Admira e Bosko
La trama
Due ragazzi, lei musulmana e lui cristiano, tengono vivo il loro amore in una Sarajevo sotto assedio. Una narrazione a quattro mani, una scrittura veloce ma densa: una Giulietta e un Romeo contemporanei, e l'eterno conflitto tra odio e amore, in una storia vera del nostro recente passato che riverbera ancora oggi sul nostro tempo presente.
– Simbolo –
Admira e Bosko di Miriam Tahri e Andrea Roccioletti (Autori riuniti) è una lettura molto particolare. Sono Romeo e Giuletta in chiave moderna. La loro è una storia di amore, morte e soprattutto è una vicenda vera, piena di ricchezza e di diversità.
Bosko e io sappiamo di essere più simili di quanto le tradizioni delle nostre diverse religioni non vogliano ammettere. Lo scambio delle nostre esperienze, ci ha aiutati a comprendere meglio le storie con cui siamo cresciuti, perché spesso come accade anche nella Storia con la S maiuscola, cambiano gli attori, ma non la trama. Sono felice di essere così vicina a un mondo che non mi toglie niente, ma aggiunge un valore alla mia persona.
Farò molta fatica a raccontarvi Admira e Bosko e non perché sia un libro difficile, anzi. Non voglio togliervi nulla, la lettura è breve tanto quanto è intensa. E’ come prendere in mano il diario di due persone e trasformarsi. In Admira e Bosko non c’è distanza: per una manciata di pagine diventiamo loro e facciamo persino fatica a distinguerli mentre scrivono: la loro è un’unica voce, quella dell’amore.
Siamo a Sarajevo e la nostra coppia è diversa dalle altre perché lei è musulmana, mentre lui cristiano. La religione li divide ma l’amore li unisce.
La loro storia comincia negli anni Ottanta ed è vista di buon occhio dalle famiglie nonostante le grandi differenze:
Anche mamma ha pregato per Bosko. Sa benissimo che è cristiano ortodosso, ma per la prima volta ho avuto una conferma indiretta di qualcosa che ho sempre creduto, e cioè che le madri siano le mandatarie dell’amore universale di Dio sulla terra.
Vogliono sposarsi, ma non subito. Voglio sposarsi da persone libere: liberi di vivere l’amore come meglio credono, senza dover scappare o nascondersi. Ovviamente la vicenda si complica quando scoppia la guerra e quando i due devono dire addio alle persone che conoscono, con cui hanno condiviso la vita. La guerra è orrore e non c’è un altro modo per raccontarla. Non possono esserci filtri o perifrasi. Perchè la guerra è assenza, è lo sguardo dei bambini rimasti orfani, l’odore dei muri che si sgretolano, l’umidità che lascia addosso la paura. Il sangue versato, il terrore e il senso di inspiegabilità sembrano cancellare l’umanità. La guerra, così lontana da noi, irrompe nelle pagine di Admira e Bosko che rimangono congelati per sempre in quella fine tremenda che si chiama morte.
La foto dei loro corpi abbracciati, senza vita, nel 1993 aveva fatto il giro del mondo, e i due autori ci restituiscono una storia che non solo vale la pena di essere raccontata ma che deve essere ricordata.
Admira e Bosko – Sarajevo 1993 è…
Un simbolo. La Bosnia è ancora una terra in tumulto così come tantissimi Paesi nel mondo. Admira e Bosko sono un simbolo perché l’amore deve vincere sulle differenze. Non possono essere morti invano.
Il libro è a metà tra un racconto e un mini mini romanzo. Le scritture di Tahri e Roccioletti si fondono alla perfezione. Ci sono parti dure da digerire, altre in cui le lacrime scappano, siamo colpiti da pugni e carezze allo stesso tempo. Fa impressione pensare che sia una storia vera (che io non conoscevo) ma ancora più impressione pensare che di Admira e Bosko è pieno il mondo.
I loro corpi sono rimasti all’aperto, abbandonati per giorni prima di essere sepolti. Sono stati recuperati solamente dopo la concessione di una tregua. E’ agghiacciante anche solo immaginare uno scenario così. Autori Riuniti ha il grande merito di aver riportato alla luce questa tragedia, ricordandoci che la derive di razzismo, nazionalismo e ignoranza sono sempre lì, dietro l’angolo.
Il libro dura un battito di ciglia, 55 pagine che scorrono velocissime ma che dalla testa non se ne andranno tanto facilmente. Il linguaggio è semplice, non c’ è alcun bisogno di stupire o inventare: il messaggio è bello così. Consigliato a tutti, anche ai ragazzini, credo che potrebbero trovare la storia interessante, coinvolgente e… soprattutto è da loro che dobbiamo partire se vogliamo costruire un mondo migliore.
Chissà se c’è un luogo dove i bambini non debbano solo sognarla, una vita normale.
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