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RECENSIONE: L’imitazion del vero (Ezio Sinigaglia)

L'imitazione del vero - Ezio Sinigaglia - Terrarossa edizioni
RECENSIONE: L’imitazion del vero (Ezio Sinigaglia)

L'imitazion del vero

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
13/02/2020

Pagine:
101
Genere:
ISBN:
8894845117
Acquista:

La trama

Mastro Landone è riconosciuto come il più talentuoso artigiano e inventore che vi sia al mondo, ma entro i confini del principato di Lopezia è solo e infelice perché costretto a reprimere la propria sessualità. Finché l’apparizione del giovane Nerino non lo indurrà a concepire la più semplice e geniale delle sue creazioni, infrangendo le leggi degli uomini per assecondare quelle del desiderio.Con una scrittura di ineguagliabile musicalità e grazia, che mima un italiano arcaico, Sinigaglia ci regala una novella che gioca con le regole della sintassi e della morale per lanciare una nuova sfida letteraria e farci riflettere sui labili confini tra realtà e inganno, verità e finzione.

 -Musica-

L’imitazion del vero di Ezio Sinigaglia (Terrarossa edizioni) è un racconto particolare, originale e che lascia il segno.

Mi sono innamorata di Sinigaglia quando ho letto Eclissi (LEGGI QUI la mia recensione), vincitore di Modus Legendi 2020 e sapevo che anche questo libro sarebbe stato di valore.

Viveva un tempo nella città di Lopezia un artefice di grandissimo ingegno, donde la fama oltre le mura della città ed i confini medesimi del Principato volava tanto, che nei più remoti angoli della Cristianità l’eco se ne coglieva. E benché questo si fosse in effetto il mestier suo, grave ingiuria gli si farebbe chiamandolo col nome di falegname; poiché si era bensì col legno che le sue mani costruivano, ma tali e così fatti prodigi da quelle mani uscivano, che nessuno nel legno da umana scienza costrutti crederli non poteva: seggiole, a modo d’esempio, le quali, al semplice muover d’un gancio che recavan nel dorso celato, si trasformavano in tavoli; tavoli, cui pel banchetto due dozzine di commensali facevan corona e che di poi, gli ospiti alle loro dimore tornatisi, si potevan ripiegare e rimpicciolire tanto da trovar albergo in un cassetto; cassetti che, tratti dalle lor sedi e l’un coll’altro congiunti, diventavan bauli; bauli entro i quali, quantunque non maggior di quel d’una seggiola il loro ingombro si fosse, suppellettili e arredi di tutta una sala collocar si potevano. Ma, sopra tutto, sapeva colui costruire macchine meravigliose e inaudite, macchine che, a comando, potevano muoversi, altre che mandavano fumo, altre che producevan rumori come di cavalli al galoppo, altre ancora che facevano apparir sul soffitto tutto il cielo stellato. E a cagione di questa virtù di nasconder prodigi nel legno e di destar nelle genti e stupore e paura, era dalle genti quasi per un mago tenuto. Né di cotanti poteri faceva egli men che onestissimo uso, avendo dell’arte sua rispetto e soggezione grandissimi; ma, siccome ogni artefice che dell’arte vivere debba, un poco della magia donde aveva avuto dal Creatore talento, a chi avesse denari per comprarla e per farsene vanto, cautamente vendeva. Onde dalle quattro parti del mondo principi e signori, i quali sanno dei meno usati poteri assai meglio d’ogn’altro mortale giovarsi, seco continuatamente lo chiamavano per farsi apprestare da lui quei portenti che, nelle più splendide feste, ancor più meraviglioso splendore pei palazzi e le regge ed i giardini spargevano. E di questo commercio, pur senza ricchezza, egli agiatamente viveva.

L'imitazione del vero - Ezio Sinigaglia - Terrarossa edizioniCi immergiamo subito in una storia dal sapore antico e moderno allo stesso tempo. Sinigaglia inventa una lingua che sembra arcaica ma non per questo difficile. La prima cosa ad avermi colpito è stata ancora una volta, la musicalità della scrittura. Provate a leggere l’incipit, è una musica meravigliosa.

Letto durante la convalescenza (labirintite ed è difficile fare qualunque cosa), i personaggi di Sinigaglia mi hanno distratto e tenuto compagnia. Dopo le prime righe comunque, è impossibile staccarsi, leggere L’imitazion del vero è un piacere per gli occhi e per la mente.

Io non so se ci troviamo di fronte a una novella, a una commedia, a un racconto leggero, a un romanzo breve all’apparenza oscuro.

