Elizabeth
La trama
A quattordici anni, Elizabeth Cuttner non si fa illusioni sul mondo e su sé stessa. Il suo sguardo ipertrofico coglie con compiaciuta esattezza dettagli raccapriccianti e miserie private di chi le è prossimo – ed è una condanna senza appello. Dopo la morte dei genitori, cui forse non è del tutto estranea, viene accolta dalla famiglia paterna in un’antica dimora coloniale a Manhattan, a ridosso del porto in disarmo, dove i vecchi edifici e i simboli della città si trasfigurano in vestigia gotiche che resistono all’avanzata dei grattacieli. Qui, in un’atmosfera impregnata di erotismo balthusiano, si consumano torbide relazioni e violenze spesso solo accennate, ma non per questo meno perturbanti, come la liaison venata di sadismo tra Elizabeth e lo zio James. Discendente diretta di una genìa di streghe, fornita di un piccolo ma efficiente armamentario di specchi, gatti, rospi, serpenti e incantesimi, oltre che di un fascino ambiguo e di una sapienza ancestrale, guidata dalle apparizioni di un’antenata che le svela i segreti dell’arte magica, Elizabeth eserciterà spietatamente i suoi poteri per procedere con freddezza verso un’affermazione di sé cui nulla e nessuno potrà resistere. Romanzo anomalo e innaturale, Elizabeth ci consegna un’eroina di raggelante sensualità, una Lolita gotica, cerebrale e sarcastica, che una prosa tagliente, allucinata ma del tutto razionale, rende straordinariamente verosimile.
– Perturbante –
Elizabeth di Ken Greenhall (Adelphi edizioni ) è un breve romanzo dalle atmosfere inquietanti e a tratti disturbanti. Ho scelto di leggere questo libro leggendo le prime due righe di trama, c’è qualcosa che mi ha folgorato e no, non sono stata delusa.
Elizabeth è la protagonista, una ragazzina decisamente inquietante e chissà se posso dirlo… antipatica. Ha quattordici anni e va a letto con lo zio James. Non è innamorata, non ha sentimenti per lui, è solo una cosa che accade che in un certo senso subisce… quando Elizabeth si apre l’atmosfera assume già contorni perturbanti:
Quando la nonna spari, il vetro del grande, pregevole specchio della sua camera da letto fu trovato sul pavimento in tanti frantumi scintillanti sparsi qua e là, come i resti di un mosaico scolorito che avesse ceduto di colpo.
Avete mai pensato agli specchi? Forse sì. In bagno, magari, nella quiete della domenica sera, mentre vi dedicavate a una di quelle operazioni personali di cui non si parla mai. Magari vi stavate tagliando i peli che crescono negli umidi, oscuri recessi delle narici. Unico rumore, quello delle forbicine
Spero non vi imbarazzi se vi parlo con tanta franchezza. Tenete presente che non sono più una bambina: sono una giovane donna. Me lo dice lo specchio, e me lo dicono gli occhi degli uomini. Quando ero piccola, ho visto James, il fratello di mio padre, spostare lo sguardo dal nostro cane a me senza cambiare espressione.
Presto gli ho insegnato a guardarmi come non guardava nient’altro.
È questa l’atmosfera di Elizabeth, specchi, misteriosi incidenti navali, sparizioni e mezze verità. Quando i genitori di Elizabeth annegano in un incidente in barca, Elizabeth è costretta a trasferirsi a casa degli zii James e Katherine. È lì che vive la nonna di Elizabeth. Inutile dirlo, la casa è piena di specchi e oggetti che richiamano una vita passata che Elizabeth immagina e sente in qualche modo di aver vissuto.
Tutti abbiamo diritto ai nostri segreti. Potremo forse affrontare il mondo con un minimo di sicurezza, senza la giusta dose di conoscenza non condivisa? La conoscenza di ciò che succede tra due persone nel buio di una stanza?
Sulla scena, l’impressione di trovarsi a teatro è persistente, sei affacciano diversi personaggi, inutile dire che hanno tutti un lato oscuro…
Elizabeth è una strega, a dimostrarlo il marchio sulla coscia: il morso di un ragno diventa il segno che i poteri sono dentro di lei e ancora gli specchi in cui compare l’antenata Frances. E ancora incantesimi, gatti e serpenti (mamma mia cosa sarebbero queste storie senza gli animai?). Lentamente la tensione cresce, i colpi di scena aumentano e la penna di Greenhall ci conduce verso un finale degno dell’inizio: perfido.
Pubblicato negli anni Settanta Elizabeth è una storia gotica in cui avvenimenti paranormali e inspiegabili si susseguono mantenendo così la tensione sempre altissima. La prima parta è decisamente quella che o apprezzato di più per ritmo, contorni e personaggi.
Elizabeth è…
Perturbante. La lettura perfetta per chi vuole immergersi nelle atmosfere gotiche autunnali. Lo avrei finito in una manciata di ore ma quando sono partita per Firenze l’ho lasciato a casa e quindi ci ho messo qualche giorno.
Consigliato per chi è in cerca di una storia incalzante (perde un po’ di intensità ma la riacciuffa nel finale) oscura e irresistibile. A differenza delle atmosfere di Shirley Jackson, qui la stregoneria si può toccare e rimanere feriti.
Lascia un commento