Tokyo Express
La trama
In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo.Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.
– Rompicapo –
Tokyo Express di Matsumoto Seicho (Adelphi) è un vero e proprio rompicapo da risolvere, un incrocio di orari, carte e coincidenze inspiegabili o quasi. Un poliziesco molto particolare, ambientato appunto, in Giappone.
Non sono un’amante degli scrittori giapponesi, non ho nemmeno grande esperienza in merito, ma quel poco che ho letto non mi ha mai entusiasmato particolarmente. La scrittura asciutta, il rigore scientifico nella conduzione delle indagini, la freddezza di alcuni personaggi, non fa per me. Mi piacciono i fronzoli, i personaggi che mostrano debolezze e forze; adoro immedesimarmi in alcuni protagonisti, odiarne altri. Azioni impossibili da realizzare, almeno per me, quando leggo storie di questo tipo.
Si era appena fatto giorno. Il mare era avvolto in una foschia lattiginosa. Shikanoshima, l’isola dei cervi, si vedeva a malapena. Tirava una brezza fredda e salmastra. L’operaio, col bavero alzato e il capo chino, procedeva a passo svelto. (…) Ma qualcosa di totalmente inatteso attirò il suo sguardo.
In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi ma per Torigai e Mihara, due investigatori, c’è qualcosa che non torna. I cadaveri sono quelli di Sayama, un importante funzionario e Otoki, bella e affascinante intrattenitrice in un ristorante.
I due non hanno avuto rapporti sessuali prima di morire, non hanno lasciato un biglietto… perchè si sono uccisi? Le amiche di Otoki non sapevano che avesse un amante, eppure pochi giorni prima del ritrovamento l’avevano vista in compagnia di un uomo, proprio Sayama, l’uomo che lavora per il ministero al centro di uno scandalo per corruzione.
I sospetti dei due investigatori, dopo la ricostruzione delle amiche della donna, si dirigono verso Yasuda che però ha un alibi di ferro, comprovato da carte d’imbarco e itinerari. Comincia qui un viaggio ossessivo confrontando orari di treni e aerei. Fondamentale capire perchè Yasuda voleva che Sayama e Otoki fossero visti insieme.
Il sospettato, esperto viaggiatore, una volta a settimana si reca a trovare la moglie malata, questo spiegherebbe il perchè della sua conoscenza così approfondita di partenze ed arrivi. Ryoko, la sua sposa, è costretta a letto da una grave malattia, Mihara andrà a trovarla per togliersi quel tarlo che non gli dà tregua. Ryoko è una donna malata, costretta ad essere accudita da anni, e che ha abbandonato presto la passione dei libri che l’annoiano, per dedicarsi a un’attività che stuzzica la sua immaginazione: guardare l’orologio e gli orari dei treni.
«E così, nel mio letto, mentre seguo con gli occhi i movimenti delle mie dita sottili, vedo in un solo istante, i treni fermi dell’intero paese. Folle di persone che salgono e scendono rincorrendo le proprie esistenze. Chiudo gli occhi e provo a immaginarmi la scena. L’orario mi racconta di treni che, seguendo le linee più diverse, si incrociano in questa o quella stazione. E mi appassiona. Il tempo obbliga i treni a incontrarsi, le persone a bordo, invece si incontrano solo per caso. (…) Quel libretto pieno di numeri e non solo di ideogrammi è divenuto ormai una delle letture che amo di più. Il mio diletto solitario , un sogno fluttuante».
Mihara continua la sua indagine fatta di numeri, controlli e tante domande.
Se si è convinti della colpevolezza di qualcuno bisogna fare più di un tentativo. Le persone tendono ad agire sulla base di idee preconcette, a passare oltre dando troppe cose per scontate. E questo è pericoloso. Quando il senso comune diventa un dato di fatto spesso ci induce in errore. anche se una situazione ci sembra chiara, con le nostre indagini dovremmo sempre cercare di capovolgerla e metterla in discussione.
Tokyo Express è…
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Consigliato per chi ama le storie poliziesche, lo stile asciutto e l’ambientazione giapponese. Lo consiglio anche a chi, come me, ha voglia di provare un genere nuovo e di sperimentare. Alla fine del libro, non solo è presente una cartina per far visualizzare al lettore le zone degli spostamenti, ma anche un glossario per facilitare la lettura.
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