Sabotaggio d'amore
La trama
Pechino, anni Settanta. Fra i figli dei diplomatici stranieri che vivono confinati nel ghetto di San Li Tun scoppia un tremendo 'conflitto mondiale' della durata di tre lunghi anni. Questo romanzo è la storia di una guerra spietata, condotta con la crudeltà che solo i bambini sono capaci di manifestare, con inseguimenti, scontri, catture e torture inenarrabili quanto indecenti. Ma la perfidia dell'infanzia e la Cina della Banda dei Quattro sono solo lo sfondo sul quale si muove lo sguardo disincantato e irriverente della piccola protagonista, persa - con i suoi sette anni e la sua bicicletta - dietro la scoperta di sentimenti eterni come l'amicizia, l'odio, l'incomprensibile infelicità del primo, perturbante amore.
– Disturbante –
Sabotaggio d’amore di Amélie Nothomb (Voland) è il racconto di una guerra feroce e spietata. Angherie, soprusi e crudeltà sono all’ordine del giorno. “E allora cosa c’è di nuovo?” penserete voi, nulla a parte il fatto che i protagonisti sono bambini.
Siamo nella Pechino degli Settanta e la nostra protagonista ha sette anni: il mondo intorno a lei è disgustoso e meraviglioso allo stesso tempo. Costretta a lasciare il Giappone (Amélie ha trascorso diverso tempo lì) si innamora di questa città sporca, selvaggia… la città dei ventilatori.
Comincia subito un racconto dal sapore onirico e decisamente ironico. Sono sincera, è forse il libro di Nothomb che mi è piaciuto di meno. Ho fatto moltissima fatica a tenere il filo nella parte iniziale, mentre nella seconda la storia mi ha catturato di più. Vale comunque sempre la pena leggere Amèlie perché non sai mai dove vorrà portarti.
È una storia di ghetto. Pertanto è il resoconto di un doppio esilio: esilio rispetto ai nostri paesi d’origine (per me il Giappone, perché ero convinta di essere giapponese), ed esilio rispetto alla Cina, che ci circondava ma dalla quale eravamo tagliati fuori, in qualità di ospiti profondamente indesiderabili.
Non ci si lasci ingannare. In ultima analisi la Cina, ha in queste pagine lo stesso ruolo della peste nera nel Decameron di Boccaccio; se non se ne parla quasi mai è perchè essa imperversa ovunque.
La nostra protagonista ha sette anni e si invaghisce perdutamente di Elena, una ragazza italiana con cui va a scuola e con cui trascorre i pomeriggi. O meglio, è la ragazza con cui vorrebbe trascorrere del tempo. Distaccata e altera Elena non concede il suo sguardo quasi a nessuno.
Sabotaggio d’amore è un romanzo dal sapore epico: lo struggimento della protagonista diventa il motore della storia. Sfondo e primo piano si confondono: da una parte abbiamo il comportamento di Elena gelida e cattiva, dall’altra – sullo sfondo appunto – ci troviamo ad assistere a violenze e prigionie.
Tanti si credono avidi di guerra mentre é un duello che sognano. E l’Iliade dà a volte l’illusione di essere la giustapposizione di più rivalità elette: ogni eroe trova nel campo avverso il suo nemico designato, mitico, quello che lo tallonerá finché non l’abbia distrutto, e viceversa. Ma questa non è la guerra: è l’amore, con tutto l’orgoglio e l’individualismo che presuppone.
Sabotaggio d’amore è disturbante. Quanta crudeltà possono assorbire i bambini? Il quadro tratteggiato da Nothomb è inquietante e in parte vero. Persino l’amore si trasforma in una strategia da mettere in pratica. E proprio come nelle guerre alla fine, forse, non ci sono vincitori o vinti.
Senza un nemico l’essere umano è poca cosa. La sua vita è un tormento, un’oppressione di vuoto e noia.
Il nemico è il Messia.
La sua semplice esistenza basta a dinamizzare l’essere umano.
Grazie al nemico la vita, questo sinistro accidente, si trasforma in epopea.
Sabotaggio d’amore è…
Disturbante tanto quanto appassionante. La fatica iniziale viene ripagata una volta arrivati a metà della storia. Nothomb indaga i rapporti tra bambini, di fatto uguali a quelli tra adulti, mostrandoci tutte le brutture che si possono mettere in atto.
La vita nel ghetto è scandita dalle torture e dal puzzo di escrementi e vomito. La vita della protagonista dalla frustrazione, dall’attesa e qualche rivincita.
Anche questa volta, quando sono ripetitiva lo so, mi chiedo come abbia fatto Nothomb a raccontare un mondo in un centinaio di pagine.
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