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RECENSIONE: La bocca delle carpe (Michel Robert)

La bocca delle carpe Conversazioni con Amélie Nothomb - Michel Robert - Voland
RECENSIONE: La bocca delle carpe (Michel Robert)

La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
2019

Pagine:
104
Genere:
ISBN:
9788862433679
ASIN:
B07VP8V2B8
Acquista:

La trama

Michel Robert, scrittore e artista visivo, grande estimatore di Amélie Nothomb, raccoglie in questo libro una serie di conversazioni avute in anni passati con l'autrice belga. Scopriamo così le passioni di Amélie, i suoi gusti, la sua idea della solitudine, della sessualità, dell'amicizia e dell'amore inteso come ossessione assoluta. Ne ripercorriamo la vita, l'infanzia, le relazioni familiari, i suoi spostamenti nel mondo, dal Giappone all'Europa... Il ritratto di una donna straordinaria e affascinante, capace di confessare le proprie debolezze e ridere di sé stessa, di una scrittrice tanto sconcertante quanto ormai imprescindibile: 27 romanzi all'attivo, tradotta in 45 lingue, e la sorprendente cifra di 16 milioni di copie vendute nel, mondo.

 – Imperdibile –

La bocca delle carpe Conversazioni con Amélie Nothomb  di Michel Robert (Voland) è un vero e proprio incontro con l’autrice. Immaginate di trovarvi di fronte a una strana signora con un cilindro in testa, di nero vestita, che vi squadra con un sorriso appena accennato. Nasconde la timidezza o è pronta a prenderci in giro? Beh, quella signora stramba è l’amatissima, eccentrica, scrittrice  belga Nothomb.

La bocca delle carpe Conversazioni con Amélie Nothomb - Michel Robert - VolandLa bocca delle carpe ci dà proprio questa sensazione: essere con lei. Beviamo un caffè con Amélie e le facciamo tutte le domande che ci vengono in mente. Dal cibo alla scrittura, passando per la religione, l’amore e i rapporti familiari.  Scopriamo le sue abitudini di scrittura e approfondiamo il concetto di bruttezza. Nessuna risposta è scontata, niente quando si parla di Amélie  è tradizionale.

Perché si parli di conversazione e non di interviste è abbastanza chiaro leggendo il libro: Michel Robert chiacchiera con la scrittrice prendendo spunto dai suoi libri, da dichiarazioni recenti, fatti d’attualità e il grado di confidenza tra i due permette di andare oltre al classico schema domanda e risposta.  Il periodo delle conversazioni va dal 1995 al 2001 (e questo ha fatto sì che mi chiedessi per tutta la lettura se anche oggi Amélie risponderebbe così ad alcune domande).

I temi trattati sono tanti e il continuo alternarsi di curiosità, attualità, personalissime opinioni e ricordi familiari, conferisce al libro uno stile divertente e dinamico. L’ho finito in un paio d’ore e sono rimasta contentissima perché davvero Robert riesce a tracciare ” il ritratto di una donna straordinaria e affascinante, capace di confessare le proprie debolezze e ridere di sé stessa, di una scrittrice tanto sconcertante quanto ormai imprescindibile: 27 romanzi all’attivo, tradotta in 45 lingue, e la sorprendente cifra di 16 milioni di copie vendute nel, mondo”.

Amélie è generosa e non si nasconde: racconta tutto (o quasi) di se stessa. Non cerca di dimostrarsi diversa da quello che è e anche per questo i lettori la amano così tanto.

