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RECENSIONE: Buio padre (Michele Vaccari)

Buio padre - Michele Vaccari - Marsilio editore collana farfalle
RECENSIONE: Buio padre (Michele Vaccari)

Buio Padre

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
10/04/2023

Pagine:
384
Genere:
ISBN:
9788829719747
ASIN:
B0BZW3S4FT
Acquista:

La trama

Crinale è un borgo sperduto tra i monti liguri e i loro boschi. Vive di attività antiche: falegnameria, agricoltura, manifattura. I ragazzi che vi abitano, condannati a un futuro privo di slanci, sono divorati dalla fame di vita. Non fanno eccezione quattro amici tanto diversi quanto inseparabili: Vinicio, Raul, Adamo e Dafne, morsi ognuno da sogni, frustrazioni e disagi. Quando l’ultima segheria chiude e il padre di Vinicio perde il lavoro, la sua famiglia si vede costretta a trasferirsi. Per salutarlo, gli amici del ragazzo organizzano una festa in una chiesa sconsacrata che custodisce un terribile segreto risalente a centinaia d’anni prima. Quella stessa notte scoppia un temporale che si tramuta in un’alluvione biblica: dalla grande montagna si stacca una costola di roccia, e precipitando nel torrente crea un’onda di fango che travolge il borgo. Dal mattino seguente, i padri del paese iniziano a manifestare dei comportamenti strani: c’è chi di notte si aggira per casa come un fantasma, chi intona canti nel cimitero, chi stipa l’auto di armi come per prepararsi al giorno del giudizio. I quattro amici, allarmati, si mettono a indagare intorno al mistero, e scoprono che alla radice della degenerazione dei genitori c’è qualcosa che si cela oltre la frattura apertasi nel cuore di Montebuio durante il nubifragio, e che adesso reclama vendetta. Rivisitando il romanzo d’avventura in chiave nera, senza rinunciare alla lingua immaginifica che lo contraddistingue, Michele Vaccari intesse una storia di formazione ricca di colpi di scena, narrando le disillusioni dei giovani d’oggi attraverso un racconto ammantato di un’atmosfera fiabesca, gotica e soprannaturale che mette i brividi.

– Amaro –

Buio padre di Michele Vaccari (Marsilio) è  un libro molto lontano da quello che leggo di solito. Eppure con grandissima curiosità – dopo un’intervista che ho fatto all’autore sul giornale – mi sono buttata in questa storia fatta di paure, amore e… nostalgia. I protagonisti sono quattro ragazzi: Vinicio, Raul, Adamo e Dafne che abitano a Crinale, borgo immaginario collocato in Val Graveglia. E questo forse è il punto che mi sta più a cuore. Chi è cresciuto in paese lo sa, ami quel posto tanto da odiarlo a volte. L’unica cosa che vuoi è andare via… e restare. Ed è così che succede ai quattro ragazzi dell’Apocalisse, costretti a fare i conti con un mondo in rovina… letteralmente.

Buio padre - Michele Vaccari - Marsilio editore collana farfalleI tre amici stanno preparando una sorpresa a Vinicio che sta per lasciare Crinale. Una grande festa per fargli capire quanto conti, una festa per provare a rendere più dolce un addio mascherato da arrivederci. Non ci vuole molto ad intuire che qualcosa succederà e che nulla filerà liscio come credevano, ma questa consapevolezza non toglie piacere alla lettura, anzi. Così facciamo la conoscenza di questi ragazzi che talvolta si pavoneggiano, fanno i gradassi, ma hanno il cuore buono con l’ingenuità tipica di chi viene dall’entroterra. Chiamarla provincia, non renderebbe l’idea. Così a poco poco scopriamo il passato doloroso, capiamo il perché di atteggiamenti e soprannomi… e in effetti mi sono innamorata di Dafne, Death. La sua non è una vita facile e: “Rido per non suicidarmi” riassume lo spirito sarcastico di un’adolescente che ha dovuto chiamare a raccolta ogni risorsa per non affogare.  Ma ora sto divagando.

Durante la festa a sorpresa un’alluvione mette in ginocchio la Val Graveglia, una montagna si sgretola, o meglio ancora si spacca. Lo so, sembra apocalittico ma sono scenari che gli abitanti dell’entroterra ligure hanno vissuto  troppo spesso.

