Il paradiso degli animali
La trama
I racconti di David James Poissant parlano di relazioni. Genitori e figli, mariti e mogli, amanti o amici, i protagonisti di queste storie sono ritratti in un momento decisivo della loro vita quando, per la forza brutale dell'amore, si trovano sulla soglia di un precipizio, spinti da decisioni che loro stessi hanno preso. E sull'orlo del burrone, a ciascuno viene chiesto di fare una scelta: saltare o tornare indietro. Gli animali servono da catalizzatori, scatenano reazioni paradossali, spesso grottesche. E sono anche metafore di un territorio sospeso tra realismo e allegoria. I paesaggi sono quelli dell'Americ del sud, Atlanta, Florida, Tucson, ma anche Midwest e California. Non è il sogno americano ma un luogo più selvaggio e ai margini, dove fallimento e successo sono molto più vicini di quanto ci si aspetti, e il finale, lieto o triste che sia, libera sempre nuove speranze di riscatto e una profonda compassione. Come nella poesia di James L. Dickey, che dà il titolo a questa raccolta: "Sotto l'albero / cadono / sconfitti / si rialzano / si rimettono in cammino". Che poi è quello che tutti tentiamo di fare.
– Universalità –
Il paradiso degli animali di David James Poissant (NN Editore) è una raccolta di racconti che lascia senza fiato. Dolorosa, straziante e bellissima.
Ho comprato questo libro perché quando ho fatto un ordine dalla libreria AltroQuando, mi è stato consigliato e devo dire che mi hanno fatto un grande regalo: mi sono innamorata di questo autore. Attenzione però, il filo conduttore tra i racconti, oltre ovviamente agli animali, è la morte e quindi bisogna buttarsi in questa lettura solamente quando si è pronti emotivamente per affrontare tematiche così dolorose.
Non voglio anticiparvi troppo perché voglio che vi perdiate in ogni storia. Ogni sguardo incrociato vi resterà impresso perché qui non ci sono personaggi, ma solo persone con le loro vite, i loro problemi, i loro dolori.
Il paradiso degli animali è il racconto che dà il titolo alla raccolta e lo si incontra alla fine:
Dan Lawson aveva già fatto quel viaggio. Dopo aver scoperto che suo figlio Jack era gay e averlo lanciato contro la finestra del soggiorno, dopo essere stato abbandonato dalla famiglia, dopo aver ripreso la retta via e lavorato anni per redimersi agli occhi di suo figlio – la lingua del rimorso trasformata in assegni che coprivano i suoi studi – aveva fatto quel viaggio. Jack si era diplomato in biologia marina e aveva trovato lavoro come ricercatore sulla West Coast. Dan aveva noleggiato un furgone e, con l’auto di Jack al traino, erano andati in California. Ora, dieci anni dopo, avrebbe fatto quel viaggio da solo. Quel pomeriggio Jack l’aveva chiamato da La Jolla per dirgli che aveva pochi giorni di vita. C’era qualcuno con lui, ma quello che davvero desiderava era che ci fosse Dan e… poteva andare da lui in fretta?
Dan non ha nessun dubbio, riuscirà a raggiungere in tempo il figlio malato, riusciranno a raccontarsi ancora i vecchi aneddoti di quando hanno intrapreso il viaggio insieme, insieme ricorderanno Il paradiso degli animali. Ma la vita è troppo spesso ingiusta e colpisce, si beffa di noi, ci punisce a volte con un disegno, a volte a caso.
Straziante, delicato e d’impatto anche Come aiutare tuo marito a morire. Un racconto che nonostante il titolo che svela tutto è appassionante, doloroso e indimenticabile.
Un giorno tuo marito, lo chef, rimane a letto con lo sguardo offuscato, madido di sudore, e ti dice che negli ultimi sei mesi ha tossito sangue. La mattinata diventa frenetica. Dice che dovete andare subito al pronto soccorso.
Narrato tutto in prima persona, la donna che racconta la malattia dell’uomo che ama fotografa una realtà che chiunque abbia vissuto il cancro (su se stesso o in famiglia) riconosce. Da un lato c’è la cruda realtà: la chemio, i capelli nel lavandino, le forze che progressivamente abbandonano la persona malata e dall’altra parte c’è la volontà, l’irrazionalità, la credenza che finché esisterà una piantina, continuerà ad esistere anche tuo marito.
