La sovrana lettrice
La trama
Per un puro accidente, la regina d'Inghilterra ha scoperto quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali ripercussioni sul suo entourage, sui sudditi, sui servizi di sicurezza e soprattutto sui lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga. Perché oltre alle irrefrenabili risate questa storia ci regalerà un sopraffino colpo di scena - uno di quei lampi di genio che ci fanno capire come mai Alan Bennett sia considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo.
– Insolito –
[amazon_link asins=’B006BARV8W’ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c8699f59-2939-11e8-a832-69db265eca18′] La sovrana lettrice di Alan Bennett (Adelphi) è un libro insolito. La protagonista di questa breve opera è la regina Elisabetta… o meglio la sua passione per la lettura. Un amore, nato per una circostanza fortuita, che viene raccontato con ironia da Alan Bennet, brillante scrittore, drammaturgo e sceneggiatore inglese. Il filo dell’umorismo si ritrova in tutte le pagine e strappa dei sorrisi, a volte amari.
Galeotti fuorono i cani che un pomeriggio hanno cominciato ad abbaiare all’impazzata costringendo Elisabetta ad andare a recuperarli. E’ così che la nostra protagonista scopre la biblioteca circolante del distretto di Westminster. Fa la conoscenza del bibliotecario Hutchings e del giovane Norman. Da quel giorno la sua intera esistenza cambierà, prenderà il primo libro in prestito e da lì non farà altro che divorarne uno diverso a settimana, chiedendo addirittura consigli a quel giovane pel di carota.
La regina non era mai stata espansiva; l’avevano educata a non esserlo, ma negli ultimi anni, in particolare dopo la morte della principessa Diana, sempre più spesso le veniva chiesto di esternare dei sentimenti che avrebbe preferito tenere per sé. All’epoca, però, non aveva ancora cominciato a leggere, e solo ora si rendeva conto di condividere con altri quelle difficoltà; per esempio con Cordelia. La regina scrisse sul taccuino: «Anche se Shakespeare non lo capisco sempre, quando Cordelia dice “non riesco a trarre il cuore in bocca” condivido appieno il suo sentimento. Il suo problema è anche il mio.
A cambiare non saranno soltanto le abitudini della sovrana ma anche quelle della corte. Il lettore assiste a dialoghi surreali tra la monarca e il primo ministro. Elisabetta, che nel frattempo ha allenato la lettura, comincia a consigliare libri e a interrogare il politico. Dalle descrizioni dei colloqui riusciamo a disegnare l’espressione del primo ministro che passa dal ruolo di figura politica a scolaro di fronte all’esigente insegnante.
La sovrana intanto pensa alla letteratura come e un paese vastissimo e dai confini remoti che non potrà mai raggiungere. Senza contare il fatto che ha cominciato troppo tardi a leggere. Eppure questo non la fermerà e anzi, si troverà di fronte a un bivio. L’eterno dilemma tra vita contemplativa ed azione. Riuscirà a superarlo?
Adesso si sentiva troppo scissa in due. Leggere non era agire, quello era il problema. Anche a ottant’anni, lei era una donna d’azione.
La sovrana lettrice è…
Devo ammettere che La sovrana lettrice non mi è piaciuto moltissimo. Forse mi sono avvicinata al libro con troppe aspettative, dopo numerosi pareri positivi ho deciso di acquistarlo. Mi sono trovata di fronte una storia breve, simpatica e con un finale degno di nota. Eppure un po’ di insoddisfazione è rimasta… forse mi sarei aspettata, oltre alla marea di citazioni meravigliose, qualcosa di più. Avrei voluto sapere di più su Elisabetta. Quali libri l’avevano davvero colpita e perchè.
Non si mette la vita nei libri. La si trova.
Sarei stata curiosa di sapere quale vita ha trovato. Ho adorato il passaggio su Proust e sulla Ricerca del Tempo perduto. Scrivere della propria mediocre vita utilizzando il flusso di coscienza… perchè la regina ne è rimasta tanto colpita?
La sua vita è migliorata da quando riesce a dare forma ai propri pensieri, alle proprie emozioni, e questo Bennet lo fa capire, attraverso frasi e comportamenti, ma io non riesco a vederlo. Non riesco a vedere la metamorfosi. Forse perchè non era questo l’intento del libro. L’opera offre diversi spunti di riflessione, anche profondi sul significato della lettura e sul grottesco punto di vista di chi non riesce a condividere, o peggio ancora, comprendere questa passione.
Consigliato per chi ha voglia di sorridere per un paio d’ore leggendo una storia scorrevole e divertente.
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