Si convince siano sopravvissuti tutti: nessuna abitazione crollata, niente decine di metri di terra inespugnabile a mettere un conto alla rovescia sulla vita dei cittadini. Va tutto bene, sembra. È qualcos’altro che lo inquieta. Adamo non ha gli strumenti per sintetizzare l’idea, ma è come se percepisse che la pena insita in quei reclami sia figlia di un’altra paura, l’allarme che fa scattare la paranoia. In quei gorgogli, c’è la disperazione del futuro: non sono rimaste sepolte le persone, sono rimaste sepolte le speranze del paese, i suoi ultimi sogni, la voglia di esistere, di continuare a credere in quella serie di progetti che contengono le parole rinascere, festa, turismo sostenibile, commercio di prossimità, prodotti tipici del territorio, non ci arrendiamo, concetti che una tragedia del genere tende a spazzare via per sempre. In quelle grida tristi, Adamo avverte la consapevolezza di chi, dopo aver creduto che un domani fosse sempre possibile, ha perso tutto, soprattutto la fiducia in quell’avvenire; vorrebbe solo scappare, e dimenticare, (…)

Questo è l’inizio di un cambiamento inesorabile e all’apparenza inspiegabile. Ed è qui che sta la bravura di Vaccari. Che cosa stiamo leggendo? Un giallo? Un thriller? Una storia di formazione? Sì e no allo stesso tempo. Buio padre non ha etichette.

Dalla tremenda notte dell’alluvione tutto cambia per i padri dei quattro ragazzini che dovranno convivere con questo buio e saranno costretti a guardare in faccia le paure più profonde e scendere all’inferno. Questo vuol dire crescere?


Buio padre è…

https://amzn.to/3VSRW5CAmaro. Mi fanno pena questa adulti imprigionati in ruoli e solitudini. Mi fanno sorridere amaramente anche questi ragazzini costretti a crescere così in fretta, pronti ad indossare una maschera di durezza che non appartiene al loro modo di essere ma che hanno comunque assorbito.

Al centro di Buio padre ci sono i rapporti familiari, i compromessi mancati (e non solo), il dolore, ma anche l’amicizia, la vita dura e irrinunciabile del paese:

I paesi sono culti, le tragedie le loro celebrazioni. Pieve del Diavolo ha compiuto il suo lavoro, direbbe a se stesso, se fosse abbastanza cinico da fare pensieri del genere. Ma non può concedere spazio all’amarezza degli sconfitti. Il sangue è sempre un magnete. C’è un legame che lo costringe a compiere i passi che inizia a muovere verso l’inesorabile che l’attende; vuole, deve sapere cosa gli abbia portato davvero via lo tsunami provocato dal torrente, oltre ai beni materiali, che contano sempre pochissimo. Nel punto esatto in cui l’hanno appena fatto scendere i suoi amici, gli piacerebbe fermarsi a lungo, fino ad avere la nausea di quel panorama, perché il ricordo faccia il suo lavoro di scavo e lo invada, mostrandogli tutto ciò che ha significato quell’unico elemento per il quale ora prova dolore e vicinanza, un castagno che gli ha fatto da fratello per tutta la vita, (…)

Buio padre - Michele Vaccari - Marsilio editore collana farfallePiù di tutto forse mi è piaciuto lo stile di Vaccari, originale e ammaliante. In Buio padre ci sono tante cose che mi riguardano da vicino e altre sconosciute.

Ho fatto un pochino di fatica nella seconda metà, lo slancio iniziale si è un po’ arrestato (e per questo motivo non ho dato quattro stelle, ma si sa che sono severa), ma è un libro godibilissimo e con diverse sfumature di riflessione.

Consigliato per chi è in cerca di una storia incalzante dalle tinte paranormali. Per chi cerca un racconto di formazione, per chi ha voglia di lasciarsi trasportare in un mondo inventato e spaventosamente reale.

three-half-stars

Alcune note su Michele Vaccari

Michele Vaccari (Genova, 1980) si occupa di editoria, cinema e comunicazione. Prima di Buio Padre ha pubblicato, fra gli altri, Il tuo nemico (Frassinelli 2017), Un marito (Rizzoli 2018) e Urla sempre, primavera (NNE 2021).

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