Mai stata meglio
La trama
Dissi loro che avrei voluto essere una vedova. «Ho l’impressione che, quando divorzi, tutti si chiedano come hai fatto a rovinare tutto, cos’ha reso così insopportabile stare con te. Se tuo marito muore, almeno la gente è dispiaciuta per te.» Maggie sta bene. Anzi, non è mai stata meglio. Certo, è al verde, la sua carriera accademica non sta andando da nessuna parte e il suo matrimonio è durato solo 608 giorni, ma alla veneranda età di ventinove anni, Maggie è determinata ad abbracciare la sua nuova vita di Divorziata Sorprendentemente Giovane. Ora ha tutto il tempo che vuole per dedicarsi a ben nove hobby, mangiare hamburger nel letto alle 4 del mattino e “rimettersi in gioco” dal punto di vista sessuale. Con il sostegno della sua severaprofessoressa, Merris, della sua amica, anche lei appena divorziata, Amy, e della (immancabile) chat di gruppo, attraversa il suo primo anno di vitada single, uscendo a intermittenza e svegliandosi occasionalmente sul pavimento. Ma soprattutto mettendo ogni cosa in discussione, compreso: Perché ci sposiamo ancora? Ho fallito prima ancora di iniziare? Quante abbuffate notturne ci vorranno prima che io sia felice?
Divertente e caustico, Mai stata meglio non solo descrive un dolore in cui è facile identificarsi, ma è anche un irresistibile romanzo d’esordio sulle incertezze dell’amore, della vita, dell’amicizia e della felicità, scritto da una nuova, straordinaria e indimenticabile voce della narrativa, Monica Heisey.
– Divertente –
Mai stata meglio di Monica Heisey (Harper Collins) è il racconto ironico e malinconico di una rottura. La protagonista non ha nemmeno trent’anni ed è già divorziata. L’ho letto dopo Avete presente l’amore? di Dolly Alderton e devo ammettere di aver amato molto di più quello di Dolly.
Ho scelto questo libro perché in questo periodo ho bisogno di coccole, ho bisogno di ritrovarmi nelle parole – magari scontate – di un racconto sul dolore della separazione. E devo dire che Mai stata meglio mi ha dato un po’ di conforto ma mi sarei aspettata un finale in crescendo, un picco, una sorpresa e invece la storia della protagonista rimane molto lineare.
Lo stile ricorda quello di Alderton, anche qui ci sono liste, mail e tanta ironia ma questa autrice non ha lo stesso mordente e quindi per gran parte del libro mi sono ritrovata ad aspettare qualcosa che non è mai arrivato.
Maggie non riesce a rassegnarsi per la fine del suo matrimonio. Ha amato suo marito da quando l’ha conosciuto a diciannove anni e accettare di aver fallito si rivela più difficile del previsto.
Sbuffai all’idea di farcela anche solo per un giorno, anche solo per poche ore. Ci stavo mettendo così tanto. Ci sarebbe voluto molto più tempo.
Quando ci si separa la sensazione di aver fallito non lascia scampo. Mi ha tenuta sveglia di notte, come è possibile mandare a rotoli tutto? Forse non ci ho provato abbastanza, forse è colpa mia… una serie di pensieri ossessivi mi hanno assillato e lo stesso è successo a Maggie.
Dissi loro che avrei voluto essere una vedova. «Ho l’impressione che, quando divorzi, tutti si chiedano come hai fatto a rovinare tutto, cos’abbia reso così insopportabile stare con te. Se tuo marito muore, almeno la gente è dispiaciuta per te.»
Maggie affronta fasi alterne e anche le più spensierate nascondono (male) il dolore della solitudine. La protagonista diventa dipendente da Tinder, sempre nuovi appuntamenti, il brivido delle prime uscite, la bisessualità finalmente esplorata, i bicchieri, la preparazione… chi la guarda attraverso la lente dei social crede che sia guarita da ogni sofferenza, ma la realtà è diversa. Più il tempo passa più il vuoto sembra aumentare:
Anche se li evitavo, volevo comunque che i miei amici mi invitassero alle loro serate. Alla fine, smisero di farlo, comportandomi come se mi fossi trasferita o avessi avuto un bambino.
Non è facile ritrovare l’equilibrio dopo una rottura, la vita degli amici sembra andare avanti come niente fosse mentre la tua è distrutta.
Mai stata meglio specialmente nella prima parte scorre velocemente tra battute e tristezza. Maggie deve affrontare molte difficoltà personali. Dentro di lei ci sono nodi da sciogliere e solo la terapia può indicarle la strada giusta da percorrere.
Maggie non sta bene da sola, il vuoto viene riempito con il sesso, con lo sport ma resta lì a gridare. Non ci sono formule, soluzioni e nemmeno l’ipocrita (a volte) insegnamento “meglio soli che male accompagnati”. C’è tanta verità condita da ironia.
Mai stata meglio è…
Divertente. Chiunque abbia vissuto una rottura può immedesimarsi nella protagonista che mi ha ricordato Bridget Jones. Il suo desiderio di essere magra – specialmente nel post rottura – le sue continue figuracce… Mai stata meglio è stata una lettura divertente anche se, come ho detto all’inizio, quello di Alderton ha un’altra profondità e soprattutto un finale accattivante e commovente.
Consigliato per chi è in cerca di un libro coccola, per chi vuole sorridere dei propri guai, per chi ha bisogno di stare in compagnia di qualcuno che possa capire quanto sia dura ricominciare a un’età in cui tutti sembrano aver appena cominciato una vita sentimentale piena e soddisfacente.
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