Arruina
La trama
C’era una volta un paese in cui gorgogliavano i torrenti. Nel paese c’è una donna di mille anni che allatta bambini morti riesumati dalle ossa, un poeta che parla una lingua aliena, una vecchia con il latte nelle pupille, un contadino che in realtà è un cavallo, un matto che pesca lische di pesce dalla bocca di una tigre. C’è una terra piena di sterchi e pietraie, e chi vi cammina incontra presto la morte. C’è una città, che da questa terra non si può vedere, dove streghe chiamate Nerissime da millenni dissanguano i bambini e inghiottono acque acide da una fonte che le rende immortali. E c’è una bambina, un gracile corpuscolo di carne e sangue, di spirito e saliva, e nella bambina germoglia una maledizione antica: la sua nascita prosciugherà le acque della fonte mettendo in pericolo la vita delle Nerissime; solo la sua morte potrà garantire la sopravvivenza del male. Così, nottetempo, le streghe la rapiscono dal letto, e i disperati abitanti del paese, scortando i genitori della bambina, decidono di attraversare le asprezze della terra per salvarla.Arruina, opera d’esordio di Francesco Iannone, è una favola oscura che si rifà alla tradizione fiabesca meridionale, un romanzo che echeggia, intrecciandoli nel racconto di un’epopea inaudita, i traumi e le penombre delle fabule medievali, inquietanti e allegoriche, riscrivendole nella lingua del contemporaneo, in una storia in cui l’impossibile divora a ogni passo la realtà.
– Coraggio –
Arruina di Francesco Iannone (Il Saggiatore) è un libro difficile da raccontare. Iannone ci trascina in una favola oscura condita da poesia, attaccamento alla terra, magia, oscurità e luce. Elementi diversi, distanti, si fondono dando vita a una di quelle storie destinate a diventare tradizione. Un viaggio al centro della terra, dei propri sentimenti, lunghissimo e brevissimo: poco più di centocinquanta pagine per indagare l’animo umano e tornare.
Arruina è una favola, una di quelle fiabe dal sapore inquietante che sembrano scritte per spaventare gli adulti e non i bambini. Un mondo inventato fatto di realtà. Una prosa ricca e… viscerale. Un po’ come se per scrivere l’autore non avesse potuto fare a meno di tenere i piedi immersi nella propria terra: aspra e generosa.
Non è stata tanto la trama a colpirmi, quanto lo stile. Arruina mi ha preso in contropiede: pensavo che mi sarei trovata di fronte a qualcosa di prevedibile. L’originalità di Iannone è arrivata inaspettata e ha fatto senza dubbio breccia. Volete una prova? Basta leggere l’incipit del romanzo.
«Nascerà una bambina, e avrà il tuo sangue, e il tuo sangue ti giudicherà. Lo dice il vento che nascerà, lo dicono le voci di tutte le donne gravide nei letti. La tua bambina nascerà e con lei nasceranno altri bambini. E le loro madri soffriranno molto, e le sentirai sgravidare in solitudine, maledire le poltiglie precipitate fra le loro gambe. Piccoli luminosi cumuli di carne.»
Così mi dissero le vecchie del paese macerandosi ferocemente le mascelle. Rientravo quella sera dalla trebbiatura, la pula nel naso, la polvere appesa alle narici e una lanterna strillante nel buio. La luna fosca, la danza dei moscerini sul marciume dei frutti, le facce stantie di alcune vecchie col maccaturo che aureolava loro le tempie. Erano vecchie con le squame sul mento, con le guance grinzose delle rane. Avevano oscure maestà sepolte nei canali delle palpebre. E a me pareva di poterle sabotare con le mani quelle buie dicerie dei loro occhi. Sentivo parole emergere dal bianco dei loro denti con la foga del getto potente.
Arruina è una storia di disperazione. Dolore e sofferenza ci accompagnano in una ricerca forsennata e necessaria: quella di noi stessi.
Alcune vecchie signore predicono il futuro: la Sperduta verrà rapita dalle Nerissime, le streghe immortali. Verrà portata via dai suoi genitori perché la sua nascita mette a repentaglio l’esistenza delle streghe. Come? Prosciugherà la sorgente dalla quale si nutrono e questo non può succedere. Così i genitori della Sperduta intraprenderanno un viaggio all’inferno per riprendersi la figlia. Sangue, terra e morte saranno i compagni d’avventura dei protagonisti che verranno lacerati, feriti, abbattuti da ciò che incontrano sul loro percorso. Alla ricerca della sperduta anche la Briganta, il Poeta Antico, la Sciangata, il Matto e ‘O ‘Mpasturato, abitanti del villaggio.
Camminiamo come tuffando la testa dentro le carezze di un velo. Respiriamo con la fatica degli astronauti immersi in una galassia calcarea. I fiati reagiscono gonfiandosi negli occhi, eruttando nelle vene.
«C’è qualcuno?» chiedi forzando con dita invisibili i bulbi oculari. Ma solo il vento e le sue grida. Solo gli ammonimenti luminosi dei fulmini. Proviamo a varcare la soglia, Roccagloriosa è una grande medusa che agonizza sulla riva. Ci soffia negli occhi manciate di polvere che vediamo volare via dagli inguini delle montagne. I bambini immortali camminano come scandendo una marcia. Fanno il canto della fine. Fine di finimondo, di finte albe, fine di malalengua e capestuotoco e liscebusso. Fine di infinite volte diavolo e iastemma. Fine di fulgide armi buttate nella fossa dai fetienti.
Arruina di Francesco Iannone è…
Ero rimasta molto colpita dalla recensione di Angelo Di Liberto uscita su Repubblica Palermo. Una recensione che sottolineava il fatto che questo libro non è entrato (ingiustamente) nelle classifiche. Arruina è un libro coraggioso dal sapore antico ma al tempo stesso innovativo. Arruina è il coraggio di inseguire una luce, a costo di scendere nelle tenebre più oscure, è orrore, sconcerto. E ancora è ferirsi, stupirsi, ma rialzarsi. Ecco, forse le classifiche non sono ancora pronte per un libro così, in cui ci si interroga, ci si fa male, e dal quale si esce un po’ doloranti, ma sicuramente più consapevoli.
Chissà quanti riferimenti non ho colto, chissà quante cose da salentina o semplicemente da meridionale avrei riconosciuto, apprezzato. Ma la forza di Arruina è arrivata comunque, forte e chiara.
Consigliato per chi cerca una storia originale, fuori dagli schemi. Vi innamorerete di questa poesia magnetica e oscura e come me avrete sete di un’altra favola così.
Lascia un commento