Cuore di cactus
Protagonista di questa intervista Francesca Lizzio nata a Catania nel 1992, mix letale di sarcasmo e ironia. Una come tante, “o tutto o niente”. Per dare senso e ordine al suo groviglio interiore, nel 2015 ha aperto un blog, cuore di cactus, dove mette a nudo le sue spine e si racconta a lettori sparsi per tutta l’Italia. Per lei le parole non sono solo parole, ma sentimenti.
A marzo di quest’anno ha pubblicato, con Panesi Edizioni, Fiore di cactus.
Quando hai deciso di scrivere un libro?
In realtà non ho iniziato a scrivere questa storia pensando “Diventerà un libro”, ma perché dentro di me c’era un bisogno irrefrenabile di metterla semplicemente nero su bianco. Ho iniziato quasi per sfinimento, ero arrivata al punto in cui anche nei momenti più impensabili avevo per la testa i dialoghi dei personaggi. Detta così può sembrare che soffra di qualche disturbo della personalità o robe simili, ma giuro che non so come spiegarlo altrimenti. E’ stata la cosa più incredibile e indescrivibile che mi sia mai capitata.
Pubblicare un libro l’ho sempre considerato un sogno impossibile, uno di quelli che conservi nel cassetto e a cui ogni tanto ripensi. Non credevo che invece un giorno mi sarebbe stata offerta questa occasione, tant’è che quando si è presentata ho faticato parecchio prima di rendermene conto. Ero felice, stava succedendo veramente, ma non sono riuscita a crederci finché non ho avuto tra le mani la mia copia.
Come lo descriveresti in tre parole?
Viscerale, schietto, intimo.
Hai altri libri in programma?
Bé, diciamo che da qualche mese ho una nuova storia tra le mani. Non so dove mi porterà, per ora è lei che detta le regole.
Ti definisci una persona molto timida. Questa tua caratteristica è un limite?
Ti riassumo in breve la storia della mia vita per risponderti: timidezza scambiata per freddezza/stronzaggine/superbia. Sono veramente poche le persone che ho conosciuto e che hanno compreso questo lato di me, fino a volermi bene. La maggior parte delle volte mi ha creato dei problemi, finendo col ritrovarmi circondata da persone che oltre a non conoscermi davvero, mi giudicavano.
Sarebbe tutto più semplice se prestassimo attenzione a ciò che si nasconde dietro l’apparenza, se guardassimo oltre la superficie. Se non avessimo così tanta fretta di giudicare qualcuno. Chissà, magari saremmo anche più felici.
Hai trovato una sorta di rifugio nella lettura?
Tra le parole riesco ad essere me stessa senza avere paura. O meglio, riesco a dare un freno alla mia timidezza, la controllo meglio. E’ una cosa che io stessa a volte considero un mostro senza pietà, tanto che tempo fa ho coniato il termine “timifezza” in uno dei miei articoli sul blog.
Ad ogni modo, col tempo ho imparato ad accettarla. Si, m’infastidisce il fatto che con le persone mi serva sempre molto tempo prima di lasciarmi andare, mi dispiace che spesso non venga compresa. Ma ho scoperto che è un limite solo per chi non ha davvero voglia di avermi nella sua vita.
Hai aperto un blog che si chiama Cuore di cactus, di che argomenti tratti?
Il blog è nato come valvola di sfogo e si chiama “cuore di cactus” perché reputo il mio cuore un cactus a tutti gli effetti. Anzi, me stessa, un cactus a tutti gli effetti.
Stavo attraversando uno dei periodi più brutti della mia vita, sentivo l’enorme necessità di un cambiamento positivo. Così in un pomeriggio piovoso, mi sono decisa. Non credevo sarei riuscita a portarlo avanti a dire la verità, ma poi ho visto che c’era qualcuno a cui piacevano i miei pensieri, ho iniziato a ricevere dei messaggi e ho continuato. E poi stavo meglio, finalmente.
Scrivo di amore, amicizia, singletudine, dei miei pensieri e dei miei ricordi. Qualche volta scrivo anche di libri, di quelli che mi restano impressi nel cuore.
Quali libri preferisci?
Leggo di tutto, sono abbastanza onnivora. Qualche volta mi lascio guidare anche dal caso, dall’istinto e mi butto.
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Pingback: francesca.lizzio | cuore di cactus del 10/10/2017
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