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RECENSIONE: La cattiva strada (Sébastien Japrisot)

La cattiva strada - Sebastien Japrisot - Adelphi
RECENSIONE: La cattiva strada (Sébastien Japrisot)

La cattiva strada

Valutazione:
three-half-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
06/11/2018

Pagine:
220
Genere:
ISBN:
9788845980404
ASIN:
B07JLY59BL
Acquista:

La trama

Questa è la storia di un amore. Un amore indomabile, travolgente. E innanzitutto proibito. Quello che lega un ragazzo appena quattordicenne a una suora che di anni ne ha ventisei. La passione che vivono, fino in fondo e senza rimorsi, queste due giovanissime creature viene raccontata con candore e precisione, senza compiacimenti e senza moralismi, da uno scrittore che all'epoca ha solo diciott'anni. In questo romanzo dotato di una grazia quasi prodigiosa (e che inevitabilmente ci fa pensare a un altro romanzo, pressoché perfetto, opera di un adolescente: "Il diavolo in corpo" di Radiguet) percepiamo, tra Denis e suor Clotilde, una tensione erotica palpabile, bruciante: e ogni qualvolta ci sono loro due, soltanto loro due, la pagina è come illuminata. Gli altri – genitori, autorità scolastiche, gerarchie ecclesiastiche – faranno tutto quanto è in loro potere per opporsi a quell'amore. Ma non vi è migliore risposta dell'epigrafe apposta al libro dall'autore stesso: «Credi nel tuo Dio se puoi, ma credi soprattutto nella vita. Se la tua vita dimentica il tuo Dio, tieniti stretta la vita...». Non è un caso che Emmanuel Carrère abbia definito Japrisot «un grande scrittore», «uno dei più originali del suo tempo».

 -Contrasti –

La cattiva strada di Sébastien Japrisot (Adelphi Edizioni) è un libro che mi ha lasciato un po’ di dubbi. Ancora oggi faccio fatica a capire quanto mi sia piaciuto. Quando l’ho comprato avevo paura che non fosse il mio genere perché di solito le storie d’amore ostacolate, insolite e consumate con passione… mi annoiano. Ho accettato la sfida perché mi fido ciecamente di Adelphi e non sono pentita.

I protagonisti sono Denis, un ragazzo di quattordici anni  che frequenta la quarta (modello scolastico francese), e suor Clotilde, ventiseienne abituata a dare lezione di latino alle ragazze e a fare volontariato in ospedale.

La prima metà del libro è molto lenta, ci sono diversi episodi legati alla  quotidianità scolastica. I primi discorsi sul sesso e sulle ragazze, le botte, i castighi i compiti mal digeriti. Quell’anno per Denis sembrava come tanti altri ma in realtà sarà quello che gli cambierà  la vita, nel bene e nel male. Nessun cambiamento lascia indenni.

I giorni scorrono tutti uguali tra i superiori che controllano, preghiere notturne e le confessioni con i preti… fino a quando gli occhi di Denis non incontrano quelli di suor Clotilde, quello che noi oggi definiremmo colpo di fulmine.

Sembra la più classica delle storie, un amore proibito, una passione bruciante da consumare in segreto… ma in realtà bisogna tenere presente che il libro è ambientato durante le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale e soprattutto che Sébastien Japriost ha scritto questo libro negli anni Cinquanta, a soli diciotto anni. Senza questo elemento forse, il libro non avrebbe mai attirato la mia attenzione.

Le pagine scorrono e i due continuano a frequentarsi ma senza mai oltrepassare il limite, senza il coraggio di giurarsi amore, ma la passione non si può tenere imbrigliata per sempre.

Lei si  chinò sulla bocca, le sussurrò che l’amava, la baciò. Lei soffriva di aver preso gusto ai suoi baci, di esserne così avida. Ma dopo che Denis se ne fu andato si ritrovò in sottoveste, senza velo, appoggiata alla porta chiusa, si sentì ancora peggio. Non aveva mao passato, né avrebbe mai passato, un momento peggiore di quello: tutto era contro di lei, il vuoto lasciato da Denis, l’impazienza di rivederlo, la sensazione di averlo perduto, il rimorso per quello che aveva fatto, per quello che aveva detto, l’ansia di tornare al convitto, la certezza di essere dannata e di averlo dannato con lei – tutto, Dio, Denis, tutto.

Quello che mi ha colpito in La cattiva strada è stato il continuo gioco di contrasti. Denis fa l’amore con l’amata ma fino al giorno prima ignorava cosa significasse masturbarsi, Clotilde che non ha mai preso una posizione in tutta la vita, decide di rischiare tutto pur di vivere quella relazione.

