Trilogia di Holt
La trama
Il cofanetto della Trilogia di Holt è il punto di arrivo di un’esperienza di lettura.Chi ha già conosciuto l’opera di Kent Haruf e chi invece desidera conoscerla può farlo partendo da questa edizione a tiratura speciale e limitata che raccoglie Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo – già usciti singolarmente tra il 2015 e il 2016.Holt è una città immaginaria. Ma la comunità che la anima è unica e universale allo stesso tempo. La forza della Trilogia è proprio la capacità di coinvolgere tutti i lettori, toccando corde di umanità che ognuno di noi può ritrovare in se stesso. Una città dalla fisionomia ben precisa e sapientemente illustrata da due mappe: una ‘geografia dell’immaginario’, che rende visibili le strade, gli incroci, i luoghi di incontro, disegnata da Marco Denti; seguita da una ‘geografia del sentimento’, con le case, le vicinanze, le dimensioni più intime e familiari, disegnata da Franco Matticchio. Insieme creano una ‘traccia nascosta’ che impreziosisce l’opera.
Una nota di Cathy Haruf, moglie di Kent, completa il percorso offrendo uno sguardo sulle fasi della scrittura.
– Familiare –
Solo quando ho finito di leggere Benedizione, ho scoperto che questo è in realtà l’ultimo volume della Trilogia di Holt. L’autore stesso, Kent Haruf, in una lettera, ha parlato di Trilogia sciolta. Canto della pianura, Crepuscolo e Benedizione, sarebbero tre romanzi a se stanti. (Per leggere la lettera dell’autore cliccate QUI). Eppure, ora che li ho letti, preferisco presentarveli nell’ordine cronologico e non di pubblicazione da parte di NNE.
Perchè la Trilogia di Holt è familiare? Il motivo è molto semplice, mi sono bastate poche righe per sentirmi totalmente immersa nell’atmosfera di quel paesino immaginario. Non è una frase fatta, e il perché lo capirete leggendo le recensioni. In ogni volume ho trovato qualcosa di me, qualcosa della mia famiglia, dei drammi che abbiamo subito, delle prove che abbiamo superato. Ho sentito la tenerezza verso le persone anziane, l’irritazione verso quelle estremamente negative che però fanno parte comunque del paese; l’amore per la propria terra; ho capito l’attaccamento verso quel negozio di ferramenta, i sacrifici fatti per tenerlo in piedi. Mi è sembrato di vedere i volti degli abitanti che ogni domenica si recano in chiesa, chi per credenza, chi per abitudine, chi per spirito di gruppo. Li ho visti mentre si indignavano di fronte alle parole del reverendo Lyle. Come si fa a porgere l’altra guancia ai terroristi?
In Canto della pianura ho trovato i miei amici da ragazzina, Ike e Bobby, in Crepuscolo ho trovato la voglia di cambiamento che a volte mi assale, quella di un fratello McPheron; in Benedizione ho rivissuto la perdita più grande della mia vita.
Canto della pianura
Canto della pianura. Trilogia della pianura
La trama
Con "Canto della pianura" si torna a Holt, dove Tom Guthrie insegna storia al liceo e da solo si occupa dei due figli piccoli, mentre la moglie passa le sue giornate al buio, chiusa in una stanza. Intanto Victoria Roubideaux a sedici anni scopre di essere incinta. Quando la madre la caccia di casa, la ragazza chiede aiuto a un'insegnante della scuola, Maggie Jones, e la sua storia si lega a quella dei vecchi fratelli McPheron, che da sempre vivono in solitudine dedicandosi all'allevamento di mucche e giumente. Come in "Benedizione", le vite dei personaggi di Holt si intrecciano le une alle altre in un racconto corale di dignità, di rimpianti e d'amore. In particolare, in questo libro Kent Haruf rivolge la sua parola attenta e misurata al cominciare della vita. E ce la consegna come una gemma, pietra dura sfaccettata e preziosa, ma anche delicato germoglio.
