Il delitto del conte Neville
La trama
Il conte Neville, aristocratico belga decaduto, è costretto a vendere il suo magnifico castello nelle Ardenne. Prima di uscire di scena, per celebrare l'onore della famiglia, decide di organizzare una lussuosissima festa di addio. Ma nei giorni che precedono l'evento Sérieuse, la sua figlia più giovane, fugge di casa e si nasconde nella foresta. A trovarla è una misteriosa chiaroveggente e sarà costei, dopo aver avvertito il conte del ritrovamento della ragazza, a fargli una spaventosa profezia: "Durante il ricevimento, lei ucciderà un invitato." Il conte Neville, ossessionato da queste parole, dovrà trovare un modo per sfuggire al suo tragico destino. Riprendendo Oscar Wilde e la tragedia greca Amélie Nothomb gioca con la letteratura e con l'intelligenza dei lettori, fornendo come al solito una sua personale versione dei miti.
– Feroce ironia –
Il delitto del conte Neville di Amélie Nothomb (Voland) è un libro che mi ha stupito. Appena arrivata all’ultima riga non sapevo se ridere o se rimanere amareggiata. Pochissime pagine per rimanere invischiati in una storia che ricorda il teatro dell’assurdo con quel pizzico di genialità che mi ha fatto dire: “Devo assolutamente leggere altro di Nothomb”.
E’ la prima volta che mi avvicino a questa scrittrice e anche questa volta mi sono fatta guidare solo dall’istinto. Avevo voglia di cominciare un libro nuovo ma non sapevo quale, sono entrata in libreria e ho visto sullo scaffale i suoi libri scontati al 50% (perché usati), e ne ho presi due, l’ho interpretato come un segno.
La storia è quella del conte Neville che sta per dare una festa nella propria residenza: l’ultima, perché dopo secoli è costretto a cedere la proprietà, diventata troppo costosa. I titoli nobiliari stridono con la contemporaneità e il nostro protagonista vive, e come lui la sua famiglia, nell’ambiguità. Un’ambiguità nella quale i figli, , Oreste, Electre si muovono senza problemi. Discorso a parte per la figlia più piccola, Sérieuse. Una ragazzina che fino ai dodici anni è stata piena di vita, sensibile a tutto, fino a quando, improvvisamente, si è spenta. Sorrisi, risate e voglia di vivere, sono soltanto un lontano ricordo per quell’adolescente dalla testa bassa e lo sguardo spento.
In questo breve racconto, contornato da sarcasmo e feroce ironia, ogni dettaglio è stato pianificato. Sérieuse non si chiama così per caso e questo nome in un certo senso, condiziona tutto il libro.
(…) vide intrufolarsi Sérieuse con aria imbronciata. Le parlò in cuor suo:”Tutti sono felici qui, tutti si godono la festa, non hai che da esserci, ma no, a te questo non basta, devi soffrire e la tua sofferenza finisce per cancellare il resto”.
Il libro si apre con Sérieuse che è scappata di casa durante la notte, voleva solo andare nel bosco e guardare le stelle, sentire il freddo che penetra nelle ossa: dolore, amore o ammirazione che differenza può fare per una persona che non riesce a sentire più niente?
A trovarla nel bosco, una veggente pettegola. Neville si precipita a recuperare la figlia ma prima di andare via, non solo la veggente si permette di fargli una ramanzina, ma colta da un’improvvisa intuizione, gli predice il futuro.
Durante il ricevimento lei ucciderà un invitato.
Il conte si scompone sul momento ma non mette, nemmeno per un attimo, in discussione la premonizione della pettegola. E’ chiaro il riferimento al Il delitto di Lord Arthur Savile di Oscar Wilde.
Il conte, dopo aver parlato dei “sentiti” (ovvero i sentimenti) con la figlia, comincia a chiedersi chi sarà l’assassinato. Dopo aver snocciolato nomi ed ipotesi chiama l’amico per sincerarsi che ci siano dei precedenti nella storia della nobiltà belga. Insomma se qualcuno avesse già ucciso un invitato in passato, Neville potrebbe replicare senza problemi. Ma deve riflettere attentamente… pena la disgrazia per la propria famiglia. Come si potrebbe sopravvivere senza gli inviti ai party?
Il delitto del conte Neville è…
Un racconto dalla feroce ironia. Non sono ancora sicura di averlo interpretato nel giusto modo. Mi è piaciuta l’originalità di tutto il racconto e non ho voluto svelarvi i dettagli perché il libro è molto breve e la sua bellezza sta proprio nello scoprire scelte assurde e conversazioni surreali.
Il finale, come già anticipato, mi ha lasciato a bocca aperta e devo dire che mi ha strappato un sorriso… amaro. Quanto c’è di vero nel fatto che spesso accettiamo profezie che si auto – avverano senza nemmeno porci una domanda?
Quanto c’è di finzione in Sérieuse bambina che si spinge al limite massimo pur di sentire qualcosa? Il risveglio dall’apatia si può raggiungere con l’esercizio dell’arte, della cultura?
Esistono anche al giorno d’oggi i neologismi come “sentiti”?
Questo libro mi ha lasciato con un sacco di domande e un un’unica certezza: non sarà l’ultimo di Nothomb.
Consigliato per chi è stufo delle solite storie, per chi ama l’imprevidibilità, l’ironia e l’originalità. In questo racconto non c’è nulla di scontato. L’unico difetto? Secondo me, il finale è arrivato troppo in fretta.
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