Portalo in spiaggia. Portalo perché è bello. Portalo perché puoi farlo. Portalo a metà mattina, avvolto nelle coperte, perché è primavera e fa ancora freddo prima di mezzogiorno. Siediti sulla spiaggia e disegna le vostre iniziali intrecciate sulla sabbia, come due ragazzini innamorati. Gioca a tris e lascialo vincere. Stringilo quando tossisce e non riesce a smettere. Scricchiolerà come uno scheletro tra le tue braccia. Scava una buca nella sabbia perché possa sputarci dentro. Spargi la sabbia sulla bile giallastra. Rimanete seduti come turisti a guardare l’acqua e a chiedervi perché non lo avete mai fatto prima. Abitate a venti chilometri dalla spiaggia e in vent’anni non ci siete mai venuti insieme, nemmeno una volta. Pensaci, ma senza soffermarti troppo.
Ma attenzione, ne Il paradiso degli animali non c’è solo sofferenza. Ci sono racconti dal sapore malinconico come L’uomo lucertola, qui ritroveremo i personaggi dell’ultima storia e un simpatico (mica tanto) alligatore parcheggiato in giardino e inaspettatamente sorrideremo.
La tenerezza la troviamo ne Il braccio, qui un trentenne divorziato e una diciassettenne senza braccio diventano amici per una notte:
La prima volta che Brig la vide era certo che fosse Kate. Aveva i capelli scuri di Kate, il corpo forte da nuotatrice di Kate. Ma non era Kate. Kate se n’era andata da tempo.
Brig scoprirà così tanto di se stesso in pochissime ore e di quello che si è lasciato alle spalle.
E ancora incontriamo ironia e conflittualità ne I nudisti, il racconto del rapporto complicato tra due fratelli in eterna rivalità, si sorride (amaramente) quando due genitori scoprono che il figlio è un piccolo genio e qui avviene la spaccatura. Che infanzia far vivere al bambino prodigio?
Ma potrei andare avanti ancora e ancora raccontandovi dell’uomo che si vuol far rapinare ad ogni costo, potrei parlarvi del bambino che brilla o dell’incontro di box ma riportare citazioni o considerazioni non avrebbe lo stesso impatto: “Leggete questo libro – ve lo dico a gran voce – perché i racconti sono straordinari”.
Poissant con pochissime pennellate tratteggia dei personaggi accurati, ricchi di sfumature, credibili, reali. Ci fa entrare nelle loro vite con un paio di righe e ci costringe a vivere i loro successi e i relativi insuccessi. Non c’è possibilità di scelta, ne Il paradiso degli animali puoi solo vivere e rivivere episodi che ti hanno segnato, altri che non vedrai mai, altri ancora che vorresti dimenticare per sempre.
Chi non ama i racconti dovrà ricredersi: è possibile dare vita a così tante storie in così poche pagine? Sì, Il paradiso degli animali è la prova.
Il tutto si riduce a questa equazione: se un treno parte per Chicago a settanta all’ora e un altro da Atlanta a novanta all’ora, quando si scontrano nel Kentucky e muoiono i figli di tutti, chi è il più triste?
Il paradiso degli animali è…
Universalità. Poissant riesce a trasformare esperienze straordinarie e ordinarie in qualcosa di universale. Nonostante la stranezza di alcuni racconti, è stato facilissimo immedesimarsi nei personaggi. Arrivata alla fine, e ci sono arrivata con il cuore malconcio non lo nascondo, non avrei voluto leggere più nient’altro. Poissant mi aveva attraversato e mi aveva lasciato così tante sensazioni addosso che non avrei più voluto scrollarmele di dosso.
Non so se avrei mai comprato questo libro e sono grata per il consiglio, non lascerò più questo autore.
Il paradiso degli animali è un libro da gustare con calma, assumere per piccole dosi aiuta a metabolizzare, accettare le brutture della vita e a sentirsi un po’ meno soli. Consigliato per gli amanti dei racconti, per chi è in cerca di un libro originale, fuori dagli schemi, per chi è pronto a ridere, piangere, pentirsi.
3 COMMENTI
Marco Bertoli
3 anni fa— Narrato tutto in prima persona —
Dai due estratti che riporti, “Come aiutare…“ si direbbe tutto in *seconda* persona.
Alessandra - La lettrice controcorrente
3 anni fa AUTHORChe svista! Grazie mille, intendevo con la seconda persona!
Cinzia la nonna
4 anni faCome al solito, letta la tua recensione, “devo comprarmi” il libro. Ma lo dico sul serio (ed è l’età, non un sapere che creda innato che mi fa credere che possa fare questi commenti): le tue recensioni sono magnifiche. Appena so che ne hai una nuova, la metto in lista delle cose piacevoli da fare. Grazie 💐💐🐬🐹🐻