– Malinconico –
I protagonisti di Canto della pianura non potrebbero essere più diversi tra loro. Guthrie è un insegnante, Victoria una studentessa con un dramma da affrontare, Ike e Bobby due ragazzini di campagna con la voglia di scoprire il mondo. E ancora troviamo i McPheron, i burberi dal cuore grande abituati alla solitudine, Maggie… le loro vite sembrano tutte su binari diversi, eppure sono destinate ad incrociarsi.
Ogni capitolo è affidato a un personaggio che racconta immagini, sensazioni e avvenimenti. Centrale la vicenda di Victoria che diventa la coinquilina dei Mcpheron.
Quella ragazza ha bisogno di qualcuno e sono pronta a fare qualsiasi cosa. Ha bisogno di una casa per questi mesi. E anche voi – sorrise – dannati vecchi solitari, avete bisogno di qualcuno. Qualcuno o qualcosa di cui prendervi cura, per cui preoccuparvi, oltre a una vecchia vacca fulva. C’è troppa solitudine qui. Prima o poi morirete senza aver avuto neppure un problema in vita vostra. Non del tipo giusto, comunque. Questa è la vostra occasione.
Un romanzo corale, tante voci che sembrano una, diverse vicende che si uniscono fino a diventare una sola: la storia di Holt.
Crepuscolo
Crepuscolo. Trilogia della pianura
La trama
Siamo a Holt, Colorado. La vita dei vecchi fratelli Harold e Raymond McPheron è cambiata da quando hanno accolto alla fattoria Victoria Roubideaux e la piccola Katie, ma ora la ragazza ha deciso di andare all'università e di trasferirsi a Fort Collins. A poca distanza dai McPheron vive DJ, un ragazzino orfano che si prende cura del nonno. DJ fa amicizia con Dena, la figlia della vicina, e la sua storia si lega a quella di Joy Rae e del fratello Richie, che vivono in una roulotte con la famiglia e sono a carico dei servizi sociali, sotto le cure attente di Rose Tyler.
– Potente –
Crepuscolo è il secondo volume della Trilogia di Holt e questo è strettamente legato a Canto della Pianura. Ancora una volta ci troviamo in compagnia dei due fratelli Mcpheron e della giovane Victoria che ha avuto una bambina, Katie. Scopriamo così i loro cambiamenti, la loro evoluzione. A poca distanza da quel curioso trio, vive DJ, un ragazzino orfano che si prende cura del nonno. Ai personaggi già noti si vanno ad aggiungere protagonisti nuovi: Dena, e con lei Joy Rae e il fratello Richie. Costretti a vivere in condizioni disumane, in una roulotte, con genitori disturbati e uno zio violento. Quest’ultimo è praticamente l’unico personaggio negativo che Haruf condanna senza appello. Non suscita pietà, né comprensione.
Stava cercando di trovare parole che potessero servire a qualcosa, ma nelle lingue che conosceva non ce n’erano di adeguate al momento o capaci di cambiare minimamente la situazione. Rimasero in silenzio per un po’.
La tranquillità che si era instaurata in Canto della pianura viene ben presto spazzata via. Anche in questo romanzo le voci si mischiano, le vicende si intrecciano e tutto assume un’atmosfera familiare. La storia di Crepuscolo però è al tempo stesso cupa e piena di speranza. Il lettore cerca di digerire vicende dure, a tratti crudeli, difficili da accettare. Facciamo ancora una volta i conti con la perdita di un personaggio caro, dico ancora, perché mentre leggevo facevo fatica a distinguere realtà e fantasia.
Nonostante le vicende negative, Crepuscolo è un inno alla vita. I personaggi di Haruf, proprio come quelli della vita reale, non si arrendono. Prendono in mano il proprio destino, provano a cambiare la loro esistenza partendo dai piccoli gesti, andando al bar a bere una birra, rivolgendo il sorriso a una sconosciuta. Fanno di tutto per uscire dalla condizione cupa in cui sono precipitati tempo prima. Rompono il silenzio.
Era come se non prendesse neppure in considerazione la possibilità di muoversi, come se pensasse che restando accanto al suo letto, evitando di muoversi, potesse impedire che succedesse qualcos’altro, a lui o a qualsiasi altra persona al mondo a cui voleva bene.
