Il silenzio di Laura
La trama
Alla vigilia del loro viaggio in Africa, Laura Maldonada Clapper e suo marito, Desmond, si trovano in una stanza d'albergo di New York. Sorseggiano scotch e soda, mentre aspettano l'arrivo dei loro tre ospiti: Clara, la figlia di Laura, frutto del suo precedente matrimonio; Carlos, l'eccentrico fratello di Laura; e Peter, un melanconico editor che Laura non vede da anni. Quella che doveva essere una tranquilla festa, però, si trasforma presto in un'acida, claustrofobica pentola a pressione, in cui rancori familiari mai assopiti scivolano lentamente in superficie a minacciare i cinque personaggi. Sin dall'inizio è Laura che manovra il crescendo di allusioni e di ostilità con crudeltà imperiale, gestendolo con abilità e astuzia.
– Claustrofobia –
Il silenzio di Laura di Paula Fox (Fazi Editore) è un libro che ho fatto molta fatica a leggere. La prima cosa che mi viene in mente pensando a questo libro è la sensazione di claustrofobia. Non vedevo l’ora di arrivare alla fine, di uscire da quella maledetta stanza d’albergo, dal ristornate e dalla storia.
Questo è il primo libro che leggo di Paula Fox e quindi non ho molti elementi per giudicare lo stile, ma se il suo intento fosse stato quello di seminare angoscia e inquietudine potrei dire che c’è riuscita perfettamente.
La storia sembra all’apparenza molto semplice e si apre con Laura e Clapper che si trovano in una stanza d’albergo e aspettano l’arrivo degli ospiti. Capiamo subito che qualcosa non funziona. Questa coppia di sposi ha qualcosa che stona. Lui si chiude in bagno per non sentire le lamentele di lei e… Laura è Laura. Fredda ma al tempo stesso focosa, indifferente ma sensibile a tutto. La compagnia dell’alcool non rende più piacevole l’attesa dei tre ospiti: Clara, la figlia di Laura, frutto del suo precedente matrimonio; Carlos, l’eccentrico fratello di Laura; e Peter, un melanconico editor che Laura non vede da anni.
L’angoscia di tutti gli invitati è palpabile è come se nessuno di loro volesse stare in compagnia dell’altro. Clara è quella più insofferente, sa che durante la serata sbaglierà tutto a partire da quel maledetto vestito francese.
Fra lei e Laura non c’era un abisso ma una presenza, scorticata e sanguinante. Laura aveva avuto quattro aborti prima di una quinta gravidanza portata avanti a sua insaputa un mese di troppo, che aveva generato Clara. La quale, in quel momento, disse a se stessa che si era intrufolata nella vita come una ladra.
Chiusi nella stanza d’albergo sembra tutto eccessivo. Carlos con la sua allegria fastidiosa quella risata contagiosa ma fuori luogo che rimbomba tra le pareti, le parolacce di Laura, la timidezza dell’editore e poi l’apatia di Clara: insopportabile. Cosa tiene uniti questi personaggi così diversi? Ovviamente Laura che non perde occasione per lanciare provocazioni e stilettate a tutti i presenti. Nessuno si salva sotto il fuoco di questa donna così enigmatica.
Nel pomeriggio, poco prima dell’insolita riunione, Laura ha ricevuto una telefonata che apparentemente non ha cambiato nulla. Lei e Clapper partiranno l’indomani per l’Africa e la nostra protagonista non ha nessuna intenzione di cambiare i programmi. Questa decisione dà vita al libro.
Centrali i pensieri di ognuno dei personaggi che viene attaccato, o comunque toccato da Laura. Grande assente, ma presentissima, è Alma, la mamma di Laura. Ad evocarla per prima con la mente è Clara che mentre pensa al turbamento che le provoca la presenza dei parenti, rivolge un pensiero alla nonna che di fatto, l’ha cresciuta e che ora si trova lontana in una casa di riposo.
Con le lacrime che le rigavano il volto, Alma si metteva a urlare che era stata «abbandonata» da tutti e si rifiutava di lasciarsi consolare in alcun modo finché Laura non le afferrava le mani e le diceva: «Be’, Mamà. Adesso basta con questa storia!». Dopodiché Alma, figlia vecchia di sua figlia, riprendeva a sorridere, ma con una tale mestizia… Certe volte Laura le aveva infilato in mano qualche dollaro. Li aveva «fregati» a Ed, diceva. Appena se ne andava – nessuno sapeva quando sarebbe ricomparsa – fra lei e la nonna scendeva un silenzio allibito e affranto, come se fosse morto qualcuno.
Una volta usciti dall’Hotel, ma solo dopo aver aspettato per interminabili minuti una telefonata, le cose non migliorano, anzi. La noia e il malessere spariscono per far posto all’irruenza di Laura che abbandonerà il ristorante lasciando i personaggi di fronte a una rivelazione da gestire.
Perché Laura si è comportata così? Il finale ci porta finalmente verso la risoluzione dell’enigma? Non so se le ultime pagine ci regalino realmente una soluzione, sicuramente ci mostrano tutta l’amarezza dell’autrice.
Il silenzio di Laura è…
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All’inzio il racconto è molto statico, è nella seconda parte che si decolla, ma sempre a livello interiore. Fox spoglia questi personaggi e mostra paure e angosce. Eppure qualcosa di questa storia non mi ha convinto. Non mi sono sentita in sintonia con nessuno dei personaggi e mi sono rimasti tanti punti interrogativi sui comportamenti (insoliti) dei membri della famiglia. L’ho letto ma non sono riuscita ad accorciare le distanze tra me e Fox.
Consigliato per chi ha voglia di una storia famigliare sopra le righe, angosciante, dolorosa e carica di interrogativi.
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