Gli anni incerti: Canzone di fine millennio
La trama
Tre bambini nascono nello stesso giorno in tre luoghi diversi: Jerry a Central Park, New York, durante un concerto dei Grateful Dead; Giulia in un istituto religioso ad Assisi, mentre alla radio viene trasmessa la canonizzazione di Santa Giulia Billiart; Guido all’ospedale di Livorno, a poche ore dalla morte di Judy Garland. È il 22 giugno del 1969, e le vite future dei tre saranno influenzate da ciascuno degli eventi di quel giorno. Si racconta qui delle loro tre esistenze, della loro crescita, della loro formazione mista a quella di un paese, e di un mondo, negli anni incerti trascorsi tra il 1969 e il 2001. Anni in cui si è fatta la storia che adesso conosciamo, che vedono avvicendarsi lo sbarco sulla luna, la strage di Piazza Fontana, il terrorismo, gli scioperi nelle fabbriche, i mondiali di calcio, le proteste studentesche e universitarie e numerosi altri grandi avvenimenti. E insieme a tutto questo si vanno costruendo l’amicizia, l’attrazione e i dissidi di Jerry, Giulia e Guido, con sullo sfondo Livorno, città portuale dura e movimentata che muta, lotta e cresce insieme a loro.
– Canzone –
Gli anni incerti. Canzone di fine millennio di Emiliano Dominici (effequ) è stata una bella scoperta. Non pensavo che avrei divorato così velocemente questo libro che racconta le vicende di tre amici nati lo stesso giorno: il 22 giugno 1969. Guido, Giulia e Jerry oltre a condividere il compleanno diventeranno amici per la pelle, innamorati, complici.
A me piacciono i romanzi di formazione eppure non è sempre facile trovarne uno originale e coinvolgente. Ne Gli anni incerti si sorride, si ride ci si arrabbia. Sapevo che l’avrei amato perché il libro si apre con una canzone di Piero Ciampi, non poteva esserci inizio migliore.
Guido, Giulia e Jerry vengono da famiglie molto diverse tra loro ma che si muovono tutte a Livorno in un’atmosfera che ricorda quella di paese. Tutti sanno tutto di tutti: le vacanze si trascorrono al mare spettegolando, le domeniche in chiesa… non so, mi sono sentita a casa ne Gli anni incerti perché mi muovevo in un mondo conosciuto.
Seguiamo le vicende di questi ragazzi dal 1969 al 2001. Gli anni sono quelli dei grandi cambiamenti personali e storici. Dall’uomo che va sulla luna passando per gli anni del terrorismo in Italia. E così, in questo sfondo incerto, in continuo mutamento si muovono tre ragazzi che non dimenticherete facilmente.
Giulia è la mia preferita. Quella ragazzina che si veste perennemente di nero perché il nero contiene tutti i colori, Giulia la donna che cerca di colmare un vuoto impossibile da superare:
È come non avere più una mano, una gamba, la bocca, un pezzo di cervello. È sempre lì, quel vuoto, da quand’era una bambina. L’ha camuffato, l’ha spinto indietro, si è adagiata su altre persone, ma è ancora lì. Sa di non poterci fare nulla, lo sopporta come si sopporta un vicino litigioso.
Giulia fa anche fatica ad esprimere l’amore per Guido ed è forse quella sensazione ad avermi colpito più di tutto: quella fatica e la certezza che quel tipo di amore non basta a regalare la felicità . Forse perché è tre il numero perfetto. Forse perché l’amore non è solo quello tradizionale a cui siamo abituati a pensare.
E poi ho amato tanto anche Jerry, da subito. Nato a Central Park, è un bambino che comincia la sua vita in ritardo: è più piccolo degli altri, non risponde agli stimoli e anche quando colma questa differenza i problemi non finiscono: la lettura difficoltosa, le suore autoritarie… e il continuo ricorso alle droghe per sentire, per provare tutto ha suscitato in me una reazione inaspettata: mi ha commosso.
Lo sapete che il litio stabilizza l’umore, no? Lo prendeva anche Kurt Cobain – ma non sembra che gli abbia fatto un grande effetto. Ve la ricordate la canzone? I’m so happy ’cause today I’ve found my friends, they’re in my head. Ecco, voi siete sempre nella mia testa. E provate a indovinare qual è il numero atomico del litio? Il tre. Proprio così, voi siete il mio litio.
Guido è forse l’amico che mi è piaciuto meno ma le scene in cui disegna Giulia e trasforma in arte ciò che vede sono bellissime.
Gli anni incerti è proprio una canzone di fine millennio che ti culla, ti rassicura, ti prende a calci quando meno te lo aspetti.
Amicizia, amore e tanta musica sono contenuti in quasi quattrocento pagine che scorrono velocissime. Non vi libererete tanto facilmente di questo trio.
Gli anni incerti è…
Una canzone. Tutti i personaggi cantano, sussurrano urlano come a tempo di musica. Ci sono i concerti, le droghe, le canzoni commentate,”scambiate”, amate. Gli anni incerti è un bellissimo romanzo di formazione sull’amicizia , sull’amore, sui legami familiari (anche quelli mancati).
Non riuscirete più a staccarvi perché i capitoli sono brevi, a volte divertenti a volte amari e io avrei tanta voglia di tornare un po’ indietro a quando ci sdraiavamo da ragazzi sul prato e cantavamo le canzoni preferite storpiando le parole in inglese, a quando ci passavano le sigarette a quando aspettavamo i primi baci con il cuore che batteva all’impazzata.
In questo preciso momento storico, Gli anni incerti è una coccola che dovete farvi.
Consigliato per chi vuole imbattersi in una storia appassionante, dinamica e a più voci. Vi verrà un po’ di nostalgia per il vostro passato ma sarà una malinconia dolce, quasi piacevole.
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