E parolle da gatta. Dizionario genovese-italiano di termini, locuzioni e proverbi, casti e no, dedicati all'amore e alla donna
La trama
Un n viaggio nell’amore per dire “ti amo” (o, come si dice in genovese, “te veugio ben”. Amore nei modi di dire, nei proverbi, nelle canzoni, nelle poesie, nelle fiabe e nella storia. Alcuni decenni fa Michelangelo Dolcino (autore del long seller “E parolle do gatto”, Erga edizioni) aveva considerato - pur rimanendo nell’ottica genovese - ogni possibile accezione dell’amore umano, dal più sublime a quello più sconsolatamente terreno ed effimero, annotando “tecniche” di corteggiamento, riti di fidanzamento e nozze, oroscopi amorosi, pratiche magiche... Nino Durante ne ha rivisitato il testo con delicatezza, avvicinandosi al palpitare dei cuori innamorati di oggi.
Nasce così “E parolle da gatta”.
L’elogio dell’amore attraverso la poesia nostrana; la sua nascita, con la relativa crescita, nelle fiabe classiche, raccontate in rima genovese; la genesi e lo sviluppo amoroso attraverso i nostri proverbi e i nostri modi di dire; l’amore cantato da Fabrizio De André nelle sue sfaccettature più amare e nello stesso tempo ironiche; personaggi della storia e del folklore genovese che hanno declinato il sublime sentimento in maniera esemplare, seppur in modi diversi, non disdegnando di sconfinare, ma solo con la punta dei piedi, in qualche espressione birichina.
Questa edizione completamente rivista e ampliata è destinata allo stesso successo delle “Parolle do gatto”. Un testo divertente, ironico, malinconico, che mostra l’anima di questa Liguria, nascosta come i suoi caruggi e che sa scaldare i cuori degli innamorati.
Buon mercoledì cari lettori. Oggi vi parlo di un libro originale e che mi sta a molto a cuore perché parla della mia terra. E parolle da Gatta di Michelangelo Dolcino (Erga) è una sorta di dizionario dal genovese all’italiano con termini, locuzioni e proverbi (casti e non), dedicati all’amore e alla donna. Questa edizione è stata riveduta e ampliata da Nino Durante e io mi sono divertita tantissimo a leggere certe espressioni.
La premessa doverosa è questa: in Val d’Aveto non si parla il genovese ma un dialetto che ha subito inevitabilmente delle contaminazioni. Attaccata all’Emilia Romagna e alla Val Trebbia, nel mio entroterra tante parole sono diverse, altre non esistono. E quindi per me il piacere della scoperta è stato grande e soprattutto divertente. Ho scelto di non fare una tradizionale recensione perché questo libro non è come gli altri e come tale va “trattato”. Si merita un discorso a parte.
La frase che ho sentito sul palco di Sanremo “Si parla più l’inglese che i dialetti i nostri”, mi ha colpito perché è profondamente vera. E i nostri dialetti sono la storia di genitori, nonni, storie di paesi, storie che fanno parte di noi e non possiamo permetterci di dimenticare.
E parolle da Gatta
Parole, modi dire e anche fiabe rivedute in genovese. In questo libro c’è un po’ di tutto ma soprattutto sono contenute le tradizioni della Liguria. A volte una parola come nel caso che vi riporterò di seguito, nasconde un ricordo:
VERDE – agg. Verde. «Fâ o verde», «fare il verde»: ci si riferisce a un curioso gioco diffuso tra fidanzati liguri sino all’inizio del nostro secolo, e che pare sussista ancora in qual che paese, specie dell’entroterra chiavarese. Nel mese di maggio la coppia si scambiava una o più foglie di bosso, custodendole poi gelosamente, giacché uno dei due innamorati poteva chiedere all’improvviso: «Fêua o verde!», «Fuori il verde». Se non si era in grado di obbedire all’ingiunzione, si dovevano subire rimproveri di scarso amore, ma anche il pagamento d’un pegno precedentemente fissato. A volte si avevano vere e proprie tragicommedie, quando uno dei giovani – fedifrago custode di più foglie – si confondeva nell’esibizione.
E che piacere ritrovare Fabrizio De André, il nostro cantautore che nelle sue canzoni celebra l’amore in ogni forma e senza pregiudizi. Mi è piaciuta tantissimo la parte D come “De André e l’amore con Jaminn-a, ratta dall’album Creuza de mä. Ovvero Jasmine e il sogno erotico di ogni marinaio.
Fabrizio De André , maestro cantore del sentimento, ne ha raccontato diverse tipologie, non ultimo quello che ha dato origine al professione più antica del mondo. Luoghi deputati a quest’attività a Genova, sono i nostri caroggi, prima attraverso le “case chiuse” e in seguito, dopo l’entrata in vigore della legge della senatrice Merlin che probabilmente prese alla lettera la loro “ragione sociale” e quelle case le chiuse davvero, con l’offerta da consumarsi, giocoforza, direttamente a domicilio.
Ci sono leggende, come quella del Pacciugo con la Pacciuga, una storia che risale al XIII secolo che io non conoscevo. Una favola fatta di vendette, attese e soprattutto amore. Ma non finisce qui, ci troviamo di fronte Biancaneve e Cenerentola in filastrocche divertenti e che ci lasciano spiazzati.
Non preoccupatevi, ci sono le traduzioni accanto ad ogni parola o modo di dire. Molto divertente provare a leggere a voce alta la parte in genovese. Chi lo parla già può rispolveralo con termini in disuso o semplicemente divertirsi a leggerlo e non soltanto a parlarlo, chi non lo conosce può imparare qualcosa di nuovo. Se ancora non si fosse capito… io mi sono divertita.
Consigliato per chi ama la mia Liguria, per chi ci abita, per chi vuole scoprire qualcosa di più. E’ stato bello leggere qualche parola prima di andare a dormire e scoprire favole e usanze che ignoravo. Una lettura d’intrattenimento ma ricca di spunti interessanti. E perché no, è anche bello leggere E Parolle da Gatta con un bel sottofondo musicale, magari proprio con Olidin, olidin, olidena. Chi non l’ha mai cantata?
Non finisce qui, chi volesse, e mi rivolgo agli amici genovesi e dintorni, può contribuire ad arricchire E parolle da Gatta: “Nelle scorse edizioni non pochi erano stati i contributi ricevuti dai lettori: vi invitiamo a fare altrettanto per questo E Parolle de gatta inviando una mail a parolledagatta@erga.it”.
Lascia un commento