Il viaggio con Proust controcorrente è cominciato alla fine della scorsa estate, quando ho lanciato il progetto con timore e orgoglio, pensavo: “Qualcuno sarà così pazzo da stare con me un anno intero?”. La risposta è sì. Sapevo che non saremmo arrivate tutte in fondo, ma sapevo che la costanza avrebbe premiato le lettrici, sapevo che avrebbero provato quello che ho provato io: meraviglia, ammirazione e paura. Paura di questo scrittore immenso, capace di meravigliare e anche di mettere a dura prova la pazienza… questa lunga premessa per dire che sì, siamo quasi alla fine di questo viaggio e come mi capita spesso, vicina al traguardo, ho voglia di rallentare, di rimandare il momento in cui leggeremo la parola “fine”. Sento già la malinconia.
La claustrofobia de La prigioniera
Sono molto legata a questo volume. Questo è il volume della prigionia, dell’ossessione, della gelosia. La prigioniera è strettamente legato al primo, Dalla parte di Swann. Ci sono tutti gli elementi che ritornano e si amplificano.
Il narratore cerca sempre nuovi pretesti per stare male: non accompagna Albertine fuori perché vuole provare gelosia. Gelosia e amore coincidono: se manca una, non c’è l’altra. Albertine soffoca in questa atmosfera eppure non se ne va. E qui si è aperto un bel dibattito: perché non lo lascia? E perché, questo ce lo chiedevamo anche durante il volume precedente è così fumosa la sua figura? La nota può aiutarci:
Il diario di Proust controcorrente La prigioniera
Questo libro ci ha messo quasi tutte d’accordo. Il fastidio iniziale ha lasciato il posto alla meraviglia. Il narratore imprigiona la sua amata, la obbliga a rinunciare a tutto e prova a comprarla con regali costosi. Albertine è bugiarda, libera e controcorrente lo è fino a un certo punto. Non si illude, sa che “Marcel” non la sposerà e quindi rimane. Andreè da amica si trasforma in spia e ogni persona all’interno de La prigioniera si rivela uno strumento ad uso e consumo del narratore, che non scrive e guarda la vita passare con il disappunto della madre.
Le citazioni di Proust controcorrente
Ecco alcune delle frasi che abbiamo sottolineato. Questa volta, forse perché alcune di noi sono partite in ritardo e altre non hanno finito, siamo state più silenziose ma non per questo meno coinvolte:
Delle ali, un altro apparato respiratorio che ci permettessero di attraversare l’immensità, non ci servirebbero a nulla, perché se andassimo su Marte e su Venere conservando gli stessi sensi, questi rivestirebbero con l’aspetto medesimo delle cose della Terra ciò che ci fosse dato vedere. L’unico vero viaggio, il solo bagno di Giovinezza, non consisterebbe nell’andare verso nuovi paesaggi, ma nell’avere altri occhi, nel vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, nel vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è; e questo è possibile con un Elstir, con un Vinteuil, con i quali – e con i loro pari –noi voliamo veramente di stella in stella.
La morte degli altri è come un viaggio che noi stessi avessimo intrapreso e in cui – a cento chilometri, ormai, da Parigi –
ci ricordassimo di aver dimenticato due dozzine di fazzolet-ti, di non aver lasciato una certa chiave alla cuoca, di non aver salutato lo zio, di non aver chiesto il nome della città in cui si trova quell’antica fontana che desideriamo vedere. E intanto tutte queste dimenticanze che ci assalgono e che raccontiamo – tanto per dire – all’amico che viaggia con noi, ottengono come sola replica il rifiuto di prendere atto della banchina, del nome della stazione gridato dal ferro-viere, il che ci allontana ulteriormente dalle realizzazioni ormai impossibili, cosicché, rinunciando a pensare a cose irrimediabilmente omesse, apriamo il cestino dei viveri e ci scambiamo giornali e riviste.L’ amore infatti, come all’inizio è formato dal desiderio, così più tardi è mantenuto in vita solo dall’ansia dolorosa.Sentivo che una parte della vita di Albertine mi stava sfuggendo. L’amore, nell’ansia dolorosa come nel desiderio felice, è esigenza d’un tutto. Non nasce, non sussiste se non resta almeno una parte da conquistare. Si ama soltanto ciò che non si possiede per intero
Di solito, si detesta quel che ci è simile, e i nostri propri difetti, visti dal di fuori, ci esasperano.[…..] È l’eccessiva somiglianza a far sì che nonostante l’affetto -e tanto più, a volte, quanto più grande è l’affetto – la divisione regni nelle famiglie.
Proprio perché l’avevo visto come un uccello misterioso, poi come una grande attrice della spiaggia, desiderata, forse ottenuta, Albertine mi era parsa meravigliosa. Una volta ridotto in cattività, nella mia casa , l’uccello che una sera avevo visto avanzare a passi misteriosi lungo la diga, circondato dalla congregazione delle altre fanciulle che sembravano tanti gabbiani venuti da chissà dove, Albertine aveva perduto tutti i suoi colori, via via che gli altri perdevano ogni speranza di possesso su di lei. A poco a poco aveva perduto la sua bellezza.
E così, alla noia alquanto greve che provavo accanto a Albertine s’alternava un desiderio fremente, pieno di immagini magnifiche o di rimpianti, a seconda che si trovasse vicino a me nella mia camera, o anch’io le rendessi, nella mia memoria, la sua libertà, là sulla diga , […..] ora tolta da quel quadro, posseduta e senza grande valore, ora reimmersa in esso, assimilata agli spruzzi del mare o all’ebbrezza del sole[…..], ora restituita alla spiaggia, ora di ritorno in camera mia, in una sorta di amore anfibio.
I sogni, si sa, non sono realizzabili; ma non ne faremmo , forse, senza il desiderio, e farne è utile perché li vediamo crollare e il loro crollo risulta istruttivo.
Lo seppellirono, ma per tutta la notte prima dei funerali, nelle vetrine illuminate, i suoi libri, disposti a tre a tre, vegliarono come angeli dalle ali spiegate sembrando per colui che non era più, un simbolo di resurrezione.
I testi di supporto
Questa parte la ripeterò ogni volta perché magari qualcuno potrebbe imbattersi in questo articolo e non nei precedenti.
- Proust senza tempo di Alessandro Piperno (ACQUISTA QUI il libro)
- Saggi su Proust di Bernard de Fallois (ACQUISTA QUI il libro)
- Monsieur Proust di Cèleste Alberet (ACQUISTA QUI il libro)
- La Recherche di Proust di Giovanni Raboni (ACQUISTA QUI il libro)
- Il podcast Chez Proust di Ilaria Gaspari (ASCOLTA QUI il podcast)
- La prigioniera letto da Sandro Lombardi (ASCOLTA QUI il libro)
Proust controcorrente
Vi lascio gli articoli sulle parti precedenti che tra stanchezza e imprecisioni non saranno pezzi da critica letteraria ma sono il diario del nostro viaggio e per questo meritano di essere conservati.
- Dalla parte di Swann (LEGGI QUI l’articolo)
- All’ombra delle fanciulle in fiore (LEGGI QUI l’articolo)
- I Guermantes (LEGGI QUI l’articolo)
- Sodoma e Gomorra (LEGGI QUI l’articolo)
Sono molto grata, lo sono sempre. Leggere Proust da sola è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita certo, ma leggerlo insieme è amplificare ogni senso.
Lascia un commento