Cerca...
TOP

RECENSIONE: Resto qui (Marco Balzano)

Resto qui - Marco Balzano - Einaudi
RECENSIONE: Resto qui (Marco Balzano)

Resto qui

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
20/02/2018

Pagine:
192
Genere:
ISBN:
9788858427880
ASIN:
B079SD1DKZ
Acquista:

La trama

Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come il paese di confine in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole.
«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare».
L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua materna è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora, per non perdere la propria identità, non resta che provare a raccontare. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle, nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace. E cosí, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all'improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l'altro, la costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine. Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina. Il nuovo grande romanzo del vincitore del Premio Campiello 2015, già venduto in diversi Paesi prima della pubblicazione.

 – Resistenza –

Resto qui - Marco Balzano - EinaudiFinalmente mi sono decisa a leggere Resto qui di Marco Balzano (Giulio Einaudi Editore). In attesa praticamente dal giorno di uscita, non riuscivo mai a trovare il momento giusto per cominciarlo. 

Ho letto pareri discordanti su questo romanzo e ora finalmente ho un’idea mia: è stata una lettura davvero piacevole, ricca di spunti ma non sono rimasta convinta completamente. Il racconto finisce troppo in fretta e io ho ancora troppe domande in sospeso. Ma procediamo con ordine.

Siamo in Alto Adice e la Seconda Guerra Mondiale è alle porte. La voce narrante è quella di Trina, una madre e moglie determinata a non lasciare il proprio paese.

Ci avessero domandato quel giorno qual era il nostro desiderio più grande, avremmo risposto che era continuare a vivere a Curon, in quel paese senza possibilità da dove i giovani erano scappati e tanti soldati non erano più tornati. Senza voler sapere niente del futuro e senza nessun’altra certezza. Solo restare.

Resto qui - Marco Balzano - Einaudi

Resto qui

Resto qui è scritto sotto forma di diario. Un diario che Trina sta tenendo per la figlia scomparsa… Trina è un personaggio di altri tempi. Una donna semplice e determinata che sembra non smarrire mai la strada, perché l’unica via è quella della resistenza.

Siamo a Curon, il paese che ha come simbolo il campanile che spunta dal lago artificiale, l’ultimo testimone delle esistenze cancellate dagli interessi economici e dalla guerra.

Premetto che ora ho una gran voglia di visitare questo paese nella Provincia di Bolzano, vorrei andare lì e immaginarmi gli occhi di Trina, la schiettezza di Ma’, sentire i passi della bambina perduta…

Non ti racconterò la tua assenza. Non ti dirò una sola parola degli anni passati a cercarti, dei giorni sulla soglia a fissare la strada. Non ti dirò di tuo padre che senza salutarmi esce di casa […]. Non ti dirò dei mesi in cui ciascuno di noi all’improvviso scappava, senza avvisare gli altri, e tutti e tre trovando la casa vuota pensavamo che prima o poi i boschi ci avrebbero inghiottito. Persi per sempre nell’insensato tentativo di riportarti qui. Dove non volevi più stare. (p. 51)

Trina racconta la propria adolescenza, le camminate con le amiche, le prime cotte… e la grande passione per l’insegnamento. Un fuoco che in Trina non si spegnerà mai, nemmeno quando deciderà di sposare Erich, schivo e silenzioso.  Le idee di Trina e degli abitanti dell’Alto Adige cambieranno:

Abbiamo inghiottito il rospo e combattuto con gli austriaci per ritrovarci italiani. Siamo riusciti a fare tutto questo perché eravamo convinti che fosse l’ultima guerra. La guerra per eliminare le guerre.

Resto qui - Marco Balzano - EinaudiErich e Trina per non piegarsi scelgono (come tanti altri abitanti) la via della fuga. Le montagne aspre e fredde diventeranno la loro casa. Gli spari e la paura i loro compagni di viaggio. Ed è qui, in questa parte che mi sento di dire: “Avrei voluto di più”. Più pagine sul desiderio di tornare nel proprio maso, più dettagli sulla vita trascorsa in clandestinità, più trasporto durante l’evento che cambierà per sempre le vite di questa coppia.

Purtroppo però, la fine della guerra non ferma il progetto della diga che minaccia la valle intera. Questo è il cuore del romanzo, la resistenza e l’attaccamento alla terra emergono finalmente vividi. Restare e difendere Curon è la scelta più coraggiosa da compiere, la più commovente, la più straziante. Perché sappiamo come vanno a finire queste storie: l’arroganza della politica,  il dio denaro non lascia scampo e condanna alla distruzione una valle intera.


Resto qui è…

Resistenza, coraggio, amore per le proprie radici. I personaggi che incrociamo non sono molti, ma sono tutti fondamentali. La saggezza dei genitori di Trina è disarmante e mi ha ricordato quelle vecchiette che si incrociano nei paesi dell’entroterra (della mia Liguria) hanno gli occhi dolci che si nascono dietro uno sguardo stanco, gli occhi di chi ne ha viste un po’ troppe:

Se Dio ci ha fatto gli occhi davanti ci sarà un motivo! É quella direzione che bisogna guardare, altrimenti li avremmo di lato come i pesci!

Mi è piaciuta l’idea di raccontare una storia vera, dare vita a dei personaggi inventati che chissà quanto si avvicinano alle persone realmente esistite. Gli interessi economici messi sotto accusa, la forza di una famiglia, la ribellione degli abitanti, tutto è di una potenza straordinaria ma nel complesso il romanzo mi ha lasciato “tiepida”. Forse è troppo breve e non ho fatto in tempo a calarmi nell’atmosfera. Sono tante le domande che vorrei farmi su Marica, tantissimi i dubbi sulla Trina fuggitiva… avrei voluto ascoltare più voci sulla diga e sulla distruzione che ha causato ma nel complesso è stata una lettura mlto piacevole.

Consigliato per chi ama le storie vere, per chi è in cerca di coraggio, malinconia, attaccamento alle radici. Vi riconoscerete in questa storia, o scorgerete qualcuno che avete conosciuto.

three-stars

«

»

1 COMMENTO

  • Maria Grazia

    I miei preferiti sono stati:
    L’amore non si arrende di Sidney Sheldon, un luogo chiamato libertà di Ken Follet, il tulipano nero di A. Dumas, se il grano non muore di André Gide. E la trilogia di Ken Follet. Più tantissimi altri che ho letto durante l’isolamento della pandemia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segui @lalettricecontrocorrente