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RECENSIONE: La Conferenza (Lydie Salvayre)

La conferenza - Lydie Salvaire - Prehistorica editore
RECENSIONE: La Conferenza (Lydie Salvayre)

La Conferenza

Valutazione:
four-stars
Autore:
Traduttore:
Pubblicato da:
Data uscita:
15/09/2023

Genere:
ISBN:
883123434X
Acquista:

La trama

"La Conferenza" ha per protagonista un narratore che parla in prima persona e, dal suo pulpito, tiene una conferenza sul tema della “scomparsa della conversazione”. Mentre ci illustra lo stato della conversazione, sempre meno praticata ai nostri giorni, spesso sconfina nella sfera privata, con digressioni di volta in volta umoristiche, sarcastiche, tenere o terribilmente malinconiche. In filigrana del resto, l’argomentazione lascia intravedere la storia d’amore con la moglie, da poco scomparsa e onnipresente nei pensieri e nelle parole del protagonista.

 – Originale –

Da oggi in tutte le librerie troverete La Conferenza di Lydie Salvayre, l’ultimo testo di Prehistorica editore. In questo periodo, chi mi segue sui social sa, ho cominciato decine di libri e ne ho portati a termine giusto un paio per colpa di stanchezza, mancanza di tempo e concentrazione. Per La Conferenza è stato diverso e non solo perché me ne sono occupata per lavoro ma perché Salvayre ha qualcosa di magnetico, la penna -crudele e divertente – non lascia scelta: devi continuare a leggere fino alla fine. Una volta arrivata all’ultima pagina avrei voluto ricominciare per cogliere ogni sfumatura del testo.

La storia è una “non storia”. Mi spiego meglio: il protagonista è stato invitato a Cintegabelle per tenere una conferenza sull’importanza, o meglio sulla scomparsa, della conversazione. La vera protagonista del libro però sarà una signora, proprio come si evince dalla copertina con i versi di Apollinaire in rilievo.

Un monologo, lungo 140 pagine, che elogia l’arte della conversazione, e anche solo questo basterebbe a far sorridere il lettore ma ovviamente l’ironia non è tutta qui. La Conferenza è divisa in tre parti.

I vantaggi della conversazione è la prima. Secondo l’oratore quest’arte è nata in Francia e purtroppo l’età degli splendori è decisamente lontana:

Da un capo all’altro del pianeta si sentono gli stessi discorsi. Poveri per partito preso. E insulti da far schifo. La conversazione è in declino.

Questo è il nostro secondo assona, quello che più ci rattrista. Viviamo sempre più spesso senza parlare. Significa forse che nessuna vita merita di essere raccontata? Viviamo senza parlare e presto vivremo senza vivere, rabbrividisco al solo pensiero.

La conferenza - Lydie Salvaire - Prehistorica editoreE qui, rabbrividisce anche il lettore. Quanta verità in un testo pubblicato in Francia nel 1998?  Da quanto tempo viviamo senza vivere? Diretta e spietata Salvayre ci inchioda a un paradosso con il sorriso sulle labbra. D’altra parte a parlare è un professore rimasto vedovo da un paio di mesi, un oratore che tra divagazioni e battute snocciola verità assolute che solo all’apparenza sembrano, appunto, paradossali.

Quando abbiamo smesso di parlare con le persone? Parecchio tempo fa e le ricadute sono sotto gli occhi del protagonista de La Conferenza, ma soprattutto sotto ai nostri.  La conversazione è (quasi) sempre filtrata da schermi. Telefoni, messaggi, video… abbiamo disimparato quest’arte? La risposta non mi piace  nemmeno un po’.

Attenzione però,  questo romanzo non è un atto accusatorio o una lezione. E infatti tra i vantaggi della conversazione c’è una lista sui generis (ma non voglio togliervi il piacere di scoprirla) così come per le condizioni ottimali che la rendono possibile, la seconda parte. La terza riguarda invece i tipi di conversazione più comune. Queste parti, tra verità assolute, regole da memorizzare, risate e qualche immagine catastrofica, sono condite dalla storia d’amore con Lucienne, scomparsa da poco.

