Blu come te
La trama
Nel cuore dell'inverno innevato, in un piccolo paese dello Yorkshire, la giovane Melanie Muncy scompare. La polizia manda a investigare il suo uomo migliore, il detective Jim Brindle: ossessivo, taciturno, solitario, nessuno è più implacabile di lui nel perseguire la verità. Anche Roddy Mace, in forze al giornale locale dopo aver sacrificato un'importante carriera da reporter a Londra, è interessato al caso, che potrebbe offrirgli un'occasione di riscatto. Ma non è semplice condurre un'indagine all'interno di una comunità estremamente riservata, dove sono in troppi a vivere esistenze nascoste. Come Steven Rutter che, solo e indigente, abita in una casa isolata da tutti, conosce la brughiera circostante come nessun altro, e protegge segreti sconvolgenti anche per lo scafato detective. Soltanto l'ostinazione di Brindle e Mace finirà per scuotere l'assetto della comunità e rivelare verità insospettabili.
– Ammaliante –
Blu come te di Benjamin Myers (Bollati Boringhieri) è un noir molto particolare e soprattutto diverso da All’orizzonte (LEGGI QUI la mia recensione). Avevo già avuto modo di apprezzare la penna di Myers in una veste rilassante, descrittiva, ammaliante. Devo dire che anche in Blu com te le descrizioni sono il punto forte ma qui la natura, assume l’aria minacciosa, ostile, pericolosa.
La vicenda è ambientata nelle Dales dello Yorkshire, dove una ragazza di quindici anni, Melanie, sparisce nel nulla. Ovviamente Melanie non si è persa: ha visto qualcosa che non doveva vedere? Rapita? Uccisa? Il mistero di Blu come te non è questo. Chi ha fatto sparire Melanie non è un segreto, ben sì lo sono tutti quei legami che uniscono personaggi lontanissimi tra loro.
Myers riesce a costruire un romanzo dalla trama imprevedibile. Ovviamente dovete prendere quello che scrivo con beneficio di inventario. Leggo romanzi di questo genere rarissimamente ma su questo sono andata a colpo sicuro: Myers mi era piaciuto e dopo Blu come te ancora di più. Quattrocento pagine che scorrono velocissime e che hanno tutte un senso.
Il nero dell’acqua screziato di argento.
Le schegge di luna sparse sulla superficie come un banco di pesci che galleggiano pancia all’aria.
Il pigro dondolio della barca e lo sciabordio sul fianco della barca. È troppo buio per distinguere alcunché ma il bagliore incandescente della sigaretta sembra splendere più del sole quando lui tira un’ultima boccata e osserva le ultime briciole di tabacco rovente cadere sul telone cerato e restarvi solo il tempo necessario a scavare minuscoli fori tra le crepe della pellicola.
Ha fumato anche il filtro. Getta il mozzicone. Non gli è rimasto niente.
Non ci sono edifici sulla riva del bacino idrico; né auto nel parcheggio. In cima alla valle svettano le turbine eoliche. La massa d’acqua non è circondata da colline – ma solo dalle sommità della brughiera che in tarda primavera è invasa da germogli d’erica non ancora viola.
Non piove.
La catena sferraglia mentre lui la solleva e ne sente il peso prima in una mano e poi nell’altra.
La lascia cadere e solleva poi un remo dalla scalmiera. Si alza in piedi. Lo getta in acqua. Aspetta di udire il tonfo e ripete l’operazione sul lato opposto della barca con il secondo remo.
Comincia così questa storia fatta di segreti, abusi e violenze. Quando Melanie sparisce i sospetti si concentrano sul padre Ray arrogante e dispotico che controlla immobili e persone del paese. Da Londra viene chiamato ad indagare il detective della Cella frigorifera Brindle. Specializzato in casi di omicidi agghiaccianti si metterà sulle tracce di Melanie imbattendosi nello sgradevole Rutter. L’uomo che vive isolato sulla montagna convive con cani, maiali e galline. Non ha un buon rapporto con l’igiene e ha più di un segreto da nascondere.
Ad accompagnare nelle indagini il detective Jim, uno strambo giornalista che sta cercando la propria strada lavorando per una testata locale, è Roddy Mace che inaspettatamente riuscirà ad entrare in sintonia con il gelido e schematico investigatore londinese.
Indagare sulla verità è molto difficile in un paese omertoso e ostile e Brindle scoprirà molto presto che i nemici si nascono ovunque.
Il neo, o il punto di forza a seconda dei punti di vista, è la totale assenza di virgole. Dovrebbe rendere la lettura più incalzante, a tratti funziona, in altri passaggi no. Ma nel complesso è un romanzo che si legge velocemente e con piacere, una distrazione piacevole.
Blu come te è…
Ammaliante. Myers riesce a trascinarci tra la neve (e mai come in questo periodo il freddo è diventato un miraggio) e a farci dimenticare pensieri, distrazioni… il lettore si concentra su Melanie e tra le birre di Mace, i riti ossessivi di Jim, gli spettacoli spinti si arriva velocemente a un finale amaro, blu come l’acqua.
Non ha bisogno di specchi per ricordarsi della sua esistenza ma specchi, maschere e ricordi vanno evitati comunque. Non portano niente di buono.
Consigliato per chi è in cerca di un libro per distrarsi, evadere ma senza rinunciare a quel pizzico di angoscia. Fino a che punto si può arrivare per nascondere la verità?
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