Poche rose, tanti baci
La trama
Maria Giulia, una donna separata e con figli, attraversa il percorso della malattia e della morte del padre provando la più profonda incapacità di amare e di perdonare. Scopre, leggendo vecchie lettere l'esistenza di una vita a Praga, e forse di un figlio segreto di suo padre, intraprende un viaggio da Napoli a Praga alla ricerca della verità che lei crede necessaria alla sua evoluzione. Il personaggio centrale della storia è quello del padre, che compare nel ricordo con il segno dell'arroganza che ha contraddistinto la sua giovinezza e maturità, ma colto ora nella sua fragilità di vecchio ammalato; vissuto attraverso il sentimento ambivalente che la figlia nutre verso di lui. Accanito a lei, l'ex marito, i figli, una vicina di casa e un viaggio di scoperta. In un doloroso scandaglio interiore fatto di ritorni al passato e di ferite mai sanate, Maria Giulia indaga nell'estraneità dei sentimenti che l'hanno accompagnata per tutta la vita. Uno spiraglio di speranza, per dare un senso alla morte e alle relazioni, le permetterà di aprirsi a una delle scelte d'amore più coraggiose.
-Dettagli –
Poche rose, tanti baci di Francesca G. Marone (Castelvecchi) è la storia di Maria Giulia, mamma di due figli, costretta a fare i conti con sentimenti e sensi di colpa.
Maria Giulia è una donna alle prese con tante domande e con alcune questioni irrisolte che hanno un forte impatto nella sua vita. Quello di Poche rose, tanti baci è un viaggio, Maria Giulia con la valigia in mano vola a Praga, ma soprattutto compie un’indagine interiore, difficile, impegnativa e dolorosa.
Non so cosa significhi avere un rapporto difficile con un genitore, sentirsi poco amata, o sentire una distanza incolmabile tra noi e chi amiamo. Quello che posso dire è che anche io ho un perso genitore e per me questa è stata una lettura davvero impegnativa. La penna di Marone è delicata però al tempo stesso ci ferisce perché ci denuda. Maria Giulia si spoglia di fronte a noi, mostrandoci pensieri ed emozioni, e noi a nostra volta, facciamo lo stesso.
Separata dal marito Giorgio, con il quale intrattiene un rapporto di amicizia, se così si può chiamare, è costretta a fare i conti con la malattia del padre. E questo per la protagonista è come una violenza, la malattia paterna irrompe nel suo quotidiano, confondendola, facendola soffrire, mettendola di fronte una volta per tutte alle proprie sofferenze.
Esiste un punto preciso in cui si inizia a perdere l’amore. E in quel crocevia di distrazioni e inganni ci perdiamo anche noi, sbagliamo strada e incappiamo nel’unica cosa in cui non dobbiamo cadere: la distrazione- L’amato non ci appartiene mai. Giorgio non è mai stato veramente mio, avrei dovuto inseguirlo, accarezzarlo come si fa con un oggetto fragile e di valore, proteggerlo non dalle minacce esterne, ma solo dalla mia tentazione di distrarmi da lui. E dimenticare l’amore.
Poche rose, tanti baci è anche una ricerca, quella dell’amore e dei suoi meccanismi. Maria Giulia non è mai riuscita a costruire un rapporto con il papà. Ci sono pagine in cui Marone ci fa stringere il cuore. Penso a una bambina timida, con lo sguardo basso perché oltre ad essere intimorita si sente anche sbagliata di fronte a questo papà ad intermittenza. La distanza che c’è tra loro è abissale e non è solo una questione fisica, misurabile in chilometri.
Maria Giulia ora è adulta e durante i tragitti all’ospedale per andare a trovare l’ingegnere, durante i compiti quotidiani, i ricordi di un’infanzia non vissuta a pieno riemergono. Quest’uomo autoritario, dallo sguardo severo e l’aspetto insoddisfatto non solo è un Don Giovanni, ma non riesce a trovare un canale per comunicare con la figlia. Nemmeno i regali di compleanno rientrano nei gusti di Maria Giulia che non riesce mai a trattenere la delusione.
Le ferite di questo rapporto problematico, accompagnano la protagonista per tutta la vita. Giorgio, durante gli anni di fidanzamento la spinge a smettere di essere figlia, ma come può buttarsi il passato alle spalle? Questa diventerà l’occasione giusta per riavvicinarsi, perdonarsi e andare avanti?
La nostra mente inganna come una maestra della bugia, buttiamo via frammenti e foto del passato, altri li ritocchiamo a piacimento. Forse sono solo gelosa. Vorrei ritoccare le mie foto ricordo. Potessi farlo anche con te, papà. Forse è questa la ragione che mi ha spinto fin qui. Ritoccare l’hard disk della memoria.
Dopo il primo difficile incontro in ospedale, Maria Giulia è costretta ad andare a casa del padre a svolgere delle commissioni. Lì troverà una borsa piena di lettere e alcune fotografie, sono gli oggetti che si porterà durante il viaggio a Praga.
Poche rose, tanti baci è…
[amazon_link asins=’8832821249′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’00cc071d-e4d8-11e8-9666-55a81e6bf724′]Un libro pieno di frasi da sottolineare, un racconto pieno di dettagli. Se mi concentro sento i battiti accelerati di Maria Giulia, il maledetto odore di disinfettante dell’ospedale, il rumore delle monete che tintinnano nel bagno di un Autogrill. E’ come se le sensazioni della protagonista fossero amplificate. Più è profondo il suo smarrimento, più forte ci arrivano le sensazioni che prova.
Non ho voluto svelare molto della trama, il piacere di questa lettura – che in diversi passaggi mi ha messo veramente alla prova – è nella scrittura stessa di Marone. Quasi tutti gli avvenimenti importanti, le svolte, avvengono all’interno del protagonista e una volta cominciato è difficile interrompersi. Non lasciatevi ingannare dalle pagine che sono poche, la lettura è intensa e impegnativa.
Consigliato per chi ha voglia di immergersi in una storia introspettiva e a tratti difficile, per chi ama i libri sull’amore, quelli che ci mettono di fronte alle difficoltà della vita e che comunque nonostante tutto, ci lasciano con il sorriso sulle labbra.
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