Benedizione
Benedizione. Trilogia della pianura
La trama
Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie Mary e la figlia Lorraine gli sono amorevolmente accanto, mentre gli amici si alternano nel dare omaggio a una figura rispettata della comunità. Ma nel passato di Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank, che è fuggito di casa per mai più tornare, e il commesso del negozio di ferramenta, che aveva tradito la sua fiducia. Nella casa accanto, una ragazzina orfana viene a vivere dalla nonna, e in paese arriva il reverendo Lyle, che predica con passione la verità e la non violenza e porta con sé un segreto. Nella piccola e solida comunità abituata a espellere da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non sarà l'unico a dover fare i conti con la vera natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell'amore. Kent Haruf affronta i temi delle relazioni umane e delle scelte morali estreme con delicatezza, senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima con il lettore che ha il tocco della poesia.
– Struggente –
Il romanzo si apre con Dad e Mary in uno studio medico. Hanno appena ricevuto delle notizie terribili, Dad ha il cancro e non sopravviverà. Da lì comincia e finisce tutto. Centinaia di pagine in cui questa famiglia spezzata, perché manca un componente fondamentale, attende la morte.
Se ne stava seduto nella veranda davanti a casa, sorseggiando la birra e stringendo la mano della moglie. Il fatto era che stava morendo. E’ di questo che parlavano. Prima della fine dell’estate sarebbe morto. Entro l’inizio di settembre quel che restava di lui sarebbe stato ricoperto di terra nel cimitero tre miglia a ovest della città. Qualcuno avrebbe scolpito il suo nome su una pietra tombale e sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.
Dad progressivamente perderà le forze, e prima di buttarsi a capofitto nel proprio passato, ripercorrendo gli episodi salienti, piacevoli e non della propria vita, cercherà di sistemare il presente. Il mancato rapporto con Frank è un pensiero fisso per lui e per Mary, ma purtroppo su quello non possono intervenire. L’uomo si occuperà fino all’ultimo del suo negozio, controllando i conti e lasciando disposizioni ai soci. Ha trascorso tutta la sua vita dentro a quel ferramenta, costruito con fatica e sacrifici.
Non voglio ancora che tu te ne vada, disse lei. Si allungò e gli prese una mano. Non voglio. Aveva le lacrime agli occhi. Non sono pronta.
Lo so… uno di questi giorni sarà meglio se chiamiamo Lorraine, disse lui.
La vita di Mary e Lorraine, la figlia, è scandita dall’attesa della morte ma inevitabilmente quando arriverà quell’appuntamento non saranno pronte. Attorno a loro, proprio come nei paesi reali, ruotano le vite di altri personaggi. Quelle della vicina Berta May, con la nipote Alice e quelle di Willa e Alena Johnson. A loro si aggiungerà anche quella del reverendo Lyle, padre e marito che sta vivendo un momento molto difficile a casa e con le sue parole sconvolgerà la comunità intera. Vite straordinariamente normali, contestualizzate in un paese straordinariamente normale, eppure, per Dad ho pianto, anzi singhiozzato, per Lyle mi sono infuriata, anche se dopo ho riflettuto meglio, e per Alice ho provato una tenerezza infinita.
E questo ha reso questo romanzo straordinario. E’ anche quello che mi è piaciuto di più perché durante le battute finali si scorge la bellezza del sentirsi uniti. Tutti gli abitanti tendono le loro mani, la perdita non è solo di Mary e Lorraine, ma di ogni persona che vive ad Holt. D’altronde vivere in paese significa questo.
La trilogia di Holt di Kent Haruf è…
Un’opera da leggere. I libri belli vanno letti, niente di più, niente di meno. La scrittura è scorrevole, le descrizioni sono accurate e dettagliate. I personaggi sono pieni di debolezze, come nella vita reale, e di punti di forza. Ci sono molte vicende negative, sono storie di sofferenza, specialmente quelle in cui vengono coinvolti i bambini. Bimbi abbandonati, picchiati, costretti a crescere troppo in fretta. Ragazzini infelici, adulti piegati dalla vita… eppure il messaggio di Haruf è di speranza. Sono tutte persone che vengono sì abbattute ma alla fine si rialzano sempre. La vita non è nient’altro che questo: resistere alle avversità e trovare la bellezza nelle vite ordinarie, nei gesti abitudinari e perchè no, banali.
