Salvare le ossa
La trama
Un uragano minaccia la città di Bois Sauvage, Mississippi. Esch ha quattordici anni ed è incinta; suo fratello Skeetah ruba avanzi di cibo per i cuccioli di pitbull che stanno morendo nella polvere, mentre Randall e Junior cercano di farsi valere in una famiglia che sembra non conoscere la solidarierà. Nei dodici giorni che precedono l'arrivo devastante dell'uragano Katrina, i quattro fratelli orfani di madre si sacrificano l'uno per l'altro come possono. Uno sguardo potente e straziante sulla povertà rurale, Salvare le ossa è un romanzo rivelatore e reale, innervato di poesia.
– Violento –
Salvare le ossa di Jesmyn Ward (NN Editore) è un libro ricco di sfumature, il primo aggettivo però, che mi viene in mente per descriverlo è senza dubbio “violento”. Penso alla furia dei sentimenti, a quella dei combattimenti tra animali, a quella dell’uragano.
Esch è una ragazzina che vive in un mondo di uomini. La mamma è morta dando alla luce Junior, e non è una coincidenza che il libro si apra proprio con la descrizione di un parto, quello della cagna pitbull China. Non vengono certo risparmiati i dettagli durante la descrizione della nascita dei cuccioli, una danza tra la vita e la morte, tra orrore e meraviglia.
Il papà di Esch si sta preparando per l’arrivo dell’uragano Katrina, che nel 2005 seminò morte e distruzione in America. Se non sapessimo ciò che è realmente avvenuto, la lista di cose da preparare, da mettere in salvo, lo zelo di quest’uomo sembrerebbe maniacale, eccessivo. Ma i giorni trascorrono mentre i personaggi scrutano il cielo che non promette nulla di buono.
Insieme a loro ci sono Randall, il protettivo fratello maggiore e Skeetah, un ragazzo introverso che si prende cura del cane China. Intorno a loro ruotano altri personaggi, anch’essi maschili come Big Henry . Se Randall ha come obiettivo l’ottenimento della borsa di studio, Skeetah non lascia solo un momento il suo pitbull. E anche dopo il parto, non le farà disertare i combattimenti con altri cani. Sembrano tutti personaggi solitari, come Esch che trascorre questi dodici giorni di storia cercando di nascondere un segreto che non può mantenere. Ha quattordici anni e aspetta un figlio da Manny, un ragazzo che non ha nessuna intenzione di impegnarsi o di considerare Esch come un essere umano, ma più come una valvola di sfogo.
Uniti dal legame di sangue e divisi, forse, dallo stesso dolore: quello della perdita della mamma. Una figura che a volte, sembra un arto fantasma per i membri della famiglia. In alcuni momenti si sentono ancora come se lei fosse tra loro, come se potesse entrare da una porta qualsiasi di casa, e riprendere una conversazione interrotta anni prima.
Esch ha sempre incollato il fratellino piccolo che come tutti i piccini di casa, guarda con invidia le avventure degli altri membri della famiglia. Appassionata di letteratura, si paragona a Medea o a Euridice con un fardello troppo pesante da portare da sola.
(…) Tenevo le labbra aperte. Un’altra me stessa gli avrebbe leccato il sudore, ne avrebbe sentito il sapore salato.. Quella che ero invece, non si sarebbe avvicinata, non avrebbe sorriso mentre gli sbaciucchiava il collo. Rimaneva in attesa perchè non era come le donne del libro di mitologia, quelle che mi facevano divorare una pagina dopo l’altra: le ninfe incantatrici, le dee spietate, le madri devastatrici. Io, ninfa che aveva infiammato d’amore il cuore di un dio; (…)
Questa famiglia abita alla Fossa, sarebbe impossibile parlare dei personaggi senza parlare della natura che li circonda. Corrono nei boschi, si sdraiano sulle foglie, diventano la loro stessa terra, fino a quando Katrina, non li metterà di fronte a una prova difficilissima da superare.
Dopo giorni di preparativi e di tensione, l’uragano si abbatte sul Mississipi. L’acqua invade la Fossa, inclina la casa, minaccia di inghiottire gli abitanti. Il vento sdradica radici e fondamenta.
Siamo rimasti nel solaio scoperchiato finché non ci è venuto freddo, e il vento non ci ha congelato. Allora ci siamo stretti l’uno all’altro, cercando di trarre un po’ di calore da quell’abbraccio, ma non ci siamo riusciti. Eravamo anche noi un mucchio di rami bagnati e gelidi, macerie umane in mezzo a ciò che restava di tutto quanto.
Una battaglia dalla quale non si può uscire da soli. L’unione fa la forza, nella difficoltà, nel dolore, e anche quando la natura presenta un conto troppo salato da pagare.
La voce dell’autrice e quindi di Esch è spesso spietata, impietosa e fa venire voglia di urlare. I fratelli sono isolati nel loro mondo, quasi egoisti. Pensano ma non parlano, intrappolati nelle loro convinzioni mentre la pancia di Esch cresce.
Salvare le ossa è…
Salvare le ossa è un libro originale e forse anche per questo difficile. Getta luce su situazioni di povertà estrema, su questioni che troppo spesso vengono ignorate.
[amazon_link asins=’8899253838′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’b0c5bbdf-49ef-11e8-bbe1-4d71a7cf114c’]Una parte di me voleva sapere ad ogni costo come andavano avanti le vicende dei personaggi, specialmente della ragazza, giovane, spaventata e incinta. L’altra parte di me voleva fermarsi, era troppo da sopportare. Troppo orrore tutto insieme, troppa solitudine e troppa sofferenza. Ci sono dei passaggi che ho trovato davvero sgradevoli, avrei voluto chiudere il libro. La violenza dei combattimenti tra i cani mi ha disturbato e turbato. Le frasi sulle “femmine” deboli mi hanno disgustato.
Salvare le ossa è un libro violento… ma non senza speranza. La speranza di crescita, di un mondo migliore, con meno violenza, meno povertà e più amore.
Questo è il primo libro di una trilogia, un volume impegnativo e sicuramente è il tipo di romanzo che divide i lettori. I graffi sul cuore che lascia Salvare le ossa non andranno via molto facilmente.
2 COMMENTI
Boris
7 anni faBell’articolo… ma non credi che sarebbe il caso che tu mettessi anche il nome del traduttore? Le parole che leggi sono state trovate da lui (visto che non hai letto il libro nell’originale) e, se non sette camicie, ne avrà forse sudate tre per consentirti di goderti il romanzo (è un discorso che vale per ogni libro)
Ciao
Alessandra - La lettrice controcorrente
7 anni fa AUTHORCiao, in effetti è un’osservazione interessante che vale, come hai detto, per ogni libro. Appena ho letto il tuo commento ho pensato a Fernanda Pivano. Forse perché ho aperto il blog da soli sette mesi, o forse perché siamo abituati (ahimè) a dimenticarci dei traduttori, ammetto di non averci mai pensato!
Ti ringrazio per l’osservazione!