Alcune parti sono toccanti: “Amo il futuro come amavo Lucienne. Con passione. Con terrore. Fino alla vertigine”. Altre scivolano nel grottesco come se non stessimo ascoltando un vedovo ma un uomo indifferente alla malattia della moglie.

Ancora una volta Prehistorica pubblica un testo in cui la vera protagonista è la lingua.Lo stile di Salvayre non assomiglia a quello di nessun’altra scrittrice. Raramente ho trovato un mescolarsi così ricco di colori in un solo testo. Senza colpi di scena, senza bisogno di parlare di sé stessa, Salvayre conquista il lettore e lo costringe a riflettere tra un sorriso e l’altro.

La conversazione, amici miei, è questo: la nostra incapacità di distogliere l’attenzione da noi stessi e poi, all’improvviso, le parole di un altro che ci arrivano al cuore e proseguono dentro di noi il loro magico cammino. Qual è la morale di questa storia? Mi sembra di intravederne una. E cioè che nella conversazione tacere e parlare sono una sola medesima cosa.

E la verità è che noi abbiamo smesso di capire quando è il momento di tacere da troppo tempo. La mediocrità si è impossessata di noi e di quello che amiamo (anche nei libri): le stesse storie, le stesse parole. Senza diversità, senza il bisogno di forzare i confini cosa resta? Involucri vuoti che trascorrono le giornate a guardare gli schermi.  E allora una domanda sorge spontanea, può la conversazione salvare l’umanità intera?  Per Salvayre sì.

Vi aspetto là. Per conversare. È l’unico modo di resistere.


La Conferenza è…

Originale e lo è davvero. Un viaggio di un pomeriggio che non scorderete tanto facilmente. La malattia di Lulù, l’assenza dell’amore, di parole… ci ho messo parecchio per capire dove sarebbe andata a parare l’autrice e solo dopo ho capito che non era importante provare a prevedere la storia. E forse anche questo è il segno di qualcosa che non va: ci aspettiamo sempre di poter anticipare lo scrittore e molte volte ci riusciamo. Ci siamo dimenticati, oltre alla conversazione, che la letteratura non nasce solo per  rispondere  alle nostre esigenze, ma ci porta dove vuole lei, che lo vogliamo oppure no.

Consigliato per chi è in cerca di una lettura avvincente e  imprevedibile. Ne La Conferenza si alternano momenti di commozione, preoccupazione a quelli di puro divertimento.

four-stars

Alcune note su Lydie Salvayre

Salvayre Lydie_foto credit Martine Heissat

Lydie Salvayre nasce nel 1948 a Autanville (centro-valle della Loira) da genitori spagnoli rifugiati, sfuggiti al franchismo durante la guerra civile.Studia lettere moderne all’Università di Tolosa e si laurea anche in medicina: ha esercitato la professione dello psichiatra prima di dedicarsi integralmente alla scrittura. Ha esordito nel 1990 con il romanzo La Dichiarazione, salutato dalla critica e insignito del Premio Hermès. Di lì ha pubblicato una quindicina di romanzi, che le sono valsi svariati e importanti riconoscimenti, come Il Premio Novembre, il Premio Billetdoux e il Prix Goncourt. Le sue opere sono tradotte in una ventina di lingue. In Francia è edita da illustri editori quali Le Seuil, Juillard e Verticales. In Italia, alcune sue opere sono state pubblicate da Bébert, Bollati e Boringheri, Feltrinelli, Guanda, L’Asino d’oro. Dal 2023, se ne occupa Prehistorica Editore

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1 COMMENTO

  • Fra

    Ciao, la tua recensione mi ha incuriosito. La Conferenza sembra davvero un libro particolare, “originale” come dici tu. Appena posso lo acquisterò.

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