A cuore aperto
La trama
Quattro fratelli, di cui Elvira è la minore, un padre dalla personalità esuberante con un lavoro che lo porta in giro per tutta la Spagna, una madre riservata e apprensiva: il loro è un matrimonio burrascoso, segnato dalla gelosia di lui e dall'arrendevolezza e dalla malattia di lei. In questo romanzo Elvira Lindo ricostruisce la storia della sua famiglia. La vicenda prende le mosse dall'infanzia del padre, Manuel, dalla sua lotta per sfuggire alla miseria quando viene spedito nella Madrid dilaniata dalla guerra a soli nove anni. Diventerà un uomo diffidente seppur generoso, abituato a mascherare i sentimenti con l'ironia. Grazie alla sua scaltrezza Manuel trova un buon lavoro e mette su famiglia; ma vivere con lui non è facile, e la moglie, morbosamente attaccata ai figli, rimpiange di non avere realizzato le proprie aspirazioni, e spesso si sente oppressa, schiacciata da un peso sul petto che negli anni diventerà un macigno. In una narrazione che oscilla tra l'Elvira ragazzina, ingenua prima e spregiudicata poi, e quella adulta, più analitica e consapevole, "A cuore aperto" attraversa un intero paese in un periodo di grandi cambiamenti; ma soprattutto racconta una storia d'amore imperfetta, un'infanzia bruscamente interrotta e, infine, la riconciliazione di una figlia con le luci e le ombre di un padre. Elvira Lindo ha saputo trasformare in letteratura ogni lampo della sua memoria.
– Nostalgia –
A cuore aperto di Elvira Lindo (Guanda) è una storia narrata in prima persona, un memoir, un diario, una confessione.
Lo abbiamo letto per il gruppo Saghe familiari controcorrente nonostante questo libro non fosse una vera e propria saga ed è questo che ci ha spiazzato. Ci aspettavamo una storia più familiare e meno introspettiva e invece questo libro che si divora, perché è molto scorrevole, è una sorta di malinconica lettera ai genitori, ma in particolare al padre dell’autrice, o almeno, io l’ho interpretata così.
Lindo ripercorre gli anni dell’infanzia, dell’adolescenza e la terribile perdita della madre, che è stata malata da che lei lo ricordi. Lindo ripercorre decisioni, errori, sofferenze e gioie della famiglia e mescola passato e presente continuamente.
Lindo getta un ponte grazie alla scrittura che le permette di rimanere in comunicazione con i genitori che non ci sono più. E questo è l’aspetto che mi ha toccato di più.
Padre mio, padre
Vorrei accompagnarti
Ovunque tu stia andando.
E Lindo lo fa, accompagna genitori e lettori alla scoperta di una famiglia che, essendo reale, no, non è perfetta. In una sorta di flusso di coscienza si mescolano poesie, canzoni e frammenti di dialoghi.
Non volevo fare un esercizio nostalgico, non sono incline alla nostalgia, e nemmeno scrivere una specie di biografia, o un romanzo puramente sentimentale. Volevo che la scrittura fosse la continuazione naturale di un esercizio a cui mi ero dedicata fin da piccola: quello di osservare, osservare mio padre, cercare di capire un temperamento instabile, imprevedibile, che andava dalla tenerezza alla furia senza lasciarti il tempo di reagire.
Non deve essere stato facile per Lindo ripercorrere ferite aperte e scavare alla ricerca di segnali ignorando l’imperativo categorico del padre che ancora le risuonava nelle orecchie: non bisogna essere persone nostalgiche.
L’atmosfera di casa mia dipendeva dalle liti e dalle riconciliazioni dei miei. Era faticosissimo adattarsi: dopo un periodo di silenzio e di scontri profondo, d’un tratto la notte li sentivi chiacchierare animatamente nella loro stanza. Io allora li odiavo per avermi coinvolto in una guerra in cui la pace si firmava indipendentemente da me.
A cuore aperto è un viaggio nei sentimenti e non c’è una vera e propria trama. Tutto accade solo perché viene rivissuto da questa donna a tratti bambina e a tratti adolescenti. Emergono così i tratti di un padre sopra le righe che deve dimostrare di essere forte ad ogni costo, una madre schiacciata dalla malattia, una nonna anaffettiva… e sullo sfondo una Spagna che conosco così poco.
Eppure, nonostante tutti questi elementi, non sono riuscita ad entrare in sintonia con la protagonista. All’inizio sono partita molto positiva poi ho fatto un pochino di fatica nella parte finale. Mi aspettavo probabilmente una storia diversa e questa figlia non ha toccato le corde giuste.
A cuore aperto è…
Nostalgia, rimpianto, ricordo. Lindo attraverso i propri ricordi traccia anche il ritratto di una generazione ma il punto centrale di questo romanzo resta la dimensione familiare. Mi dispiace non essere riuscita ad apprezzare fino in fondo A cuore aperto, avrei preferito forse una narrazione più lineare ma il punto di forza del romanzo è probabilmente la narrazione sui generis. Quindi? Una questione di gusti.
Consigliato per chi è in cerca di una storia introspettiva, malinconica, senza una vera e propria parola fine.
Ma a volte si impiega mezza vita per riuscire a guardare se stessi con compassione.
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