La locanda dei gatti e dei ricordi
La trama
Prima un viaggio in treno da Tōkyō, fino a una cittadina di mare nella penisola di Bōsō.Poi una passeggiata lungo la spiaggia, fino a un vialetto di conchiglie.
È lì che si trova “Da Chibi”, una delle poche locande dove, secondo alcuni, viene ancora servito il il vassoio d’ombra, il pasto tradizionale giapponese che si cucina per chi non c’è.
Le voci narrano che, dopo che il piatto viene messo in tavola, accadano cose strane, che sia possibile mettersi in contatto con la persona di cui più si sente la mancanza.
Così, scossa dalla morte improvvisa del fratello, in una mattina luminosa la diciannovenne Kotoko Niki varca la soglia del ristorante, sotto lo sguardo attento di un gatto.
Il fratello di Kotoko ha perso la vita in un incidente stradale cercando di proteggerla e lei, piena di rimorsi, spera in un miracolo. Una speranza folle, pensa, almeno finché non inizia a mangiare il riso, il pesce bollito e la zuppa di miso fumante che l’avvolgono con il loro profumo. L’orologio smette di ticchettare, il mare e i gabbiani tacciono, e Kotoko ha la sensazione di sentire accanto a sé una voce familiare…
Nella Locanda dei gatti e dei ricordi, seguiamo Kotoko e altri personaggi che, come lei, cercano di fare i conti con l’assenza di una persona un ragazzino timido e una compagna di scuola, il suo primo amore; un ottantenne malato e la moglie; un giovane chef e la madre.
Con pennellate lievi e piene di poesia, Yuta Takahashi esplora il potere curativo dell’amore e della memoria, arricchendo il racconto con prelibate descrizioni dei piatti tipici giapponesi e con una ricetta a corredo di ogni capitolo.
“Segui l’argine del fiume Koito fino alla spiaggia. Da lì, un vialetto di conchiglie bianche ti condurrà alla locanda ‘Da Chibi’. Un gatto ti aspetterà sulla porta.”
Un ristorante in riva al mare dove si possono incontrare le persone che non ci sono più.
Un romanzo curativo, che dà il coraggio di guardare avanti.
Tante ricette di piatti tradizionali giapponesi.
– Coccola –
La locanda dei gatti e dei ricordi di Yuta Takahashi (Feltrinelli editore) è una favola. Non sono mai stata una fan della narrativa giapponese eppure qualcosa in questo libro mi ha chiamato. Sarà stata la copertina con i gatti e la parola magica “ricordi” ad avermi convinta. Appena acquistato l’ho comunicato e terminato ed era il libro coccola di cui avevo bisogno.
Da Chibi è un ristorante molto particolare, è aperto solo per un paio d’ore al mattino e oltre alle colazioni serve un pasto molto importante: quello del ricordo. Nanami è la proprietaria e sono vent’anni che aspetta il ritorno del marito di cui si sono perse le tracce in mare. Da allora Nanami serve i pasti del ricordo, ovvero finché gli odori e i fumi del cibo si sprigionano, i clienti avranno la possibilità di incontrare il caro perduto.
Da Chibi, dove era possibile incontrare i morti, anche se solo per poco. Si poteva restare in compagnia di una persona cara soltanto finché il pasto del ricordo non si fosse raffreddato. Quando il piatto smetteva di fumare, il defunto scompariva.
Ne La locanda dei gatti e dei ricordi le persone possono finalmente risolvere con le persone che se sono andate. La protagonista è Kotoko, ha perso il fratello per un incidente e si sente colpevole. Non solo, pensa di essere la figlia sbagliata, avrebbe preferito morire lei… anche perché sì che suo fratello sarebbe riuscito ad aiutare i genitori. Chiusa nel suo dolore si imbatterà nel consiglio di un amico, conoscerà così la locanda Da Chibi.
Spiaggia deserta, gabbiani e l’immancabile gatto ad aspettarla. Accompagnato Kotoko in questo viaggio con lo stesso scetticismo ma al momento del pasto ci siamo già dimenticati delle leggi della fisica.
Il gatto, che fino a un attimo prima dormiva sulla poltrona, si era accostato alle sue gambe.
“Miao,” miagolò cercando il suo viso con lo sguardo. Kotoko ebbe la sensazione che l’animale si stesse preoccupando per lei e, divertita dalla situazione, d’istinto sorrise, dimenticandosi delle lacrime. “Grazie,” disse al micio.
Kotoko riuscirà a incontrare il fratello? Certo, in questo libro tutto è possibile. Non è l’unica ad aver perso qualcuno di caro, la sua storia si intreccerà a quella di un altro e poi con quella del figlio di Nanami. Il dolore della perdita è diverso per tutti ma tutti hanno lo stesso desiderio: incontrare per l’ultima volta la persona scomparsa.
Tre capitoli con protagonisti differenti sono accompagnati da ricette e sì, l’ho trovata davvero un’idea originale. Per tutta la lettura ho avuto la sensazione di immergermi nel dolore sì, ma di farlo con grazia. Come se l’autore mi tenesse per mano e mi rassicurasse: da Chibi tutto è possibile.
La locanda dei gatti e dei ricordi è…
Una coccola. Non ho voluto svelare troppo della trama per non rovinarvi il piacere della lettura. Alla fine io l’ho scelto solo in base al titolo (e alla copertina) e no, non mi sono sbagliata. Ho trovato esattamente l’atmosfera che stavo cercando.
Alcuni accadimenti li ho previsti ma non mi ha disturbato, è stato un po’ come guardare quei film di Natale. Lei scappa dalla città va in paese e si innamora del ragazzo che non ne è mai uscito. Avete presente? Ecco, ogni tanto qualche lettura rassicurante non guasta. Specialmente per chi, come me, ha ripreso a leggere da pochissimo.
Consigliato per chi è in cerca di una storia commovente, delicata e a lieto fine. Non rimarrete delusi. La scrittura è semplice e scorrevole e questa volta non ho fatto molta fatica con i nomi (miracolo!).
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