La storia è all’apparenza molto semplice. Mastro Landone è un artista che ha un debole per i fanciulli:

Avevan le gemme ch’il desiderio di Mastro Landone accendevano di fanciulli e di giovinetti le graziose sembianze, donde la vista gli altri sensi tutti insieme subitamente infiammava. E per certo ad estinguere il fuoco di Mastro Landone avrebbe abbondantissima acqua la Natura provveduto, la quale facilmente verso gli uomini ai fanciulli inclinati i fanciulli medesimi inclina. Ma s’era in quel tempo, contro la Natura magnanima, una crudele legge nel Principato di Lopezia levata, che l’acqua pel fuoco di Mastro Landone faceva mancare. Poiché puniva detta legge il peccato di sodomia con castighi così vergognosi e terribili ch’al paragone la morte parrebbe un premio ciascuno.

Mastro Landone è un artigiano in grado di costruire macchine complesse  e strambe. Quando alla sua bottega arriva Nerino, il nostro protagonista viene colpito subito. Gli proibisce di scendere e di usare uno strano macchinario, una botte, che procura piaceri carnali indimenticabili. Ovviamente come tutti i giovani desiderosi di conoscenza Nerino disubbidisce e si cala nella botte. A dargli piacere non è però un macchinario, ma il mastro stesso.

Nerino non ci mette molto a scoprire l’inganno e ad un certo punto la narrazione prende una piega insolita. Nerino sa qualcosa che il mastro non conosce ed entrambi rimangono in attesa di un evento o un gesto in grado di spostare gli equilibri.

L'imitazione del vero - Ezio Sinigaglia - Terrarossa edizioniLe prime emozioni di Nerino una volta scoperto l’inganno si tingono di orrore, poi di vergogna e infine di rabbia. Ma il nostro fanciullo non ha nessuna intenzione di rinunciare al suo piacere e quindi finge di innamorarsi della botte per far preoccupare Landino.  Ma fa di più: fa entrare in scena un altro personaggio che complica le cose, Petruzzo.

Di più non voglio dirvi per non togliervi il piacere dell’accelerazione della narrazione e non solo. Mastro Landino è un uomo amato e ammirato dalle donne ma i loro sguardi non hanno alcun effetto su di lui.

Landino è un prigioniero perché per la legge di Lopezia non si possono amare persone dello stesso sesso. Anche Nerino è un prigioniero: ha scoperto che a dargli piacere non è un macchinario ma un uomo ed entrambi combattono con il rimorso dal sapore agrodolce.

Una volta preso in mano L’imitazion del vero è impossibile staccarsi. La novella che può ricordare quelle di Boccaccio (che inevitabilmente mi fanno pensare al film di Pasolini) è sensuale, avvincente e nasconde molto di più di quello che sembra all’apparenza.

L’imitazion del vero si presta a molteplici interpretazioni e forse è questa la cosa che mi è piaciuta di più. Non pensiate, complice magari anche la mia descrizione iniziale, che quello di Sinigaglia sia un esercizio di scrittura fine a se stesso.

L’imitazion del vero è un gioco di contrasti: il gigante e il ragazzino, il vecchio e il giovane:

Oh guarda come la natura li ha fatti dissimili nell’aspetto e uguali nella fissazion del pensiero. Ché l’uno è grande e l’altro è piccino; l’uno è pesante e l’altro è leggiero; l’uno è grosso, e l’altro è sottile; e l’uno ha il pelo del leone, e l’altro della pantera. E non pertanto amendue non han nella testa e nel cuore che querce ed abeti, olii e vernici, e pialle e martelli, e viti e congegni; ed amendue portan più affezione agli organismi meccanici ch’ai naturali; ed amendue, pur così diversamente belli nel corpo, non han nel corpo loro nessun sentimento.

Ma è anche amore, carnale e non solo. Passione e vergogna. Luci – della bottega intenta a produrre – e ombra dello scantinato in cui si consuma una passione.


L’imitazion del vero è…

Musica. Non pensavo che mi sarei innamorata di una storia scritta in questo modo. La trama sembra semplice e poco originale a prima vista. “La storia d’amore tra un ragazzo e il suo capo2, diremmo oggi. E invece L’imitazion del vero è un piccolo gioiello, un universo che contiene tutti gli elementi che servono a comporre un  grande libro: i significati nascosti (o quelli che il lettore cerca e trova anche all’insaputa dell’autore), la bellezza della scrittura, il ritmo incalzante della storia.

Consigliato per chi è in cerca di una pausa da questo mondo e non ha paura di immergersi in una storia narrata in un tempo imprecisato. Lasciatevi trasportare.

three-half-stars

Alcune note su Ezio Sinigaglia

Ezio Sinigaglia

Ezio Sinigaglia è nato a Milano nel 1948. Ha svolto diversi mestieri, tutti legati alla scrittura: redattore, traduttore, fotocompositore, copywriter, ghostwriter, autore di guide turistiche e, da ultimo, docente di scrittura all’Università di Milano Bicocca e in altre sedi. Per Nutrimenti ha anche tradotto i racconti di Julien Green, Leviatano, Fabien, Una vita qualunque e La bella provinciale, pubblicati nei volumi Viaggiatore in terra (2015) e Vertigine (2017).

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