Ci vuole una penna straordinaria per far sì che un lettore non si stacchi da questi tre libri. E’ quello che è successo a me. Lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di fare un viaggio, che hanno voglia di dimenticarsi di se stessi ma non hanno paura di imbattersi in quello da cui stanno fuggendo, Holt è uno specchio.
8 COMMENTI
Bordoli Albertina
3 anni faHo letto tutti i libri di Kent Haruf, compresi Vincoli, il suo primo e Resta a casa. Quando finisco di leggerne uno mi sento orfana, senza quella compagnia malinconica, ma mai disperata che traspare dai suoi personaggi. Sono persone normali, non certo eroi, ma le loro fragilità e debolezze vengono accettate con comprensione. Delicatia ed empatia, sono le parole che di getto mi vengono per definire i suoi libri. E anche speranza. È l’autore che preferisco in questi anni. Asciutto, scarno, sobrio, ma di un’umanità intensa.
lucy
5 anni fanon posso che essere d’accordo con ciò che ha scritto Alessandra: le sue sensazioni sono state anche le mie. Finora ho letto solo “le nostre anime di notte”, “vincoli” e “benedizione”, ma conto di proseguire la lettura degli altri. A me i suoi libri danno la sensazione di essere a casa e mi infondono serenità, nonostante certi passaggi tristi, nei quali inevitabilmente ci si può rispecchiare. Mi riportano alla mia infanzia, forse addirittura a quella dei miei genitori, quando il mondo era diverso e c’era un senso più spiccato di “comunità”, in cui gioie e dolori venivano sempre condivisi. Ho trovato lo stesso tono di leggerezza anche nei libri di Elizabeth Strout. Sono storie che comunque sia ti fanno stare bene.
teresa florio
5 anni faSobrio ma intenso, Benedizione e’ il libro piu’ struggente della Trilogia, forse xche’ tocca temi cosi delicati come la malattia e la morte.
Allcina Masetti
5 anni faNon ho tutto l’entusiasmo che ho trovato nelle frasi lette precedentemente. Certamente la lettura di questi libri è piacevole, portata da uno stile che scorre anche con chiarezza. Tutta questa leggerezza però non soddisfa e non da agli argomenti che spuntano dalle singole storie il peso necessario della loro realtà. E’ tutto edolcorato e al di la’ della piacevolezza rimane il sospetto che dei libri non rimarrà niente.
Alessandra - La lettrice controcorrente
5 anni fa AUTHORCapisco cosa vuoi dire e forse in parte sono d’accordo con te. Si capisce che ad avermi colpito è soprattutto un tema, quello della morte, che era (ed è ancora purtroppo) un nervo scoperto per me. Questo ha condizionato tutta la mia lettura.
Valentina
6 anni faCondivido tutte le recenzioni sulla Triologia (slegata) di Holt che ho “divorato”. Personalmente ho iniziato da “Vincoli. Le origini di Holt” , fuori dalla Triologia, e concluso con “le nostre anime di notte” (anch’esso fuori dalla Triologia). Il romanzo che più mi ha coinvolto e successivamente mi ha permesso di meglio immergermi nelle emozioni trasmesse da Haruf, e’ stato proprio Vincoli. Invito alla sua lettura, senza anticipare nulla. Le nostre anime di notte mi ha fatto invece riflettere su come sentimenti umani, semplici e puri, possano essere soffocati da “sovrastrutture” sociali. Il senso del dovere e del piacere agli altri prevarica il soddisfacimento di proprie esigenze…eppure anche il “dovere” ed il “piacere” sono in fondo una propria esigenza….Buona lettura a tutti!!!
Assunta
6 anni faGrazie per la recensione. Ho già pronto il cofanetto non manca che alzarmi e andare a prendere il primo libro.
Alessandra - La lettrice controcorrente
6 anni fa AUTHORBuona lettura allora 😉