Fiori fantasma
La trama
Judy, giovane botanica dei Kew Gardens nell’Inghilterra degli anni Venti, insofferente delle regole della società maschile in cui vive e di un fidanzamento che le sta troppo stretto, inizia a scoprire nelle piante e nei fiori dei Giardini presso cui lavora una vita e una dimensione misteriosa e quasi inattingibile che la affascinano e coinvolgono ogni giorno di più. Fiori e piante infatti non solo iniziano a sembrarle dotati di propri desideri e volontà, ma pian piano la conducono in una dimensione spirituale ed erotica separata dalla realtà, dove la ragazza sperimenta abissi mistici, abbandoni sensuali e un nuovo e potente senso di sé. In particolare è un’Orchidea a divenire il suo appassionato amante, nonostante il fratello e il fidanzato cerchino in tutti i modi di strapparla a quel mondo languido e sovrannaturale nel quale ormai trascorre, come in trance, la maggior parte del proprio tempo. Per la prima volta pubblicato in Italia, Fiori fantasma, capolavoro mistico-erotico di uno dei più originali e misconosciuti autori inglesi del primo Novecento, è il racconto unico e straordinario di un risveglio spirituale e sensuale, la vertiginosa immersione in una dimensione invisibile, eppure così vicina, dove l’individualità svanisce nel desiderio dell’annullamento di sé oltre il corpo e il tempo.
– Mistico –
Fiori fantasma di Ronald Fraser (Atlantide) è un racconto breve ma intenso. Protagonista è una donna controcorrente, soprattutto per l’epoca. Judy è una botanica che vive con tutti i sensi attivati e li mescola all’immaginazione.
Quando facciamo la conoscenza di questa ragazza, la troviamo sdraiata a terra che guarda la finestra e immagina di essere una pianta. Bizzarro ma anche incredibilmente suggestivo. Judy, testa tra le nuvole e sorriso sulle labbra, vive in casa con il fratello che non potrebbe essere più diverso. Se da una parte c’è l’immaginazione, il misticismo, la conoscenza attraverso i cinque sensi, dall’altra abbiamo la razionalità, il calcolo, la praticità. Ed è proprio a causa di questa diversità che Judy si fidanza con Roland, uno squattrinato ragazzo che rimane folgorato dalla bellezza di lei.
Nel momento in cui fratello Hubert manifesta il disappunto per la possibilità dell’unione tra i due ecco che Judy desidera realmente fidanzarsi.
Sarebbe molto interessante sapere che cosa si desidera veramente, e come si è davvero dentro di sé. Sono certa che ognuno di noi contiene in sé le possibilità più impensate. E che ci siano fuochi nel fondo, se solo qualcuno sapesse accenderli.
Judy ha una personalità complessa e non riesce ad amare Roland fino in fondo e forse neanche con costanza. Troppo concentrata a cercare di scovare i fuochi all’interno di se stessa (fuochi che il fidanzato non potrà mai accendere) si costruisce una prigione di pensieri impenetrabile. La realtà riesce a inserirsi ma solamente a tratti, non a caso riesce ad amare il fidanzato soltanto quando la bacia… i baci sono così reali.
A sconvolgere la sua vita, ma al tempo stesso anche a riempirla, è un’esperienza con un’orchidea, anzi, con l’Orchidea. E’ mattina presto, i rumori sono attutiti dal respiro delle piante, intorno solo l’odore insistente di fiori, piante, di amore. E’ lì che la vita di Judy cambierà per sempre e questa volta avrà certezza che non si tratta di fantasie.
«Una studentessa di scienze botaniche, la riconosciuta detentrice di un’intelligenza critica, innamorata di un’Orchidea!». All’improvviso rise in faccia a un impiegato che passava e lui inciampò nei suoi passi, ferito a morte.
«Come può accadere tanto facilmente»., si domandò. «Davvero, se dovessi immaginarmelo di nuovo, e se lui dovesse offrirsi di baciarmi, io devo…». Ma ciò che avrebbe dovuto fare rimase vago, perché ora stava tentando di ricostruire le sembianze di lui. Non era per niente facile, perché in questo stato di lucidità era necessario che lui assomigliasse più da vicino a un essere umano: doveva crearsi un uomo. Comunque, riuscì ad avere alcune immagini di lui – il signore selvaggio di qualche verde foresta temperata sulle pendici himalayane, delicato Rajah di un palazzo marmoreo tra la laghi e giardini pensili e boschi misteriosi. Così delicato eppure così fiero! Così forte eppure così snello; timido, eppure impetuoso.
L’esperienza porta con se le domande come: “Che cosa ho di sbagliato?” e l’inevitabile ripensamento sul fidanzamento. Dopo aver avuto un’esperienza travolgente, come è possibile tornare alla normalità? Come è possibile accontentarsi della realtà? Ma in un mondo comandato da uomini, Judy non ha molto spazio per le decisioni e soprattutto non può raccontare a chiunque cosa possa averle fatto cambiare idea.
Giudicata immatura dalle persone intorno, in realtà Judy attraverso queste “fantasticherie” come vengono chiamate dagli uomini del libro, riesce a trovare se stessa. Come in un romanzo di formazione è il contatto con fiori e petali, che la sfiorano, la inondano e la conquistano, che le restituisce la visione reale di sé.
Con delicatezza Fraser ci fa vivere un’avventura che non saremmo in grado di capire, neppure guardando Judy dal buco della serratura. Il “fiore fatale”, in questo caso un giglio bianco, scatena sentimenti ardenti e soprattutto le alza il mento e la bacia “con una sorta di audacia serafica”. Cosa avremmo visto nascosti tra la piante? Una Judy che si risveglia accorgendosi di avere ancora le labbra premute contro la serra.
Fiori fantasma è…
Un racconto mistico. Le esperienze di Judy nei giardini Kew Gardens è sì erotica, ma non nel senso che siamo abituati a pensare noi. Non ci sono scene esplicite, non vengono descritti rapporti ma le sensazioni sì e questo rende il libro oltre che accattivante, davvero sensuale.
Mi piace molto la figura di Judy, Fraser ce la mostra sotto due aspetti. La bambina che fantastica guardando la finestra ricoperta di foglie, la pazza che sente voci e discorsi e poi la giovane donna che vuole affrancarsi, perdersi e trovarsi. Come? Dando sfogo alla creatività, sì perché Judy è un’artista, un poeta…
Arrivati alla fine del libro, e ci arriverete in fretta perché sono centoquaranta pagine che scorrono velocissime, l’atmosfera pacata e da lieto fine susciterà in voi un leggero disagio.
Consigliato per chi ha voglia di leggere una storia delicata, intensa, fuori dal comune. Nessun racconto che ho letto assomiglia a quello di Fraser, quando si finisce ci si sente come Judy. Si emerge da una visione, potente, disarmante, mistica.
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