Il nido delle cicale
La trama
Intenso, struggente, pieno di speranza: un romanzo che vi avvolgerà nelle emozioni. Che cosa faremmo se un giorno scoprissimo che la nostra vita è un castello di sabbia e che nulla di quello che abbiamo costruito è autentico? Succede a Mia, compagna di Alessio, architetto di successo a Stoccarda. Per seguirlo, lei ha rinunciato a tutto, anche ad avere figli. Finché un giorno scopre che Alessio le ha nascosto una verità impossibile da accettare. Mentre tutto precipita, Mia torna dopo vent’anni di assenza nella grande casa di famiglia, sulle sponde del lago di Garda, dove abita la madre Vittoria, una donna eccentrica e autoritaria che vive cristallizzata nel passato e che Mia ha allontanato da sé molto tempo prima, a causa di un grave trauma familiare. Ma qui rivede anche Luca, il ragazzo diventato uomo di cui era innamorata da adolescente. Sarà lui a svelarle i segreti della coltivazione della lavanda e delle piante officinali da cui trae rimedi e unguenti. Su quelle colline profumate e inondate di sole Mia ritroverà per la prima volta un senso di pace e armonia. Che sia questo il modo di curare le proprie ferite e rinascere come fanno le cicale dopo un lungo sonno? Ma anche nella vita di Luca c’è un passato scomodo e doloroso che potrebbe costringere Mia a fare di nuovo i conti con la realtà...
– Trasformazione –
Il nido delle cicale di Anna Martellato (Giunti) è una di quelle storie che fa bene al cuore. A volte abbiamo soltanto bisogno di immergerci in una storia che ci coccoli, che apparentemente ci porti lontano…
Quando Giunti mi ha proposto di leggere il libro ero molto incuriosita dalla storia, apparentemente così lontana dal mio genere, e la prima impressione è stata quella giusta perché ho divorato il racconto di Mia in un paio di giorni.
Mia non potrebbe essere più diversa da me… o forse no. Ha trentacinque anni e vive a Stoccarda con Alessio, un architetto molto famoso, abituato a girare il mondo e a ottenere tutto quello che vuole. L’antipatia per Alessio è scoppiata dalle prime righe: è un uomo autoritario, egoista e soffoca la personalità di Mia.
Mia non lavora e trascorre le sue giornate nel Nido, una casa particolarissima che Alessio ha costruito per lei, almeno così dice. Qualcosa non quadra e lo capiamo subito, il dubbio viene confermato dalla mamma di Mia che chiama Il Nido “La cella”.
Quando Il nido delle cicale si apre Mia sta scappando da Stoccarda per tornare a casa. Ad Alessio racconta che la madre ha avuto un brutto incidente e deve per forza rientrare per occuparsene. Mia ha scoperto qualcosa con cui non vorrebbe fare i conti. Ha visto una crepa e tra immergersi in quella crepa rischiando di far crollare il muro e ignorarla… beh, sceglie di voltarsi dall’altra parte. Chi non l’ha mai fatto? Chi, anche se solo per un momento non ha preferito ignorare una ferita?
Ma tornare a casa per Mia non è raggiungere un posto sicuro. Il rapporto difficile con la madre depressa non è certo un aiuto ma le coccole della vecchia tata Efra diventano le carezze di cui Mia ha davvero bisogno.
Comincia quasi per caso la nuova vita della nostra protagonista: l’incontro con Luca è spiazzante e capiamo che tra i due sono tanti i non detti. Lo so cosa state pensando: “è la solita storia d’amore”, no non lo è. Anche se è vero che Luca e Mia si erano innamorati vent’anni ora però a dividerli non è solamente Alessio ma un dolore enorme.
Luca e Mia hanno perso qualcuno che amavano e da allora vivere con il senso di colpa non è facile, anche questa è un’altra crepa che Mia preferisce ignorare.
«Riusciremo mai a lasciarci alle spalle tutto questo, Mia?»
«Non lo so.»
«Almeno dovremmo provarci.»
«Come fanno le cicale?»
«Come fanno le cicale.»
Ho detto che Mia è distante da me: io non mi faccio sottomettere, io non rinuncerei alla mia vita per un uomo… ma davvero la nostra protagonista è soltanto questo? Uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia?
No, Mia è molto di più, è una donna che soffre e che porta su di se il peso della colpa e questo condiziona tutta la sua vita e lì sì che riesco a capirla. Al centro commerciale deve parcheggiare in determinati posti: ci sono numeri che portano fortuna, numeri buoni come quelli dispari e qualche eccezione come l’otto, perché se rovesciato diventa infinito.
Mia deve sempre avere una via di fuga: al cinema, al ristorante, ad una festa. Accanto a lei ci deve sempre essere un posto vuoto e credetemi, questa è una fissazione che nei momenti di massimo stress conosco molto bene, perché è anche la mia.
Ma Luca riesce in qualche modo ad insinuarsi nel mondo grigio di Mia e far tornare il colore. Alla fine per rilassarsi basta un bicchiere di prosecco, basta sentirsi nel posto giusto con le persone giuste.
Il cambiamento non è mai repentino ma sempre graduale. Comincia quando vuoi aprire lo scrigno di tuo fratello, quando vuoi far tornare la luce in casa di tua mamma, quando decidi che la vita è una sola ed è arrivato il momento di viverla alle tue condizioni.
Martellato ci trascina in una storia dal ritmo incalzante, perché c’è una sorta di mistero da risolvere sia nel passato che nel presente, ma con la delicatezza di chi racconta prima di tutto una storia di rinascita che passa anche, certo ma non solo, da una storia d’amore.
Il nido delle cicale è…
Trasformazione. Il nido delle cicale è intenso, appassionante e commovente. Avevo intuito che tra queste righe non ci fosse soltanto una storia d’amore e sono contenta di averlo letto e aver trovato tutto questo. Ho giudicato Mia e non avrei dovuto farlo perché condivido con lei alcune ansie e purtroppo tendo a rimandare troppo spesso la resa dei conti, mentre la vita scorre in avanti. Lei se ne è accorta e un passo alla volta ha fatto entrare la luce. Spero di riuscire a farlo anche io.
Consigliato per chi vuole passare qualche ora in compagnia di personaggi variegati e reali, per chi cerca un po’ di coraggio, per chi non ha paura di perdersi in un campo di lavanda in mezzo alle api. La bellezza batte la paura, sempre.
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