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RECENSIONE: I-dentity Gen (Paolo Di Petta)

I-Dentity Gen - Paolo di Petta - L'Erudita
RECENSIONE: I-dentity Gen (Paolo Di Petta)

I-identity gen

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
2018

Genere:
ISBN:
9788867703692
Acquista:

La trama

Passano tutti dalla Traversa, i personaggi di cui Greg racconta: Ghibli, detto "Il Pazzo", che gira la città vestito da soldato; il Salvador, pittore surrealista nichilista; Cecilia, il porto sicuro dove riapprodare e da cui fuggire sempre; Geppy, l'amico fotografo a caccia di spazi metropolitani vuoti, occupati per un istante occasionale da persone in transito. È dalla Traversa che parte anche Greg, il protagonista narrante di uno spaccato dell'ultima generazione analogica, alla ricerca di sé stessa e del proprio destino. Un manipolo di giovani, appena post-liceali negli anni Novanta, ai margini di una periferia metropolitana, che vive amori incerti, frugali, multipli, a tratti profondi, senza proteggersi dietro l'omologazione di un brand o di un'ideologia.

– Fragilità –

[amazon_link asins=’8867703692′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1cb725d5-9a0c-11e8-b189-d7cc8a1e9b20′]I-dentity Gen di Paolo Di Petta (L’Erudita – Giulio Perrone Editore) è un libro sulla ricerca dell’identità. L’autore ci mostra una generazione che cerca il proprio posto nel mondo. I personaggi si allontanano, si perdono ma in qualche modo riescono sempre a tornare alla Traversa.

Di Petta nella prefazione ci spiega che la generazione scelta è quella dei seventies, quelli che hanno vissuto i vent’anni nell’ultimo scorcio del Novecento, prima che tutto cambiasse. Prima che i ragazzi vivessero le relazioni virtuali, prima che mail, whatsapp, facebook (e chi più ne ha ne metta) cambiassero radicalmente il modo di vivere ed interpretare la comunicazione.

I protagonisti di questi frammenti di storie, siamo noi lettori che a turno ci caliamo nei panni di Ghibli, il Salvador, Cecilia, Geppy e Greg, l’autore non ci lascia scelta. Per qualche pagina diventiamo uno di loro e scopriamo che qualunque scelta, non è mai causale.

Chi sono queste persone? Sono ragazzi che vivono in periferia e, anche dietro a questa scelta c’è un motivo particolare:

La periferia è un modo di essere nel mondo, è uno sguardo decentrato sull’esistenza. Chi la periferia se la vive dentro è disincantato, è debole, è fragile. Qui non c’è posto per chi vuole vincere,qui è già stato giocato tutto ed è già stato perso tutto.

Hanno voglia di evadere e di vedere cosa c’è oltre alla Traversa. Da ragazzi, specialmente se cresciuti in paese o più o meno lontano dalle possibilità della città e/o del centro città, evadere diventa un vero e proprio bisogno ma il punto di partenza è altrettanto fondamentale: a casa tornerai sempre e fa poca differenza se con il pensiero o fisicamente.

La figura di Greg è complessa (quale figura non lo è?) sembra l’antitesi del fratello, invece è solo l’altra faccia della stessa medaglia. Entrambi lottano contro il sentimento di vuoto che sentono alla pancia dopo aver perso la madre. Greg mi ha fatto pensare a un pesce: anche quando sembri sul punto di prenderlo, quando sei lì lì per afferrarlo sguscia via. Si avvicina all’amo ma non si fa prendere mai. In lui il desiderio di fuggire si legge persino nel respiro.

Vesto largo, perché mi sento largo, nei sentimenti, nelle relazioni, nel modo di essere nel mondo.

Uno a uno vediamo i ragazzi partire. Accompagniamo Salvador che , che dopo essersi iscritto all’ufficio del collocamento ha trovato lavoro, durante la sua ultima sera insieme agli amici. Prostitute, alcool e volgarità regnano durante la serata ma… c’è un ma. C’è amarezza in quel saluto, malinconia, la paura del nulla…

Mi scaricano sotto casa, saluto il Salvador, gli dico che è l’unico di noi che veramente sta sperimentando il Nulla. Poi la loro macchina si perde nella Traversa, mentre io salgo le mie scale infinite verso il quarto piano di questo palazzone. Entro nel silenzio di casa, sento l’odore della mia famiglia, mi sento sporco, chiedo una tregua per tutta questa guerra.


I-dentity Gen è…

Un libro sulle fragilità. E’ una ricerca, un’avventura introspettiva. Questi ragazzi sembrano perduti: bivaccano tra prostitute, alcool, sesso senza legami. Non sono superficiali sono solo momentaneamente smarriti perché per ritrovare la strada hanno bisogno di perdersi.

Qualcuno farà ritorno diverso da come è partito, mentre qualcun altro non riuscirà a tornare: è la vita.

La scrittura di Paolo Di Petta sembra dura e magari anche cruda a primo impatto ma il suo è un lavoro di denudamento. Ci mostra i personaggi per come sono. I-dentity Gen è l’inizio di una storia che proseguirà forse con altri interpreti.

Consigliato per chi ha voglia di leggere una storia diversa dalle altre e non ha paura di guardare e accompagnare questi ragazzi alla conquista di nuove consapevolezze.

three-stars

Alcune note su Paolo Di Petta

Paolo Di Petta

Paolo Di Petta nato nel 1973, è ingegnere e lavora tra Napoli e Roma come manager nel settore industriale Aeronautico. Si occupa di innovazione tecnologica nel campo dei materiali avanzati e, in tale ambito, è parte attiva di diversi progetti in sinergia con Università e Centri di Ricerca nazionali ed europei. Di formazione umanistica, appassionato di cinema e letteratura, questa è la sua prima opera, che ha preso luce venti anni fa, poi smarrita, recentemente ritrovata e rivisitata.

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