Cerca...
TOP

RECENSIONE: E avrai sempre una casa (Piero Malagoli)

E avrai sempre una casa - Piero Malagoli - Edizioni Spartaco
RECENSIONE: E avrai sempre una casa (Piero Malagoli)

E avrai sempre una casa

Valutazione:
three-stars
Autore:
Pubblicato da:
Data uscita:
26/09/2019

Pagine:
328
Genere:
ISBN:
9788896350782
Acquista:

La trama

Scordatevi di Tara, la piantagione di cotone della Georgia che fa da sfondo a Via col vento. Qui nell'Ozark, in Arkansas, la vita è dura, scandita dai tempi della semina e della raccolta del cotone che ti spacca la schiena e ti taglia le dita. Qui nell'Ozark, in Arkansas, se la terra non frutta, la banca si riprende la concessione e si perde tutto. Qui nell'Ozark, in Arkansas, non ci sono privilegi per Kayla McMath, quattordici anni e solo prove difficili da affrontare. Come la perdita della madre alla nascita della quartogenita Reese. E l'improvvisa morte del padre, che la lascia sola, con il fratello minore Lucas, nella malridotta tenuta agricola. In balia della natura selvaggia. In attesa che ritorni il fratello maggiore Isaac, partito con l'esercito confederato alla disperata difesa di Little Rock. Gli echi lontani della Guerra di Secessione non spezzano l'isolamento dei due ragazzi che resistono, il libro dei salmi della madre saldamente stretto in una mano, il fucile Springfield del padre nell'altra. Le esperienze al limite, la lotta per non soccombere e garantire la sopravvivenza della piccola Reese fanno crescere velocemente Lucas e soprattutto Kayla, che non cederà di fronte a nulla. Nulla.

E avrai sempre una casa - Piero Malagoli - Edizioni Spartaco

– Resistenza –

E avrai sempre una casa di Piero Malagoli (Edizioni Spartaco) è una storia dura, malinconica, violenta e commovente.

Difficile spiegare le sensazioni che mi sono rimaste addosso dopo aver finito il libro. Quando la casa editrice mi ha mandato il volume è stata una sorpresa e io le adoro. Mi piace buttarmi nelle storie senza conoscere quasi nulla, nemmeno la trama. E così quando ho cominciato E avrai sempre una casa, mi sono immersa in un’atmosfera che in parte mi ha ricordato L’educazione di Tara Westover per la caparbietà della protagonista (più avanti vi spiegherò cosa secondo me lega i due libri) e dall’altra La bambina che amava troppo i fiammiferi di Soucy (LEGGI QUI la mia recensione).

Anche qui infatti ci sono due ragazzini che rimangono orfani e che dall’oggi al domani si trovano a dover fare i conti con la vita reale e loro nella vita reale non ci sono mai entrati.

Le analogie finiscono qui, perché poi E avrai sempre una casa si sviluppa in maniera originale e inaspettata.

Siamo nell’Arkansas, in particolare sulle alture dell’Ozark dove vive la figlia McMath. Qui i giorni sono uno uguale all’altro, scanditi dal duro lavoro, dal freddo che fa venire i geloni a mani e piedi e dalle cimici che si nascondono tra le pieghe dei vestiti e della pelle.

Tutto è ruvido in E avremo sempre una casa, sono ruvidi i dialoghi dei personaggi, il letto sul quale dormono,  il paesaggio nel quale sono immersi.

Più che vere e proprie camere da letto, i loro ricoveri per la notte parevano poste per le vacche: i tramezzi non arrivavano al soffitto e lo spazio era sufficiente per due corpi coricati su brande costituite da tavolacci che sorreggevano materassi confezionati con sacchi di concime imbottiti di foglie secche e brattee di grano.

Kayla e Lucas saranno i nostri protagonisti: due ragazzi già induriti dalla vita nonostante tutto. Costretti a cavarsela da soli dopo la perdita di entrambi i genitori e dovranno fare scelte difficili. Sbaglieranno e non avranno nessuna rete di sicurezza pronta ad accoglierli.

E avrai sempre una casa - Piero Malagoli - Edizioni SpartacoKayla è un personaggio complesso, con più sfumature di quelle che sembra mostrare. Il suo fanatismo religioso (ecco il perché ho citato L’educazione, il libro in cui le credenze e le paranoie vincono sul raziocinio della scienza) fa spaventare Lucas che dopo le litanie della sorella si limita a sussurrare un più o meno convinto – a seconda dei casi – Amen.

Così sia. Kayla e Lucas accettano tutto come se fosse inevitabile: la neve che sfonda la stalla, le bestie che invadono la casa, le malattie… tutto accade perché deve accadere.

Malagoli mette in scena disgrazie, prove e difficoltà. Mostra il lato più oscuro dei suoi personaggi, noi non possiamo dimenticare che si tratta comunque di due bambini che devono far fronte al dolore, alla solitudine e a una vita fatta di fatica e sacrifici.

Nascosti su quelle colline mai visitate da nessuno, devono fare i conti non soltanto con il fatto che da quel mondo non sono mai usciti, ma che prima o poi dovranno farlo. Avranno bisogno di chiedere aiuto, e questa è una delle cose più difficili da fare.

Kayla e Lucas però non mettono mai in discussione il posto in cui vivono, nonostante tutto. Dimostrando un attaccamento alle origini che è invidiabile:

Eccola, la loro terra. Tutto quello che avevano e ciò per cui vivevano. Un pugno di acri di cui conoscevano ogni zolla, ogni cespuglio. Un piccolo frammento di mondo domestico incastonato in un’immensità aliena e selvaggia.

Una terra ingrata, spietata ma che pur sempre si può chiamare casa.


E avrai sempre una casa è…

Un libro sulla resistenza, sulla tenacia.  Ci sono molte scene che fanno soffrire e di cui non vi anticiperò nulla. Non sempre capiamo il comportamento di Kayla, anzi, io quasi mai. Eppure c’è qualcosa in lei che è degno di essere ammirato. Oltre al fanatismo religioso c’è molto di più.

Dopo la durezza dell’ambiente, delle malattie, della vita che si accanisce sui due  bambini, Malagoli ci regala un pizzico di speranza. Dopo ogni momento buio torna la luce.

three-stars

Alcune note su Piero Malagoli

Piero Malagoli

Piero Malagoli è nato nel 1964 a Modena, dove vive e lavora. Bancario, coltiva da anni la passione per l’arte contemporanea e la letteratura americana. Ha edito Controesodo in A14 con Rubbettino nel 2014. È del 2019 il romanzo E avrai sempre una casa, pubblicato da Edizioni Spartaco, selezionato tra i 12 finalisti all’ultimo Premio biennale Neri Pozza, nel 2017.

«

»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segui @lalettricecontrocorrente