Tra meno di un mese sarà il mio compleanno e tra qualche giorno invece finiranno gli sconti di due case editrici molto interessanti: Fazi editore e Il Saggiatore (se cliccate trovate i miei consigli). Questi invece sono i titoli che vorrei ricevere io in regalo perché non sto comprando e non ho intenzione di farlo per un bel po’. Lo sconto del 20% su tutti i titoli de Il Saggiatore e di Fazi editore dureranno fino al 31 ottobre.
Blue nights di Joan Didion
Sono passati sette anni da quando Joan Didion e John Gregory Dunne festeggiavano il matrimonio della figlia Quintana Roo. Joan Didion siede alla scrivania, sfoglia vecchi album e rivive quel giorno, i gelsomini del Madagascar nei capelli della figlia, il fiore di frangipani tatuato sulla spalla. Affiorano istantanee degli anni passati con Quintana in California: Malibù, la scuola di Holmby Hills, le stagioni «che arrivano in modo così teatrale da sembrare colpi di un destino inatteso». I ricordi spingono Joan Didion a interrogarsi sul suo essere madre, ora che la figlia è morta. A rileggere ogni evento della vita di Quintana in cerca di segni che forse non aveva voluto vedere. A fare i conti con il tempo che scorre, con la malattia e la vecchiaia. Blue Nights sono le ore lunghe e luminose del- la sera che a New York preannunciano il solstizio d’estate – «l’opposto della morte del fulgore, ma anche il suo annuncio» – e che Joan Didion passa a riflettere sulla fine della promessa, sull’inevitabi- lità della dissolvenza. Joan Didion con Blue Nights eviscera ed esorcizza la sofferenza personale attraverso la scrittura; trasforma il dolore che la assilla in un racconto universale sulla perdita e sul tormento.
Amatissimi di Cara Wall
Charles e Lily, James e Nan. Si incontrano nel Greenwich Village nel 1963, quando Charles e James vengono assunti per amministrare insieme la storica Terza Chiesa Presbiteriana, che sta affrontando tempi turbolenti. Le loro differenze personali, tuttavia, minacciano di dividerli. Charles è destinato a succedere al padre come stimato professore di Storia ad Harvard, fino a quando una conferenza non ortodossa sulla fede lo porta al ministero. Come può allora innamorarsi di Lily – fieramente intellettuale, elegantemente severa – dopo che lei gli dice con certezza che non crederà mai in Dio? James, il figlio più giovane di una difficile famiglia di Chicago, ha trascorso gran parte della sua giovinezza arrabbiato con il padre alcolista. La sua fuga lo condurrà da Nan, cresciuta nel Mississippi, figlia amata e devota di un ministro di culto.
Non voltarti di Dapnhe du Maurier
Una coppia decide di visitare Venezia nel tentativo di superare il trauma per la morte della figlia, e la loro strada si incrocia con quella di un’inquietante coppia di gemelle. Un tranquillo turista inglese in vacanza a Creta apprende un’antica e sgradevole verità sulla natura umana. In un laboratorio isolato un gruppo di scienziati cerca di scoprire l’essenza dell’anima. In questi racconti Daphne du Maurier fa scaturire il mistero e l’imprevisto dalle pieghe della vita quotidiana. La scrittura elegante e attenta alle descrizioni psicologiche trascina i suoi personaggi – e il lettore – in un crescendo di tensione che mette in crisi la realtà che credono di conoscere.
Wolf Hall di Hilary Mantel
Thomas Cromwell era il figlio di un fabbro di Putney. Un uomo capace di redigere un contratto e addestrare un falco, di disegnare una mappa e sedare una rissa, di arredare una casa e corrompere una giuria. Architetto machiavellico del regno di Enrico viii e artefice dei destini della dinastia dei Tudor, il protagonista del pluripremiato romanzo di Hilary Mantel emerge qui in tutta la sua contraddittoria umanità. Cromwell venuto dal nulla, dedito ai mestieri più disparati – mercenario in Francia, banchiere a Firenze, commerciante di tessuti ad Anversa – in virtù delle sole doti intellettuali; Cromwell, di cui il re si servirà per ottenere il divorzio da Caterina d’Aragona e sposare Anna Bolena, dando così un nuovo corso alla storia della Chiesa inglese. Hilary Mantel ci dà un ritratto dell’Inghilterra dei Tudor nel quale il fascino di un’epoca lontana conosce uno splendore rinnovato che, pur senza tradire la cronaca degli eventi, nulla ha in comune con la polverosa distanza di una remota pagina di storia: perché in Wolf Hall riusciamo a sentire l’odore acre della lana impregnata dalla pioggia e della terra sotto i piedi, il rilievo delle ossa sotto la pelle, il solco lasciato dai carri nel fango, il fruscio dei topi nei materassi. La pregnanza della scrittura di un’autrice già celeberrima in patria, che dà ora voce e sostanza al suo capolavoro, dilaga in una decodifica ironica e precisa della corte inglese: fino a mostrarne l’ossatura segreta, a ribaltarne le prospettive e il canone. E a regalarci un affresco storico straordinario.
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