Dissipatio H.G.
La trama
Ultimo romanzo di Morselli, di pochi mesi precedente la sua tragica scomparsa, "Dissipatio H.G." (dove H.G. sta per Humani Generis) è anche il suo libro più personale e segreto, l’unico dove questo maestro del mimetismo ha scelto di porsi direttamente sulla scena. E lo ha fatto in modo così illuminante ed emblematico da far pensare a una confessione che valga da consapevole gesto di congedo. Il protagonista di "Dissipatio H.G.", uomo lucidissimo, ironico, ipocondriaco, e soprattutto ‘fobantropo’, attirato da un feroce solipsismo, decide di annegarsi in uno strano laghetto in fondo a una caverna, in montagna. Ma all’ultimo momento cambia idea e torna indietro. Il genere umano, proprio in quel breve intervallo, è scomparso, volatilizzato. Per il resto, tutto è rimasto intatto. Così, paradossalmente, l’umanità è ora rappresentata da un singolo che era sul punto di abbandonarla e che, comunque, non si sente adatto a rappresentare alcunché; neppure, a tratti, se stesso.
-Tempo –
Dissipatio H.G. di Guido Morselli (Adelphi) è un libro sull’apocalisse, sulla trasformazione e la distruzione del tempo. Sarò onesta, è stata una lettura molto difficile e ad oggi non credo di aver colto tutte le sfumature di questa breve ma intensissima opera.
Ho comprato questo libro perché ancora una volta, sono stata consigliata dalla comunità facebook di Billy – il vizio di leggere. La recensione di Angelo Di Liberto mi ha incuriosito e sapevo che sarebbe stato un viaggio impegnativo.
(…) come storico registrerò che si è instaurata l’Anarchia con l’abbattimento del suo nemico primordiale, il principio di proprietà. E si è instaurata nello stesso tempo la Monarchia nel valore categorico del termine, tutto il potere a Uno solo. Anarchia e Monarchia coincidono, ora e in me. Nessuno dispone di me, io dispongo di tutto.
Quelli che sembrano i vaneggiamenti di un pazzo, sono in realtà i ragionamenti, o meglio i lunghi monologhi del nostro protagonista che, durante la notte del 1° giugno ha deciso di togliersi la vita. Bisogna precisare che questa è stata l’ultima opera di Morselli, si suiciderà pochi mesi dopo.
Ma torniamo al nostro protagonista che ha deciso di morire dopo aver trascorso una vita ai margini di una società che non lo comprende, durante una notte precisa perché non vuole raggiungere i 40 anni. Proprio lui, suo malgrado si troverà a rappresentare l’umanità. Quella notte cambia idea, riemerge dalla grotta con il cuore che continua a battere mentre intorno a lui non c’è traccia di un solo essere vivente.
Dissipatio Humani Generis: il genere umano è evaporato, nebulizzato… scomparso e l’unico testimone di questa storia, dell’intera umanità e l’uomo che voleva morire.
Crisopoli è la città dell’oro e il nostro protagonista scopre solo un passo alla volta la scomparsa dell’umanità. Macchine abbandonate, letti disfatti, aeroporti deserti, carcasse di animali morti, hotel e negozi alla mercé dell’Uno. Il genere umano è assente, ma la mancanza è presentissima, insopportabile. Le case hanno l’odore della mancanza, gli oggetti, ma solo alcuni, spariscono.
La Dissipatio Humani Generis, o sublimatio, ha operato una distinzione sottile: le vanità terrene, anche se preziose e attaccaticce (i gioielli), restano giù, votate a corrompersi o a disperdersi, le vesti che, in quell’attimo, coprivano i corpi, hanno condiviso la sorte dei corpi che coprivano.
Morselli gioca per tutto il racconto: l’evento che ha fatto sparire gli esseri umani è realmente esistito? Sono loro ad essere morti o è il protagonista ad essersi ucciso?
E’ da lì che partono una serie di riflessioni a catena che portano a una delle più classiche delle domande: Cosa succede dopo la morte? Che cosa succede al tempo così come lo conosciamo?
