Con un ritardo mostruoso, ormai ci siete abituati, lo so, oggi vi racconto i tre libri che ho messo nella mia lista per l’estate. Parlo di estate e non di vacanze perché appunto sapete che ho aperto la partita iva quasi un anno fa e le ferie probabilmente slitteranno in autunno (se va bene). Ma ho fatto comunque una lista di libri che vorrei leggere durante queste settimane.
Con gli occhi chiusi di Edurne Portela
Pueblo Chico è un villaggio perso nell’entroterra spagnolo e abitato solo da uno sparuto gruppo di anziani. Sembra un paese sonnolento e pacifico, ma le voragini di cui sono costellate le sue montagne e la nebbia densa, impenetrabile che spesso lo invade occultano antichi segreti, vendette che risalgono all’epoca della guerra civile. Quando Ariadna ed Eloy, una coppia in crisi alla ricerca di un nuovo inizio, vi si trasferiscono, certi incubi riemergono a tormentare i sogni di Pedro, il più strano degli anziani di Pueblo Chico. Pedro e Ariadna si studiano da lontano, non si conoscono ma sanno di avere un conto in sospeso da saldare, una vecchia storia che riguarda tutto il villaggio e forse la Spagna intera, che per troppo tempo ha chiuso gli occhi di fronte ai crimini della dittatura.
Divorzi di Susan Taubes
La storia di Sophie Blind comincia dalla fine: camminando per le strade di Parigi, la donna viene investita da un’automobile e perde la vita. Per lei è quasi una liberazione: da questa prospettiva privilegiata può osservare, rielaborare e intrecciare gli episodi della sua esistenza di adulta e di bambina, di ragazza e di intellettuale. Immigrata in America dall’Ungheria, figlia di uno psicanalista ebreo e nipote di un famoso rabbino conservatore, non crede in Dio né nella psicanalisi. Dopo anni di continui viaggi al seguito del marito, decide di porre fine a un matrimonio ormai soffocante; il marito in questione, filosofo donnaiolo, per tutta risposta le suggerisce di parlarne con l’analista. Mentre tenta di ottenere il divorzio, Sophie cerca anche di scrivere un romanzo, ma è costantemente disturbata dalle ingombranti figure maschili che le gravitano attorno. Nel frattempo ci racconta, con ironia, la storia della sua famiglia sullo sfondo delle vicende storiche ungheresi. Quando, dopo molti anni, tornerà nella sua città d’origine, anche le strade che conosceva non saranno più quelle che lei ricorda: saranno un sogno perduto, distrutto dalla guerra. E la sua sensazione di non appartenere ad alcun luogo ne uscirà ancora più rafforzata.
Attingendo alla propria esperienza, una vita itinerante sospesa tra Budapest e New York, passando per le fumose stanze d’albergo di Parigi, Susan Taubes compone un raffinato romanzo in cui con un’ironia spiazzante mette a punto un’intelligente disamina del patriarcato, vissuto da donna e da pensatrice.
Weyward di Emilia Hart
2019. Con il favore del buio della sera, la trentenne Kate fugge da Londra alla volta del Weyward Cottage, una vecchia casa di campagna ereditata da una prozia che ricorda appena. Avvolta da un giardino incolto su cui torreggia un acero secolare, la dimora la proteggerà da un uomo pericoloso. Presto, però, Kate inizierà a capire che le sue mura custodiscono un segreto molto antico.
1942. Mentre la guerra infuria, la sedicenne Violet è ostaggio della grande e lugubre tenuta di famiglia. Vorrebbe soltanto arrampicarsi sugli alberi e poter studiare come suo fratello, ma da lei ci si aspetta tutt’altro. Un pensiero inquietante, poi, la tormenta: molti anni fa, poco dopo la sua nascita, la madre è scomparsa in circostanze mai chiarite. L’unica traccia di sé che ha lasciato è un medaglione con incisa la lettera W.
1619. La solitaria Altha, cresciuta da una madre che le ha trasmesso il suo amore per il mondo naturale, viene accusata di stregoneria; rinchiusa nelle segrete di un castello, presto sarà processata. Un contadino del villaggio è morto dopo essere stato attaccato dalla propria mandria, e la comunità locale, coesa, ha puntato il dito contro di lei: una donna insolita. E le donne insolite fanno paura.
Ma le Weyward appartengono alla natura. E non possono essere addomesticate. Intrecciando con maestria tre storie che attraversano cinque secoli, Emilia Hart ha dato vita a un potente romanzo sulla resilienza femminile e sulla forza salvifica della solidarietà tra donne in un mondo dominato dagli uomini.
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