Battling il tenebroso
La trama
Partendo dalle avventure del giovane Battling, che perderà se stesso alla ricerca dell'idea dell'amore, l'autore di questo grande classico porta alla più alta espressione i sentimenti assoluti e contrastanti appartenenti all'adolescenza di ogni tempo.
– Gioiello –
Battling il tenebroso di Alexandre Vialatte (Prehistorica editore) è un libro un po’ diverso dalla mia zona sicura.
Ho accettato di leggerlo soprattutto perché Prehistorica è una casa editrice che mi piace molto: coraggiosa, indipendente e in cerca di opere di qualità. Ho avuto la grandissima fortuna di poter leggere Battling il tenebroso con la comunità di Billy, il vizio di leggere – gruppo Facebook.
La lettura consapevole condivisa non è una novità per me, eppure ogni volta mi stupisco di quanta ricchezza riesca sempre a ricavare da questa esperienza: sempre uguale, sempre diversa.
La storia messa in scena da Vialatte è molto semplice e fa da contrasto alla ricercatezza delle parole, alla ricchezza della prosa.
Vialatte, un nome per me sconosciuto, ha pubblicato questo romanzo nel 1928.
In Battling il tenebroso sono protagonisti diversi temi: educazione, amicizia… è un romanzo di formazione che ci riporta ai tempi dell’adolescenza.
L’impressione è quella di trovarsi immersi in una fiaba con quel pizzico di malinconia che incrina i sorrisi mentre leggiamo:
Abbandona quel bicchiere mezzo vuoto, ti aspetterà sul ciliegio rosso, vieni verso di me fino alla soglia così che io ti possa vedere subito, tendimi la mano come una volta, con quei tuoi occhi ridenti e dimmi con quel tono tranquillo che non abbandonavi mai: «Indi poscia, in quei tempi, i campi di grano così fitti erano, nel buon regno di Francia…» Ti offrirò un bicchiere, vecchio Paul, e ne riparleremo di questa terra, perché è scritto nelle Scritture che, un giorno o l’altro, ci si debba rivedere.
Bastano pochissime parole per sentirsi immersi in questa atmosfera lontana, eppure così vicina. Non voglio concentrarmi sulla trama, vi basti sapere che al centro della narrazione ci sono gli amori, i dolori e le gelosie di un gruppo di adolescenti che, come tutti i ragazzi, pensano di poter rovesciare l’ordine del mondo.
Battling il tenebroso è ambientato nella provincia francese ma potrebbe parlare di qualunque altro posto perché la forza di Vialatte è proprio la sua universalità.
E tornando al tema del rovesciamento delle regole, all’inizio c’è un passaggio che vale, per me, l’intero libro: l’eterna lotta tra chi vuole rompere gli schemi e chi invece si sforza di mantenere ad ogni costo delle regole pagando un prezzo altissimo: la mediocrità.
Baladier non aveva nulla di un birbante adorabile. Era un uomo taciturno e molle, un essere banale e potente che presiedeva alla fermentazione delle nostre adolescenze come uno spaventapasseri campestre alla germinazione del grano. Quando apriva il suo ombrello sulla soglia della porta alzando verso il cielo un naso furtivo, appariva proprio come un simbolo scoraggiante della pochezza terrestre e questo solo gesto autorizzava tutte le disperazioni. Di fronte a quest’uomo senza fantasia che, con la sua stessa presenza, negava l’immaginazione, dissimulavamo le nostre ingombranti anime sotto sorrisi senza un briciolo di sincerità. Molti di noi erano spesso occupati a recitare a sé stessi un ruolo di uomini fatti che avrebbe provocato soltanto in Rétine un’incomprensione molto schietta più offensiva dell’ironia. D’altronde, non essendo completamente abbindolati dalla nostra stessa commedia, avevamo una coscienza inquieta che ci rendeva sornioni e cattivi. Ma poi in questa nostra miseria orgogliosa chi ci avrebbe mai teso una mano? I nostri maestri? Supposizione ridicola: gli adolescenti non possono fare affidamento sugli adulti. Gli adulti impinguiti dal tempo, gli adulti dall’animo volgare e dalla logica implacabile, hanno paura di tanta ricchezza e mediocrità. I nostri sguardi esigenti ispiravano loro un fastidio; le nostre bocche menzognere, disgusto. Orgogliosi e nello stesso tempo vili, solo disprezzandoli potevamo prenderli come modelli”
Giunti fino a qui avrete capito che ad avermi stregato non è stata tanto la storia ma il modo di raccontarla. L’amore di Battling per Era passa da diverse fasi e Vialatte le racconta con una modernità sconcertante.
Oh! Battling, Bisognerebbe odiarti per questa parola: miserabile Battling che adoravi Erna Schnorr nel segreto della tua strana anima… La rinnegava disperatamente con una volgarità accanita; lo si poteva scusare perché si faceva male da solo. Era nell’età crudele, piena di false idee e di orgogli fuori posto, l’età delle peggiori sofferenze, quelle che si negano a sé stessi; recitava una commedia con una serietà terribile, essendo lui stesso lo spettatore in prima fila. Uno spettatore difficile, intransigente e senza distrazioni; simile a quel bambino spartano che si lasciava divorare le viscere dalla volpe nascosta sotto la sua tunica piuttosto che farla vedere, preferiva negare il proprio amore, la sua malattia mortale piuttosto che confessare la propria disfatta, poiché davanti agli adulti non si ha il diritto a quell’età di avere dei sentimenti da uomo e davanti ai propri compagni, crudeli con gli altri perché lo sono con sé stessi, solo la vittoria salva dalle canzonature.
Battling il tenebroso è…
Un gioiello che non potete perdervi. Che cosa fa di un libro un classico? La sua contemporaneità. Vialatte parla ai lettori di oggi che non lo troveranno né datato né ostico, ma sorprendentemente attuale.
Sono contenta di aver conosciuto questo autore e sono anche molto stupita: possibile che sia così sconosciuto in Italia?
Consigliato per gli adulti che hanno voglia di perdersi in un mondo lontano, consigliassimo per i ragazzi che vivono le stesse tribolazioni di Battling, vi sentirete meno soli.
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