Avete presente l'amore?
La trama
Trentacinquenne con il sogno di diventare uno stand-up comedian di successo, Andy è un'anima che gira a vuoto. Da quando la sua ragazza l'ha lasciato, ha in testa mille domande su di sé, ma una più delle altre lo tiene sveglio e lo sballotta per le strade di perché l'unica donna che abbia mai davvero amato se ne è andata così, dall'oggi al domani? Senza più una casa, Andy si trasferisce prima dalla madre e poi nella camera degli ospiti di una coppia di amici, e intanto giorno e notte si abbandona a gratuiti esercizi mentali, compila lunghe liste di dubbi su Jen, sulla fine della loro relazione, sperando così di sciogliere il mistero dei propri insuccessi e di riuscire a voltare pagina. Tra fallimenti professionali, grotteschi tentativi di riallacciare i rapporti con ex fidanzate dei tempi della scuola, sbronze sconsolanti e coinquilini complottisti ultrasettantenni, capirà che per uscire dalla prigione della propria nostalgia e diventare finalmente l'adulto che si è sempre rifiutato di essere, dovrà mettere in discussione tutto quello che credeva di sapere sulle donne, su se stesso e sull'amore. Con l'ironia e l'acume che l'hanno resa un'autrice di culto in tutto il mondo, Alderton torna alle origini e mette in scena relazioni, rotture e cuori infranti di una generazione di uomini e donne alle prese con la sfida più sopravvivere all'età adulta.
– Commovente-
Avete presente l’amore? Di Dolly Alderton (Rizzoli) è stato il libro coccola di cui avevo bisogno in questo periodo. Comprato alla Feltrinelli di Genova ho cominciato a leggerlo in treno tra sorrisi e qualche smorfia di commozione, Avete presente l’amore? è il racconto di una rottura narrata dal punto di vista maschile, almeno inizialmente. Impossibile per me non riconoscermi in certe dinamiche di cui non vado fiera, ma il percorso verso la rinascita forse è lo stesso per tutti.
Eppure non riuscivamo a farne a meno: ci ingozzavamo, la testa di Jen sul mio petto, io che cercavo di non riempirle i capelli di briciole, e intanto ci guardavamo Ragione e Sentimento 1995. Ma ormai non faccio più parte di quel club. Né io né lei. È stato chiuso, smantellato, il dominio non è più disponibile. Perciò che farse di tutta quella roba? Dove la metto? Con chi condividerò le mie scoperte, ore che non faccio più parte di una tribù di due persone? E se dovessi fondare un nuovo club con un’altra, posso portare con me dalla mia storia precedente tutte le cose che ho amato? O sarebbe strano? Perché trovo tutto questo così difficile?
Andy è stato lasciato dall’amore della sua vita e ora si ritrova ospite di amici – ovviamente una coppia con figli – alternando serate tra uomini di fronte a fiumi di birre, a serate in solitaria a letto a rileggere le conversazioni degli ultimi mesi, o addirittura anni, alla ricerca di un segnale che facesse presagire la rottura.
Essere single a trent’anni è dura. Hai raggiunto un’età in cui dovresti, almeno questa è la pressione sociale che si percepisce, avere una famiglia o almeno un compagno. Andy si ritrova circondato da amici accoppiati che fanno fatica a trovare il tempo per serate consolatorie. I tempi sono cambiati per Andy, essere single a vent’anni voleva dire avere davanti un mare di possibilità, l’eccitazione dei primi incontri, le uscite con il giro dei bar che non sai mai dove ti porteranno… a trenta la realtà è molto diversa. Gli amici tornano a casa presto, sempre ammesso che riescano ad uscire, per tornare dalle famiglie. In giro sono rimasti solo “casi umani” e la verità è che rimettersi in gioco con qualcuno non è un’opzione.
Le giornate di Andy trascorrono così, aggiungendo poi la frustrazione del lavoro perché il nostro protagonista trentacinquenne è uno stand-up comedian che non ha mai raggiunto il successo sperato. Jen invece fa un lavoro di successo, quello che chiameremmo un lavoro stabile. Non potrebbero essere più diversi eppure per quattro anni la relazione è andata avanti, le differenze erano i punti di forza almeno finché, dopo un fine settimana di vacanza, Jen non ha deciso di lasciarlo.
Ripenso alla prima volta in cui ci siamo detti “ti amo”. Ci frequentavamo da qualche mese e lei aveva ammesso di aver preso l’abitudine di cancellare il mio numero dopo ogni messaggio, così non avrebbe visto il mio nome sullo schermo e non si sarebbe stressata aspettando la mia risposta. Non capisco come possa essere successo. Vorrei tornare a quei giorni. Come fanno nei film a viaggiare nel tempo? Sono disposto a fare qualunque cosa: lanciarmi da un grattacielo, beccarmi una scarica elettrica, entrare in un armadio e girare su me stesso dieci volte. Trattengo un sospiro, ma sembra solo che mi è venuto il singhiozzo.
I primi giorni sono giorni di attesa, di speranza… magari è solo una pausa. Le sbronze in pieno pomeriggio non aiutano Andy a razionalizzare e quando il libro si apre il protagonista sta scrivendo tutte le cose che odia di Jen.
Quello di Andy è un percorso lungo, fatto di cadute ed errori. La tentazione di fare chiodo scaccia chiodo è forte e a farne le spese sarà un’altra ragazza. Le pagine scorrono veloci tra messaggi, battute e liste. Andy scala il lutto della separazione e le ultime pagine del romanzo illuminano tutta la vicenda. Che dolore lasciarsi, da una parte e dall’altra.
“Devi solo cercare di smettere di pensare a lei” mi dice in un tono esasperato che mi fa vergognare di me stesso. È come se ti stessi sforzando di guardare il filmino dei bei momenti di Jen e Andy dei tempi che furono. Ogni volta che finisce lo fai ripartire dall’inizio e poi ti chiedi pure come mai ti senti così di merda.
Avete presente l’amore? racconta la mia generazione che si divide tra precariato, imposizioni e sensi di colpa. Ricominciare è difficile ma “per far entrare la luce bisogna farsi crepa”. Non c’è un’altra strada.
Avete presente l’amore?
Commovente e leggero allo stesso tempo. Arguto e ironico non ha la pretesa di essere letteratura, vuole solo intrattenere, consolare e lasciarci qualche insegnamento che già conosciamo ma tendiamo a dimenticare. Consigliato per chi sta bene da solo, per chi invece cerca disperatamente qualcuno con cui condividere la vita, per chi pensa di non avere più speranze. La vita è breve e vale sempre la pena di viverla anche quando la sofferenza sembra senza fine.
Con leggerezza, ironia e verità, Dolly Alderton ci insegna che tutto passa e anche quando subiamo una decisione non è detto che sia quella sbagliata per noi. Quando chiuderete il libro vi sentirete meglio, chi l’ha detto che il lieto fine deve essere per forza quello che ci viene raccontato nelle favole? ACQUISTA QUI il libro.
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