Sylvia
La trama
«Un contagio visionario» percorre il Greenwich Village dei primissimi anni Sessanta – la terra di nessuno fra la Beat Generation e i figli dei fiori. E proprio nel cuore del Village, mentre «un bizzarro delirio aleggia nell’aria», una coppia di studenti, imprigionati in una livida ossessione d’amore, sprofonda giorno dopo giorno in un allucinato inferno coniugale. Sotto le loro finestre MacDougal Street è «un carnevale demente», scandito da Elvis Presley e Allen Ginsberg; e intanto la loro folie à deux, «impigliata nel suono delle proprie urla», precipita fatalmente verso un esito devastante. Ispirato alla storia vera del suicidio della prima moglie di Leonard Michaels, Sylvia è uno di quei romanzi che, terrifici nella loro profonda verità, si insinuano quasi inavvertitamente nella mente del lettore – e vi rimangono per sempre.
– Struggente –
Sylvia di Michaels Leonard (Adelphi) è un libro difficile, inquietante e… magnifico. Non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, dovevo assolutamente sapere come sarebbero andate avanti le vite dei protagonisti. Volevo, e dovevo, quasi fosse un’esigenza, scoprire se il loro amore sarebbe sopravvissuto e in quale forma.
Siamo negli anni Sessanta, Sylvia e Leonard si innamorano come tanti ragazzi della loro età. Ma quella che sembra una storia normale, seppur particolarmente passionale, si trasforma ben presto in un’ossessione.
Leonard sogna di fare lo scrittore ma di fatto non ha ancora combinato nulla nella vita, Sylvia studia all’università con profitto ma anche con grande sforzo. Ben presto la loro vita, decidono di andare subito a convivere, prende sfumature inquietanti. Ferocia, paranoia e sofferenza sono all’ordine del giorno. Le ore trascorse insieme sono scandite da discussioni, insulti, sesso sfrenato che lascia insoddisfatti entrambi, e tante, troppe, lacrime.
Spesso le liti cominciavano senza preavviso. Io stavo dicendo qualcosa di banale e neutro, ma a un tratto ecco che Sylvia si irrigidiva, fissandomi. Buttava il telefono giù dal suo ripiano. Io smettevo di parlare, sobbalzavo, bruscamente richiamato all’attenzione. Lei gettava per terra la tazza e il piattino che prima erano accanto al telefono e che si frantumavano al suolo. Adesso urlava, mi accusava, e a mia volta le urlavo contro.
Rinchiusi in una minuscola stanza si comportano come due persone che si odiano ma che non possono far altro che nutrirsi a vicenda, e quindi nutrire un amore malato. Attorno a loro ruotano figure altrettanto particolari. Agatha, imprigionata in uno schema di vita che la destina alla sofferenza, e altri amici che “lavorano” nel campo della droga.
Stesa sul divano nel nostro appartamentino infestato dagli scarafaggi, con indosso il vestito più chic del negozio più chic, Agatha esibiva le sue storie di abominio. Eano la sua vita. Quasi nient’altro la interessava. Aveva tutto ciò che voleva, ogni piacere, ogni dolore. Dalla boutique elegante al locale malfamato, quella cosetta esangue e incolore bruciò sul filo più tagliente degli anni Sessanta finché la madre non la fece rinchiudere in un manicomio di Manhattan.
Passeranno mesi, e poi gli anni turbolenti. I due decideranno di sposarsi ma la paranoia di Sylvia raggiungerà livelli sempre più preoccupanti. Ai dolori psicosomatici si aggiungeranno, il sospetto di tradimento e l’insofferenza verso qualunque tipo di attività del marito, trasformando questa relazione in un incubo dal quale Leonard vorrà uscire ad ogni costo. Quale prezzo sarà costretto a pagare lo scrittore senza pretese? Come sarà la sua vita senza Sylvia? Riuscirà davvero a stare lontano da lei?
«Come un bambino in preda a un accesso di collera, lei restava impigliata nel suono delle proprie urla. Urlava perché stava urlando, urlando, urlando, come se costruisse una sua stanzetta di rabbia, con se stessa al centro».
Sylvia è…
Un libro che genera incubi. Tratto da una storia vera, racconta la vita di Sylvia Bloch, prima moglie dell’autore, è talmente intenso da togliere il fiato. Amore, malattia, impossibilità di stare lontani… tutto contenuto in meno di 150 pagine. La potenza del libro è devastante.
La scrittura è scorrevole, impossibile staccarsi. Consigliato a tutti quelli che hanno voglia di una lettura impegnativa, che stupisce e lascia, proprio come nelle storie reali, l’amaro in bocca.
2 COMMENTI
Rosaria Converti
4 anni faLo leggerò prestissimo
LiberoVolo
7 anni faCiao! Bellissima foto e bella recensione! Mi ha proprio incuriosita. Questo libro mi aspetta da un po’ dentro il kindle… lo annoto come una delle prossime letture! 🙂