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RECENSIONE: Una vita, ancora (Theodor Kallifatides)

Una vita, ancora di Theodor Kallifatides (Voland edizioni)
RECENSIONE: Una vita, ancora (Theodor Kallifatides)

Una vita, ancora

Valutazione:
four-stars
Autore:
Traduttore:
Data uscita:
17/05/2024

Pagine:
128
Genere:
ISBN:
8862435762
ASIN:
B0D67FQB8K
Acquista:

 – Malinconia –

Una vita, ancora  di Theodor Kallifatides (Voland edizioni) è un libro che mi ha sorpreso. Malinconico e pungente è un romanzo decisamente breve e altrettanto folgorante.

L’ho cominciato come spesso accade, per caso. Senza sapere nulla e anche questa volta posso confermare che i libri non si incontrano per caso ma arrivano sempre al momento giusto. Il protagonista  di Una vita, ancora ha smesso di scrivere, ha scelto di andare in pensione. Ma lo ha scelto davvero? Affermato scrittore in Svezia, dove è emigrato quando aveva 26 anni, non riesce più ad indossare i panni di autore.

L’emigrazione è una sorta di suicidio parziale. Tu non muori, ma sono molte le cose che ti muoiono dentro. Non ultima la tua lingua. Per questo sono più orgoglioso di non aver dimenticato il greco che di aver imparato lo svedese. La seconda cosa l’avevo fatta per necessità, la prima era stata un atto d’amore. Una vittoria sull’oblio e l’indifferenza.

I brevi capitoli si succedono in fretta e si dividono tra quelli dedicati alla Grecia, terra di origine di Kallifatides  e quelli dedicati a lui stesso. Lontani dalla nostra casa chi siamo davvero? Quando smettiamo di fare le stesse cose, chi siamo?

Nessun viaggio verso lo studio di Stoccolma, le ore davanti al computer sono diventate improvvisamente libere e l’ispirazione, quella che non era mai mancata, improvvisamente non si fa più trovare.

Quando si comincia a difendere il proprio scrivere, quando si comincia a essere lo scrittore, quando si appende sé stessi alla parete, allora si è già finiti.

E così l’unica soluzione per non perdersi è ritornare dove tutto è cominciato: in Grecia.  Lì Kallifatides guarda il dolore in faccia: ad ogni angolo delle strade mendicanti, povertà, sporcizia e finta, dolorosa, indifferenza:

Mendicanti ovunque. Alcuni erano mutilati e mostravano le loro ferite. Donne stese per terra con in braccio bambini piccoli. Giovani uomini di bell’aspetto che cadevano in ginocchio imploranti. E noi che passavamo oltre, alcuni pieni di vergogna, altri con forzata indifferenza.

Ed è proprio qui che l’autore imparerà una lezione importantissima: gli uomini non si arrendono mai. Non lo hanno fatto i Greci, non lo fanno i popoli in difficoltà. Il peso delle parole aumenta e con esso anche la necessità di fermare le sensazioni e far uscire la rabbia per un’Europa che dei profughi se ne è lavata le mani.

Theodor Kallifatides ritorna a casa e porta tutti i noi nel cuore dell’esistenza, dove quello che conta non si può misurare:

Non me ne frega niente della dolcezza della vita. Quello che voglio è la dignità. Senza di lei, anche il miele è amaro.


Una vita ancora è…

Malinconia. So di non aver scritto tantissimo. Ormai come scrivo sempre, leggo poco e ho pochissima concentrazione. Mi ritrovo a scrivere recensioni nei ritagli di tempo che sono costellati dalla stanchezza e continue interruzioni.  Una vita ancora però merita di essere letto per la sua forza e per l’eleganza della scrittura. 

I temi toccati sono parecchi: identità, emigrazione, lingua (mi sono sempre chiesta come si sentono le persone che devono lasciare la propria lingua per adottare quella del paese che li ospita) e alla dualità costante che dilania chi lascia la propria casa per sceglierne un’altra. Alla fine Kallifatides sente l’esigenza di riappropriarsi della propria lingua, della propria terra e quindi anche di una parte di sé stesso. La paura non blocca la letteratura.

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Alcune note su Theodor Kallifatides

Theodor Kallifatides

Theodor Kallifatides, pluripremiato e prolifico autore, è nato in Grecia nel 1938 e nel 1964 è emigrato in Svezia, dove vive tuttora. Dopo gli studi in filosofia all’Università di Stoccolma, ha dato avvio alla sua produzione letteraria, che comprende oggi più di quaranta titoli, tra narrativa, saggistica e poesia, pubblicati in tutto il mondo. Ha diretto un film, firmato sceneggiature e tradotto numerosi autori, tra cui Ghiannis Ritsos in svedese e Ingmar Bergman in greco.

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