Sono nella stanza di scrittura di Amélie. C’è un vecchio cappotto in grossa lana, marrone chiaro, mangiato dalla tarme. Amélie nota il stupore e dice, un po’ imbarazzata:

– Ah no, per favore, non lo guardi, è…
Io la interrompo:
– Quindi è  vero, scrive con questo addosso!…
Allora, con voce soave, lei mi risponde:
– Tiene molto caldo, sa…
Terminata la conversazione, mentre sono nell’ingresso, mi dice: – Credeva che mentissi? E’ buffo, da quando ho quattro anno e mezzo tutti pensano che io menta, ma non è così…

Nothomb ha vissuto in Giappone (non vi svelerò perché il libro si chiama così, l’aneddoto è bello e non voglio rovinarlo) ed era fidanzata con un bravissimo ragazzo… finché qualcosa cambia:

– Questa voglia di scrivere l’accompagna sempre?
– Ormai scrivo da circa vent’anni. Ho cominciato al mio arrivo in Europa. Ma solo più tardi ho pensato a pubblicare. Non ho mai immaginato di farne un mestiere. Vivevo in Giappone dove lavoravo come interprete, fidanzata con un giapponese, molto giovane e molto ricco. E poi, all’improvviso, mi sono resa conto che forse il mio destino non era, in realtà, quello di essere giapponese. Ho mandato tutto a quel paese per tornare in Europa. Fu allora che scrissi il mio undicesimo manoscritto, Igiene dell’assassino, che due anni dopo venne pubblicato. Dunque tutto è capitato più per tentativi che per una reale vocazione.

Nothomb produce una media di 3.7 manoscritti l’anno. La sua routine di scrittura (chissà se è ancora così) è prima scrivere a mano, poi ricopiare con la macchina da scrivere. Scrive tutti i giorni e non sa cosa significhi avere paura di una pagina bianca.

-Ci sono giorno in cui non ha voglia di scrivere?
– No, mai! Ci sono giorni in cui lei ha voglia di non essere innamorato? Giorni in cui non ha voglia di respirare?

Amélie vomita ogni mattina, mangia  frutta andata a male, ha una vera e propria passione per la bruttezza, tanto da sentire il desiderio di congratularsi per chi raggiunge uno stadio di bruttezza “invidiabile” e non mediocre.

-(…) Sono giunta  alla conclusione che il bello possiede una qualità che non si esprime mai in modo tanto intenso quanto attraverso il suo contrario.
-Ma insomma, che le salta in mente!
-Perché dovrei negare che sono un essere perverso e che queste cose attirano? Spiego sinceramente questa attrazione, questa specie di ossessione per il ripugnante con il fatto che in fondo solo attratta dall’estrema bellezza.

(Silenzio)

Mi dispiace deluderla.

Con Amélie si ride, si sorride, si parla d’amore e di amicizia.  Esprime giudizi duri sul papa (allora Giovanni Paolo II) e si abbandona alle considerazioni sulla Bibbia: “Provavo un certo erotismo nel leggere quei testi”.

La bocca delle carpe è…

La bocca delle carpe Conversazioni con Amélie Nothomb - Michel Robert - VolandImperdibile, ovviamente per tutti gli amanti della scrittrice. Necessario per chi come me la conosce ancora poco, alla fine del libro l’ho amata ancora di più. Per chi non la conosce, La bocca della carpe può diventare un ottimo strumento per calarsi nei suoi romanzi, capirne un po’ l’atmosfera. Sono diversi i titoli citati da Robert e in tutti c’è tanto dell’autrice, della sua famiglia, dei suoi pensieri.

Ironica, pungente e profonda Amélie è un personaggio complesso, sembra uscita dai propri romanzi e non sempre sono stata d’accordo con lei ma ho trovato diversi punti in comune. Raccontarsi con quella leggerezza è una qualità invidiabile. L’unico difetto? Il libro è troppo corto e io voglio sapere ancora tanto. Non mi resterà che recuperare gli altri romanzi.

 

three-half-stars

Alcune note su Michel Robert

È autore di libri di interviste col danzatore e coreografo Maurice Béjart (Actes Sud, 2006) e il designer Jacques Martin (Dargaud, 1999). Amélie Nothomb ha scritto la prefazione al suo Pascal de Duve. Lettres à un ami disparu (La Renaissance du Livre, 2001).

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