Blu
La trama
Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza. L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata da quel modo di esprimere l’atto creativo e dall’artista stessa, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.Un romanzo forte e diverso che ci trascina nella mente claustrofobica di un’adolescente, prigioniera di azioni morbose e incomprensibili manie, sino a svelarne il delirante meccanismo.Il ritmo serrato, imprevedibile, e la densità della scrittura rendono in modo perfetto il tormento psicologico della protagonista e l’incessante lotta interiore per sconfiggere il suo doppio.Un libro che conferma il grande talento di Giorgia Tribuiani, autrice nuova e originale, capace di immedesimarsi e rendere appieno l’essenza e il tormento dei suoi personaggi.
«Giorgia Tribuiani è una voce coraggiosa e unica, capace di condurti in poche righe dagli abissi del dolore alle vette della passione. Il suo Blu è un intenso romanzo, è uno sguardo affilato sulla fragilità umana, è uno struggente racconto di formazione. È una disperata storia d’amore».Matteo Bussola
«Blu è davvero un romanzo originale, ispiratissimo, fuori dalle convenzioni. Ciò che muove gli scrittori di talento e ispira il loro lavoro non è tanto la ricerca di una storia originale, ma è dare corpo e voce a un’ossessione».Andrea Pomella
«Blu è performance. Un linguaggio elettrico, disorientante, spesso intermittente, provocatorio».Alice Cappagli
«Una storia delicata e sottilmente crudele. Una parabola moderna che passa attraverso la vitalità del corpo per riconnettere una creatura fragile e piena di talento all’apice del suo desiderio vitale».Emanuela Canepa
«Storie mai banali, sempre in bilico tra realtà e ossessione, sono la cifra di questa voce tra le più originali del panorama italiano».Demetrio Paolin
– Coraggio –
Blu di Giorgia Tribuiani (Fazi editore) è un libro che ho aspettato con ansia. Mi sono innamorata della penna di Giorgia quando ho letto Guasti (LEGGI QUI la mia recensione) e sapevo che in Blu avrei ritrovato il filo di un discorso mai veramente chiuso. Amore, ossessione, arte si fondevano in Guasti, in Blu anche, ma qui c’è una Giorgia (sì parlo come se la conoscessi), più matura, più provata dal dolore che esce dalle pagine, più consapevole.
In generale rimango sempre stupita quando riesco a vedere, percepire e interiorizzare i dettagli di quello che sto leggendo.
Se della protagonista di Guasti ricordo perfettamente lo sguardo nel bagno del museo, di Blu mi è rimasta impressa la penna che accarezza il foglio e la pelle, le briciole della gomma sul banco, i buchi nella maglietta dove scivolano i pollici.
Difficile raccontare un libro come Blu, un romanzo che è una composizione di frammenti, riflessioni e ossessioni. Scritto con la seconda persona singolare (e già questo è bastato per catturarmi) è un racconto che non si può interrompere finché non si è arrivati alla fine. Divorato in due giorni mi è rimasta una gran voglia di abbracciare Blu e dirle: “Ti vedo”.
Ma ora sto correndo troppo. Torniamo all’inizio. Blu ha diciassette anni ma anche otto. Blu è una giovane donna ma anche un bambina: non ci sono età, solo pensieri.
Siamo dentro alla testa (e al cuore) di Blu: c’è una gran confusione qui. Amore, passione e senso di colpa si mescolano dando vita ad ossessioni bizzarre ma non per questo meno comprensibili.
Oh, Blu. Passi pure l’egoismo, l’aver abbandonato tuo padre che si è preso il pomeriggio per te; passi la porta che hai chiuso tra voi, lui in salotto e tu nella stanza di Lea, ma dicevi che ormai avevi smesso di usare il dolore per avvicinarti a qualcuno e che – Blu, cosa dicevamo? Chi si infila nelle ferite per creare dipendenza è una droga o una malattia, e in ambo i casi è il male. Ricordi Blu?
Blu, che si chiama Ginevra, fin da bambina ha sempre avuto la mania di contare: i secondi che separano una fermata di metro dall’altra, i respiri quando è agitata, le faticose masticazioni prima di buttare giù il prosciutto, i cucchiai di minestrone.
Ginevrablù ha la passione per l’arte: disegna se stessa in continuazione, sempre uguale, sempre diversa. Ma qualcosa cambia quando questa ragazza incrocia il respiro (sì non lo sguardo) di Dora che si esibisce in una vasca da bagno.
Qui esplode il romanzo: come se all’improvviso Ginevrablù riuscisse a trovare la strada. La performance è il suo grande amore ma in Blu non esiste confine tra amore e ossessione, lo scopriremo molto presto.
Tribuiani ci trascina così in un mondo dal linguaggio ossessivo – se qualcuno potesse entrare nella mia testa troverebbe penserebbe la stessa cosa dei miei pensieri? – fino a farci toccare il fondo.
Cos’è che ti fa paura, chiede Dora nelle cento parole per il suo Application form, cos’è che ti spaventa, e coi disegni che ti frusciano intorno e il sapore di mela e banana in bocca apri Word e scrivi: Io. Le mi colpe. I colori che si corrompono. Le cose che si corrompono. Rovinare le cose. Immaginare il male della gente.
Il disturbo ossessivo di Blu non ci dà tregua, anche quando i comandi si diradano noi lettori stiamo sempre all’erta, sappiamo che il “mostro” ordinerà di confessare, sparire, porre rimedio.
Tribuiani racconta cosa c’è nella mente di una persona affetta dal disturbo ossessivo: non si ferma alla descrizione di ogni gesto ripetuto, ritualizzato, interiorizzato. Fa un passo in più e racconta lo strapotere del senso di colpa e dell’ansia da perfezione, il sollievo che si prova nel compiere questi gesti.
Blu è…
Un libro coraggioso. Il tema dell’amore e dell’arte ritorna ma con un ingrediente chiave: il senso di colpa che schiaccia Ginevrablù. Il tema dello sdoppiamento, dell’identità…ah, quante cose in questo libro. Quante finestre aperte su mondi conosciuti e non. Come Blu avremo le spalle piegate dal peso dei nostri stessi giudizi, porteremo la sensazione di inadeguatezza come si sopporta un male antico e proveremo la voglia di catarsi che ci spingerà a voler sparire.
Lo sapevo, ho già detto troppo.
Blu forse non è un libro per tutti: non è narrato in maniera tradizionale, non è rassicurante, non è conciliante, non cerca per forza il lieto fine. Blu è una storia in cui ogni parola è frutto di impegno e passione. Si percepisce ogni cosa, compreso il dolore di chi l’ha scritto.
Consigliato per chi è in cerca di una storia forte e vera. Blu è un’adolescente con dei problemi, la sua storia può essere di conforto per chi si trova nella stessa situazione. Ma attenzione, Blu fugge dalle categorie, non cercate di incasellarla.
Blu, non ti ho dato cinque stelle: la perfezione non esiste. Ricordiamocelo.
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