si è riaccesa con Sarah La ragazza di Avetrana.
In questo libro si ripercorrono le vite di tutti i protagonisti coinvolti in questa vicenda proprio per offrire un quadro generale e dettagliato. Si parla delle famiglie, di Avetrana, della mentalità di paese, del peso enorme che hanno avuto i media in questa storia. Ed è soprattutto quest’ultimo passaggio che ha catturato tutta la mia attenzione. Sì, sapevo che le trasmissioni come Porta a Porta (sì, con tanto di plastico), Pomeriggio Cinque, Chi l’ha visto? si erano occupate della vicenda. Senza contare tutti i giornali locali e nazionali che hanno dedicato servizi e articoli, affiancati dalle TV. Quello che non sapevo è che le ipotesi dei media sarebbero entrate a pieno titolo nelle indagini, negli interrogatori, nell’aula di tribunale.
Concetta nel 2010 apprende in diretta TV (A Chi l’ha visto?) che Michele Misseri non solo avrebbe confessato l’omicidio ma che in quel momento gli inquirenti stavano cercando il corpo della quindicenne. Lo so, è agghiacciante. L’avvocato di Concetta prende la parola mentre quel viso, diventato ormai familiare, incorniciato dai capelli rossi, rimane immobile come lo sguardo:
“Mi sento di ansare a parlare insieme a Concetta degli ufficiali inquirenti per avere notizie, dunque io Concetta direi di andare. Dobbiamo andare a cercare conferma”. E’ in quel momento che si disvela uno degli attimi più drammatici, e moralmente criticati, della televisione italiana. Il diritto di cronaca è stato smarrito settimane prima, ma anche il limite etico, già traballante con la trasformazione dei testimoni in personaggi – e delle loro interviste in sedute confessionale -, dopo le settimane di collegamenti davanti casa di Sarah, davanti casa di Sabrina, per le piazze e lungo le strade è ora del tutto sfumato. L’atrocità, da tempo sbarcata in prima serata, sta per diventare colpa collettiva di Avetrana.
Intanto le pagine scorrono, la calma apparente delle prime pagine in cui si descriveva una Sarah timida e desiderosa di crescere, lasciano spazio alle ricostruzioni inquietanti del delitto. Tutto mentre sbobiniamo i messaggi di Sabrina con Ivano e facciamo ipotesi sulla gelosia di Sabrina disposta a tutto pur di proteggere la sua strana storia con il ragazzo. Centinaia i messaggi che i due si scambiano e noi siamo lì a leggere i più importanti.
E ancora: ascoltiamo le registrazioni dell’interrogatorio di Misseri, facciamo fatica a spiegarci quelle pause e quando sembriamo raccapezzarci ecco che Misseri cambia ancora versione, confondendoci. Impossibile però non notare le domande che guidano le risposte… Piccinni e Gazzanni riportano i fatti e come in una vera e propria inchiesta fanno un passo indietro lasciando parlare incongruenze e dubbi.
Zio Miché da assassino diventa il povero uomo schiacciato dalle donne di casa: Cosima e Sabrina.
E’ il 23 gennaio 2011. Il telefono squilla in piena notte. A rispondere è Cosima. Una voce le grida “Assassina!”, e subito attacca. La donna resta lì, in pigiama, sul letto, la cornetta vicino al volto. Una smorfia di dolore – un dolore trattenuto , come quello che la caratterizzerà per tutto il processo – le attraversa il volto. E’ un attimo, ma raccoglie un destino.
E così comincia il calvario di Cosima e della sua famiglia. La figlia Valentina che accetta interviste per ricevere i compensi per pagare gli avvocati. Cominciano le testimonianze fantasiose, compresa quella del sogno di Buccolieri che prima afferma di aver visto Cosima e Sabrina caricare in macchina Sarah con la forza e poi nega; le accuse strampalate; il peso sempre più determinante della stampa e lo strano ruolo di Misseri, danno vita a un mistero avvincente. Peccato che qui non si parli di personaggi ma persone.
Sarah La ragazza di Avetrana è…
Un libro inchiesta davvero molto curato. Ci sono tanti dettagli, come ho scritto all’inizio gli autori non sorvolano su nulla, né sulla violenza sessuale di Misseri su Sarah, né sulle condizioni del suo corpo. Le telecamere hanno indugiato spesso negli ultimi anni sui volti dei protagonisti: Piccinni e Gazzanni fotografano tutto e ci mostrano quello che forse da soli non saremmo in grado di vedere.
Non è un libro per tutti, mi rendo conto. Ma è un libro che restituisce una verità che forse non ci piace, ma pur sempre una verità.
Consigliato per gli amanti delle inchieste, delle storie vere e per chi ha seguito con interesse il caso di Sarah Scazzi, scoprirete nuovi elementi.
Lascia un commento