La cattiva strada - Sebastien Japrisot - Adelphi

L’evoluzione dei personaggi è repentina ma al tempo stesso è oscillante. Denis continuerà ad avere fantasticherie da bambino e suor Clotilde faticherà a mantenere la propria opinione e le proprie opinioni in diverse occasioni.

La Guerra è sullo sfondo, ma inevitabilmente irrompe nella narrazione e nella quotidianità dei personaggi. E sempre a proposito di contrasti, sarà il conflitto mondiale a tendere una mano agli amanti. Diventerà quella l’occasione per vivere il sogno d’amore. Un sogno costellato da intromissioni, difficoltà e sofferenza.

Denis abituato a confessarsi, a pregare, a cercare quasi aiuto, sollievo, nella religione – d’altra parte è così che è stato cresciuto – si ritroverà spaesato. Dio è amore, quello che prova lui anche. Perché dovrebbe essere sbagliato? Perché quella Madonna di gesso dovrebbe incutergli timore o rimorso?

Il passato? Quale passato? Il suo viso non tradiva nessuna emozione, mentre dentro di sé scrollava le spalle all’idea di quel passato che non esisteva più, che non sarebbe mai esistito, giacché lei era là, con lui, in quel breve istante, in quella breve vita, perché quella era la vita, ed era la felicità, qualcosa che non aveva né inizio né fine, da percorrere fino in fondo.

Il resto come potrebbe contare?

La cattiva strada è…

Un libro fatto di contrasti e di sentimenti. Ho fatto fatica ad entrare in empatia con Denis, l’epoca è diversa dalla mia, lui è un maschio abituato a fare a botte ma è anche un ragazzo di grande maturità. Ama immensamente suor Clotilde. Lo si capisce da come la guarda, da come le accarezza i capelli… ancora una volta mi ritrovo ad amare in un libro i dettagli. La cattiva strada è un racconto fatto di dettagli, non ci sono scene esplicite di sesso, ma c’è molto di più. La madre superiora che schiaccia, sì schiaccia e non scaccia, una lacrima della giovane Clotilde,  le lustrine strappate da un uniforme tedesca, il rumore del treno, l’odore delle felci, il silenzio della chiesa e… tanti altri che scoprirete leggendolo.

La scrittura di Japrisot è scorrevolissima, se la prima parte del libro mi ha lasciato un po’ di dubbi per la lentezza e per i pochi episodi, non posso dire lo stesso della seconda parte. Dolore, amore e difficoltà si impossessano delle pagine e noi, non possiamo fare a meno di leggere e sperare che tutto finisca nel migliori dei modi. Ma quale sarebbe il migliore dei modi?

Non lasciatevi scoraggiare dalle parole “storia d’amore” perché in questo libro c’è di più. Ci sono personaggi che si affacciano sulla scena e che sanno di frustrazione, invidia, incapacità di capire, altri che sanno di amicizia, onore, rispetto. Ci sono coinvolti i genitori di Denis, che capiamo e detestiamo. La Guerra, la gente impicciona del paese, la gelosia… chi avrebbe il coraggio di definirlo parlando solo di “storia proibita”?

Consigliato per chi ha voglia di immergersi in un racconto che fa riflettere, che commuove e a volte indigna. Consigliato per chi come me, aveva voglia di scoprire Japrisot, e se ancora non vi basta… lasciatevi convincere dall’epigrafe.

Credi nel tuo Dio se puoi,
ma credi soprattutto nella vita.
Se la tua vita dimentica il tuo Dio, tieniti stretta la vita.
Se il tuo Dio ti impedisce di vivere, abbandona il tuo Dio.
La tua vita è l’unica cosa che hai
e, chiunque tu sia, il tuo Dio non è il mio.

three-half-stars

Alcune note su Sébastien Japrisot

Sébastien Japrisot 

Nato a Marsiglia nel 1931 e morto a Vichy nel 2003, Sébastien Japrisot  (pseudonimo anagrammatico diJean-Baptiste Rossi) è stato scrittore, traduttore, sceneggiatore e regista. Molti dei suoi romanzi sono stati da lui stesso adattati per il cinema: Scompartimento omicidi (Costa-Gavras 1964), Trappola per Cenerentola (Andrè Cayatte, 1965), L’estate assassina (Jean Becker, 1983), La signora dell’auto con gli occhiali e un fucile (Anatole Litvak,1970). Alla Cattiva strada, apparso nel 1950, Fu conferito nel 1966 (da una giuria in cui figuravano, tra gli altri, Sartre, Aragon e Adamov) il Prix de l’Unanimité.

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