Argomentazione di Linès-Fellow
La trama
In modo sobrio e meticoloso, inizia il racconto delirante di un medico, Linès-Fellow, che ci riferisce dell'impresa compiuta dal suo paziente Mell Fellops. Segni particolari di Linès-Fellow: è cinico e manipolatore, giacché convincerà Mell a correre una maratona. Segni particolari di Mell Fellops: è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Da uno dei discendenti più puri di Samuel Beckett, di cui troviamo tutto l'umorismo nero e l'immensa portata filosofica. Il romanzo giallo più nero mai visto.
– Bizzarro –
Argomentazione di Linès-Fellow di Jean-Marc Aubert (Prehistorica editore) è un romanzo particolarissimo, inquietante, scorrevole con quel pizzico di follia che non guasta mai.
Quando Prehistorica mi ha mandato tre libri (che vedrete sul blog prossimamente) sono stata subito attratta da questo.
Argomentazione di Linès-Fellow fa parte della collana Ombre lunghe: “Ogni scrittura, in maniera più o meno consapevole, è animata dall’ardente desiderio di fare luce su un qualche oggetto. Attraverso questa collana, Prehistorica Editore si propone a sua volta di illuminare la grande narrativa, dando rilievo ai classici di ieri e a quelli di oggi, così da proiettare le loro ombre lunghe nel mondo di domani”.
Dopo questa premessa non potevo non buttarmi in questa avventura riportata in maniera maniacale dalla voce narrante di un medico.
Linès Fellow è il medico che racconta un’impresa ma in questo libro niente è come ci si aspetta:
Non cercate qui alcuna forma di letteratura: non è questa la mia intenzione. Io vorrei, secondo l’esempio dei saggi scientifici che sono solito leggere, stilare un resoconto oggettivo, se possibile, della performance di Mell Fellops.
Questo bizzarro medico convince un paziente amico a correre una maratona. E fin qui direte: “e allora?”. Ecco, Mell Fellops non ha più le gambe e la sua corsa diventa un lungo calvario verso il traguardo. Giornate e nottate trascorse sull’asfalto o imbrattato dalla sabbia, ferite su mani, gomiti, dolori e solitudini. Questo atipico maratoneta porta con sé dolore e determinazione.
Prima i dolori alle mani che hanno spinto troppo a lungo la carrozzella, poi la fatica per il carretto che vi legato e infine la sfida per la sabbia: in una manciata di pagine ci troveremo a strisciare con il nostro protagonista procurandoci abrasioni e ferite che chi ha “assaggiato” l’asfalto almeno una volta nella vita, non può scordare.
Certo, suscita pietà nei passanti e forse anche il lettore si sente un po’ in colpa indugiando sui particolari della sua sofferenza, ma non si può a fare a meno di andare avanti nella lettura perché il nostro dottore è decisamente molto persuasivo.
Argomentazione di Linès-Fellow è un taccuino, questo dottor Frankestein ci ipnotizza fin dalle prime righe. Prima descrive il suo amico, ossessionato dall’organizzazione:
Io scoprii in lui, a poco a poco, durante i nostri due anni di frequentazione, una natura composita in cui convivevano una maniacalità orgogliosa e un senso d’inferiorità, che lambiva talvolta la nevrosi.
Ogni giornata è scandita da un programma: letture, esercizio fisico, sonate al pianoforte e ancora letture. Fellops è una persona estremamente competitiva e il nostro medico lo sa molto bene. Durante la corsa Fellops svilupperà un’altra delle sue manie. Chi influenza chi non è chiaro in questo libro: i protagonisti sono due facce della stessa medaglia?
Sappiamo soltanto che mentre il medico annota variazioni fisiche e mentali del malcapitato, Fellops sente il desiderio di emularlo e annotare ogni giorno i pensieri, e le considerazioni sulle letture aumentando di ogni giorno il numero di righe in un’eterna competizione impossibile da vincere:
La mancanza di immaginazione di cui del resto era consapevole lo conduceva esplorare ogni lettera nel suo testo di riferimento, poi a dissertare ingenuamente sul numero di righe che aveva redatto, ricorrendo a trucchi grossolani con la carta e con la calligrafia per cui segnare il terreno, per raggiungere alla fine le dieci righe richieste. Aveva dunque abbandonato l’altro record, quello del numero delle pagine lette.
E ad un certo punto, mentre le pagine scorrono sempre più veloci e quasi morbose, arriviamo a confonderci. Linès-Fellow è il narratore meno obiettivo che esista e il suo cinismo disturba, ma non abbastanza perché alla fine non è chiaro chi sia la vittima e chi il colpevole.
Argomentazione di Linès-Fellow è…
Bizzarro, cinico, ammaliante. Jean-Marc Aubert ci spinge in questo teatro dell’assurdo (capisco perché è considerato l’erede di Samuel Beckett) e noi non possiamo fare a meno di strisciare, soffrire e forse sotto sotto dare ragione al dottore. Non dovevano forse vietare la corsa agli infermi?
La vita è a volte è assurda e si prende gioco di noi, la sofferenza di Mell è inutile e forse anche umiliante, mentre paradossalmente l’esperimento del dottore è riuscito.
Consigliato per chi vuole scoprire un autore dalla voce suadente e potente, per chi è sempre a caccia di storie originali, assurde e un po’ crudeli. Questo libro, dal sapore della grande letteratura, non vi deluderà.
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