Una spiegazione poetico-teologica la tenta Dostoevskij nei Demoni. La mette in bocca a un suo personaggio, certo Kirillov, se ricordo bene che dice: «Quando l’umanità sarà arrivata alla felicità vera, non esisterà più il tempo. Il tempo infatti sarà superfluo. I cari estinti, sono arrivati alla felicità vera?».
Il nostro personaggio è controcorrente, o comunque inadeguato per definizione. In un momento storico preciso (anni Settanta) lascia la città per la campagna. Come si può abbandonare la città dell’oro in nome della tranquillità?
Con i suoi quattrocentomila mercati, Crisopoli è positiva come la positività stessa. Disponibile a ogni cosa, tranne i miracoli. Zavorrata d’oro monetato nelle sagristie delle sue sessanta banche, non può levitare nel meraviglioso, o anche solo nell’imprevisto. La più alta concentrazione di ricchezza che si conosca.
Ovviamente quando tonerà a Crispoli troverà solo oggetti ad accoglierlo e mentre lo seguiamo nei ragionamenti e vorremmo comprendere l’immensa solitudine capiamo in realtà che non possiamo farlo. Si potrebbe vivere senza udire una voce umana? Se a farci compagnia fosse soltanto il disco registrato che ci dà l’ora esatta o fissa un appuntamento con un medico che non può riceverci?
No, non proverete sollievo arrivati alla fine del libro. Il protagonista trova uno scopo che sembra alleviare il suo malessere. Decide di attendere lo psicologo Karpinsky, lui verrà. È una certezza:
In tasca tengo, per lui, un pacchetto di Gauloises.
E questo suona come l’appuntamento con la morte. Inevitabilmente certo.
Dissipatio H.G. è …
[amazon_link asins=’8845927156′ template=’ProductAdDESTRA’ store=’lalettricecon-21′ marketplace=’IT’ link_id=’fa54751a-f932-11e8-ae81-3f24a229522e’]E’ un libro a tratti ostico. Non è sicuramente un tipo di lettura rilassante o “da svago”. Ammetto di aver dovuto rileggere molti passaggi. Il testo è ricchissimo di citazioni, riflessioni e frasi che ho sottolineato ma che ho dovuto “studiare” prima di capire.
Quando l’umanità sparisce, oltre agli oggetti cosa rimane? E qui faccio appello all’articolo di Di Liberto letto ad agosto, resta la parola scritta. E’ quella la traccia del nostro passaggio, della nostra coerenza. L’unica cosa che non morirà quando saremo morti noi.
Da bambina mi capitava di pensare al niente. Come sarebbe il mondo se non esistesse niente, di niente di niente? Ecco, come sarebbe il mondo se non esistesse il tempo? Quando moriamo il tempo smette di scorrere?
Consigliato per chi ha voglia e la pazienza di leggere e rileggere i passaggi, per chi non si ferma alle prime impressioni, per chi ha bisogno di sfide, di porsi sempre quella domanda in più. Perfetto per chi non si accontenta e non si spaventa di fronte a uno scenario assurdo che poi così assurdo non è.
2 COMMENTI
Giovanni
4 anni faMi sorprende trovare la tua recensione a un libro che ho letto secoli fa, che mi aveva lasciato un segno profondo,e che credevo di essere l’unico ad aver letto. Ricordo due cose in particolare: l’uscita dalla grotta,a cui cercavo di dare un senso collegandolo in qualche modo al mito della caverna di platone (ma non sono mai stato molto forte in filosofia). E per quanto riguarda la scomparsa dell’umanitá: in quegli anni si parlava di una bomba che avrebbe distrutto gli uomini senza danneggiare le cose…. che ne pensi? (E ora mi viene voglia di rileggere quel libro che anche per me fu il primo incontro con Morselli).
klement
5 anni faTraduciamolo in svedese perché Greta impari che il mondo potrebbe finire senza bisogno del cambiamento climatico