Acari
La trama
La donna più vecchia del mondo festeggia il compleanno in diretta tv. Un ragazzino e suo padre, per un giorno, decidono di sognare qualcosa di grande. Un collezionista di cimeli nazisti sorseggia rum pregiati mentre, in un altro tempo, un'ex-reginetta di bellezza vende aspirapolveri porta a porta. Il disabile Gimbo è stanco di essere compiacente; vive nella stessa città in cui tre giovani promesse del calcio pagheranno il conto col destino. Un gruppo di liceali - splendenti come un preciso momento dell'esistenza - viene sorpreso dall'irrompere della morte nel proprio mondo in costruzione. Lungo un arco temporale che va dagli anni Ottanta ai giorni nostri, s'intrecciano storie di inadeguatezze, speranze, seguendo direzioni che cambiano e portano altrove. Così, il lettore si trova dove le vite s'incontrano, in momenti e prospettive diverse, assecondando lo sguardo dell'autore che ne raccoglie le implosioni, gli smottamenti, e muove i misteriosi fili che le uniscono come capitoli di un'unica storia più grande.
– Rimpianto –
Acari di Giampaolo G. Rugo (Neo edizioni) è un romanzo composto da racconti. No, non è la solita formula che usano per fregarvi: questi sono realmente racconti intrecciati l’uno all’altro. Solo che non ci si accorge subito dei legami. E ogni volta veniamo presi in contropiede.
Sono partita con un pizzico di pregiudizio lo ammetto. Non posso fare a meno di leggere “racconti” e pensare a Paolo Zardi. No, di solito non vince mai nessuno il confronto ma Acari è diverso. Dopo i primi capitoli che mi hanno lasciata tiepida e con quella sensazione di insoddisfazione per come si chiudevano, è arrivata la folgorazione: la centenaria, la promessa del calcio, la ragazza solitaria, Vittorio nel letto di ospedale, erano tutti personaggi della stessa trama! incontrati in momenti diversi della vita.
Quindi, senza se e senza ma, mi sento di dire che Acari è un libro che non dovete perdere perché la voce di Rugo non somiglia a quella di nessuno e questo è un libro malinconico, a volte duro, ma anche dinamico, originale, nuovo.
Acari racconta le vite di di persone abituate ad essere invisibili, dimenticate ma esistenti.
Aldo era rimasto ipnotizzato da quella polvere bianca, dal pensiero straniante di tutti gli animali mostruosi che dormivano insieme a lui e si nutrivano di pezzi del suo corpo.
Quando Acari si apre facciamo la conoscenza della donna più vecchia del mondo che ogni anno immancabilmente mette in scena una recita patetica e commovente. Finge di non capire cosa dice il presentatore, simula dimenticanze e stranezze. Ma la sua condanna è quella di avere una memoria da elefante.
Ci sono i sogni dei tre tenori, giocatori di calcio che tra lacrime e fango sognano un futuro in serie A ma tre non è il numero perfetto sempre e uno delle promesse del calcio si deve arrendere di fronte all’infortunio che infrange i sogni di una vita…
Ci sono i contrasti insensati e tipici della vita: la giornata più bella di tre ragazzi che si divertono al mare dopo aver visto il loro compagno di classe in un letto di ospedale.
C’è la felicità che viene spazzata via in un battito di ciglia:
Una sera dormi a fianco alla donna che ami. La sera dopo arriva una telefonata. Un bambino nasce. Un bambino muore. Un martedì piovoso di novembre cammini per strada e ti senti il re del mondo. Una domenica soleggiata di aprile hai paura della tua ombra.
E ancora incontriamo la solitudine, in diverse forme ma sempre crudele. Incontriamo la solitudine di Claudia, quella atroce di Aldo, quella visibile di Gimbo… tutti imprigionati in un silenzio fatto di incomprensioni, dimenticanze, malinconia.
Più andiamo avanti con le pagine più il quadro diventa chiaro: i pezzi di questo puzzle (che non sapevamo nemmeno di dover comporre) trovano il loro posto. Forse in maniera ingiusta, come solo la vita sa essere.
Guardo i colleghi, mai chiedo se scomparissi quanti di loro mi verrebbero a cercare; mi chiedo se uno di loro scomparisse quanto io lo cercherei; mi chiedo se Loredana mi cercherebbe.
E ancora in Acari c’è Roma, sconfinata, caotica e bellissima. Ci sono i sogni, le speranze dei ragazzi negli anni Ottanta e le disillusioni di pensionati (o quasi) dei giorni nostri. Come si collegano le storie è il vero piacere della lettura e quindi non voglio indugiare rischiando di svelare l’architettura del romanzo, la sua grandezza.
Non pensiate però che non si sorrida in Acari: ci sono personaggi strambi, cinici, solitari e sotto sotto tutti un po’ emarginati. Cosa c’entri la collezione di cimeli nazista con gli articoli del corriere dello Sport sarà una scoperta tutta vostra. E mi piace pensare che questi personaggi vivano e rivivano esperienze diverse a seconda del lettore che incontrano… forse è proprio così.
Acari è…
Un rimpianto: le fotografie mai sviluppate, le chiamate mai effettuate, le parole mai dette. Mi sono fatta l’idea di uno scenario malinconico ma caotico. Eppure in questo caos pieno di cose da fare, ricordare, appuntare, siamo tutti un po’ più soli.
Chi ci verrebbe a cercare?
Potrebbe anche capitarci di accendere la tv e incrociare lo sguardo di una ballerina o quello di una vecchia rimbambita:
La mia prima volta in televisione è stata ventotto anni fa. Compivo cent’anni. Dieci anni dopo sono diventata la persona più vecchia del mondo. Da diciotto anni, il giorno del mio compleanno, viene mandata in onda questa diretta televisiva. Alla fine della trasmissione, come sempre, la presentatrice mi chiederà: “Allora, nonna Adele? All’anno prossimo?”
“Siamo nelle mani di Dio” risponderò io e il pubblico applaudirà.
Applaudiamo tutti quando ci raccontano quello che vogliamo sentirci dire. Ma il bello è quando incontriamo un libro diverso, un racconto in cui non riusciamo a prevedere le mosse dall’autore. Magari ci imbattiamo in qualcosa di disturbante ma come nella vita, non siamo sempre noi a scegliere.
Consigliato per chi è in cerca di una lettura particolare, avvincente, indimenticabile. Acari è promosso ed è imperdibile.
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