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RECENSIONE: Il campo delle pere (Nana Ekvtimishvili)

Il campo delle pere - Nana Ekvtimishvili - Voland edizioni
RECENSIONE: Il campo delle pere (Nana Ekvtimishvili)

Il campo delle pere

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
30/09/2022

Pagine:
224
Genere:
ISBN:
9788862434867
ASIN:
B0BKTHZVNT
Acquista:

La trama

Un orfanotrofio alla periferia di Tbilisi nella Georgia postsovietica. Lo chiamano la "scuola dei ritardati": nato per ragazzi con disabilità intellettiva, è ormai frequentato da orfani e figli di migranti, che vengono cresciuti tra abusi e negligenza. Tra loro c'è Lela, una giovane temprata dalla rabbia che, mentre progetta l'omicidio dell'insegnante di storia, sogna un futuro migliore lontano da lì, oltre il campo delle pere. Quando, ormai maggiorenne, può finalmente fuggire dall'incubo, Lela decide di restare, determinata ad aiutare chi è costretto a rimanere. Come il piccolo Irakli, convinto che la madre emigrata in Grecia tornerà per lui...

– Feroce –

Il campo delle pere di Nana Ekvtimishvili (Voland edizioni) è un libro che mi ha colpito molto, al di là della trama, la lingua dell’autrice tradotta da Ruska Jorjoliani, è feroce, ammaliante.
Il campo delle pere è una storia dura, un racconto che si sviluppa su uno scenario che sembra sgretolarsi. Siamo nella periferia di Tbilisi, precisamente in una scuola convitto per “ritardati”. Così, senza riguardi di ogni sorta vengono chiamati gli ospiti di questo orfanotrofio. Sporcizia, miseria e violenza. Sono questi gli ingredienti che scandiscono la vita di questi ragazzini senza genitori.

Il campo delle pere - Nana Ekvtimishvili - Voland edizioniLa protagonista si chiama Lela e ha diciotto anni, potrebbe lasciare l’orfanotrofio ma ha deciso di non farlo. O meglio, non ha scelto nulla e lì è rimasta. Il mondo fuori è un’incognita rischiosa che Lela non vuole conoscere. Ragazza problematica, diffidente e costretta in passato a subire violenze, non si ricorda come sia arrivata lì, né chi siano i suoi genitori. Sa soltanto che la sua missione è tendere una mano agli ospiti più piccoli, a quelli che da soli non saprebbero difendersi. Ma difendersi da cosa? Dalla scuola stessa. Si, perché il mondo fuori è pericoloso ma all’interno della struttura per i ragazzi con disabilità mentali non è certo semplice.  Persino il campo delle pere evocato dal titolo ha qualcosa di sinistro e minaccioso:

In quel momento l’afferra la sensazione che i peri siano in grado di agguantarla e scaraventarla a terra, che il suo corpo possa sprofondare nel suolo melmoso, che le radici possano coprirla, inghiottirla per sempre.

Niente è come davvero sembra. L’invitante campo delle pere si trasforma in presto in un luogo di violenza e a guardarlo bene ci si rende conto che il prato è un acquitrino putrido e pericoloso.  Persino l’estate è qualcosa di terrificante, un periodo che toglie energia e allegria:

I bambini si trascinano storditi, senza voglia né di cibo, né di calcetto. Dali non permette loro di giocare spruzzandosi l’acqua. Dio solo sa perché. Qualcuno riesce comunque a riempire una bottiglia di vuota e, se non trova nessuna potenziale vittima, se la rovescia addosso.

Il campo delle pere - Nana Ekvtimishvili - Voland edizioniIl campo delle pere è la descrizione di una prigione con gli occhi di una condannata che non vuole uscire.  L’odore della lozione contro i pidocchi, quello del grasso che impregna le pareti della cucina, l’odore di bucato che fuoriesce dai bagni… c’è qualcosa di attraente e respingente in questa struttura degli anni Novanta. Lela sa che dentro è un inferno, ma ogni volta in cui prova ad uscire ha la certezza che il vero inferno sia fuori.

Irakli è il bambino che Lela prende sotto la sua ala protettrice: gli permette di entrare nel suo appartamentino (se così possiamo chiamarlo) gli permette di dormire con lei. Ci sono scene durissime eppure la tenerezza è palpabile. Quasi ogni giorno Lela accompagna il bambino in una casa per telefonare alla madre che lo ha lasciato lì temporaneamente. Ed è attorno a questa vicenda che si sviluppa il resto de Il campo delle pere. Irakli viene riempito di scuse dalla madre finché non è costretto ad accettare la realtà: non tornerà mai a prenderlo.  Una famiglia americana si innamora di questo bimbo silenzioso e vivace ed è pronta a portarlo negli Stati Uniti. Cominciano così i preparatiti per il viaggio più importante della sua vita.


Il campo delle pere è…

Feroce. Quando il libro si apre Lela sta progettando l’omicidio di un professore. Vuole scappare e portarsi via Irakli ma la verità è che è ancora inchiodata a questo posto:

In una periferia di Tbilisi, là dove il quartiere è suddiviso in micro rioni e le strade non hanno un nome, se ne trova una che invece un nome ce l’ha: via Kerč. Qui non v’imbattereste in nessun monumento o palazzo storico, in nessuna fontana o statua di un personaggio eminente.

Lela è una ragazza dura, spietata a volte, eppure desidera quello che desideriamo tutti noi: essere amata.

Consigliato per chi è in cerca di una storia forte, coinvolgente che non fa sconti a nessuno. Un racconto in cui la divisione tra vittime e carnefici non è netto. Arriverete prestissimo alla fine perché il ritmo è incalzante  e alla fine troverete sollievo e tristezza.

three-half-stars

Alcune note su Nana Ekvtimishvili

Nana Ekvtimishvili

Nata a Tbilisi nel 1978, è scrittrice e regista. Il campo delle pere, suo primo romanzo, è entrato nella longlist del Booker Prize 2021, ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari ed è stato tradotto in diverse lingue. Come regista, il suo lungometraggio In Bloom ha vinto premi ai festival di Berlino, Hong Kong, Tokyo, Parigi, Los Angeles e Sarajevo, ed è stato selezionato per gli Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera.

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