La gente non esiste
La trama
Anna sussurra una frase: "sotto ogni cuscino c'è un Dio". Lo dice senza un motivo apparente, quasi sovrappensiero, prima di lasciare una sua amica. È una considerazione tanto vasta quanto intima. L'improvvisa consapevolezza che dietro ogni cosa ci sia una sorta di grazia, come un nucleo primigenio, nascosto e inafferrabile. Ognuno dei racconti qui raccolti sembra una tappa verso questo svelamento; i personaggi, protagonisti inconsapevoli di questa ricerca squisitamente terrena e laica. Una voce si muove tra ombrelloni e corpi distesi al sole, ne coglie il chiacchiericcio ingombrante, i movimenti ,imperscrutabili. Coinquilini di un condominio si cercano come fossero l'ultimo avamposto di un'umanità che scompare. Un uomo riceve mail da una misteriosa ragazza russa e decide di credere all'amore più finto che possa esistere. Due fratelli scoprono nella vecchiaia della madre un segreto capace di cambiare le loro vite. Significati da dare a attimi o a intere esistenze che Paolo Zardi racconta con una levità apparente per poi fare affondi che toccano il cuore e aprono la mente. La sua scrittura indaga un tempo sempre più confuso, in cui il passato stenta a resistere mentre il presente si carica di indizi paradossali, a volte raggelanti. La gente non esiste dice l'autore. Esistono gli uomini, i loro insopprimibili desideri, le speranze insondabili, le misteriose direzioni che tessono ogni vita.
– Malinconia –
La gente non esiste di Paolo Zardi (Neo edizioni) è una raccolta di racconti che mi ha spiazzato. Di Zardi ho letto Il giorno che diventammo umani (QUI trovate la mia recensione) e lo ammetto, sono partita con un pregiudizio: quello per me era, ed è, una raccolta insuperabile. Non ha molto senso mettere a paragone questi due libri, l’unica cosa che li accomuna è la forma e ovviamente l’autore. Quando ho partecipato al BookPride di Milano ho seguito l’incontro con Zardi e sì, sapevo che ne La gente non esiste, Zardi è diverso: più anziano (non me ne voglia), più desideroso di riappacificarsi con il mondo e decisamente più malinconico. Una lunghissima premessa per dire che ho apprezzato La gente non esiste ma prima ho dovuto lottare un po’ perché è stato come conoscere un autore nuovo.
La gente non esiste è composta da persone. Persone che da lontano sono la gente, da vicino siamo noi o qualcuno che conosciamo. Ci sono i desideri, le paure, i sogni di giovani, vecchi. Qualcuno è libero e qualcuno è schiavo, chi di un sentimento o di un matrimonio. In questa raccolta non c’è il male del mondo spietato e che colpisce le persone a caso. Qui siamo di fronte a un valzer: accompagniamo lentamente per mano alcune persone, camminiamo con loro e a volte le capiamo, a volte ci limitiamo a condividere un pezzo di strada, nulla di più. Spesso alla fine sorridiamo: hanno trovato la serenità.
Sono ventisette viaggi, alcuni più brevi di altri. Alla fine di ogni storia mi sono ritrovata con una gran voglia di leggere un’altra (e lì sì che ho ritrovato il mio Zardi) eppure sono tutte così diverse queste vicende che sembrano accomunate soltanto da piccole, piccolissime cose: quelle della quotidianità.
A Ombrelloni il compito di aprire la raccolta: prima una spiaggia piena di gente, poi le persone che parlano di libri, spalmano crema, sognano un’altra vita. E così pensiamo “Okay, so cosa mi aspetta da qui in poi. I racconti saranno simili”. Sbagliato. Perché Zardi mescola disperazione, umorismo, elementi sociali e ogni volta ci stupisce. Non sappiamo mai di cosa parlerà il racconto successivo.
Per esempio ne Le cyclette non vanno da nessuna parte, una figlia si vergogna da morire per il lavoro svolto dal padre che è… un editore. Stampare e scrivere libri? Migliaia di libri venduti non reggeranno mai il paragone con i milioni di telespettatori che non si perdono una puntata del Grande Fratello. E così quel papà sembra un debosciato, un uomo che combatte contro i mulini a vento. La crudeltà della figlia è una lente con la quale guardiamo la società odierna: reale.
Sulla stessa lunghezza d’onda Neolingua. Dal capolavoro di Orwell al ruolo fondamentale che svolgono i social network nella nostra vita. La neolingua immaginata dallo scrittore esiste e noi non ce ne siamo nemmeno resi conto.
La felicità non era più un diritto dei cittadini ma un dovere, perché era il comburente del consumo. I soldi, diceva, da soli non bastano: bisogna avere voglia di spenderli. Per questo motivo il ventunesimo secolo stava eliminando la possibilità di essere infelici e Facebook, che in borsa valeva più di 300 miliardi di dollari, doveva garantire questo risultato. Ecco il centro il suo ragionamento: la mancanza del tasto Non mi piace era ideologica. Il conflitto in rete stava diventando semplicemente impossibile e in vent’anni, in un tempo molto inferiore a quello immaginato dai dittatori di 1984, nessuno ti sarebbe più ricordato che un tempo si poteva anche non essere d’accordo, esprimere un dissenso.
Ho amato da morire Urano ed è forse la storia più dolorosa letta ne La gente non esiste. Matteo è stato colpito dalla meningite quando era piccolo. Da allora vive come un vegetale e un solo occhio funzionante con il quale guarda il mondo. Un mondo che sta per finire. L’Apocalisse è alle porte e sua sorella Sara lo ama incondizionatamente nonostante tutti i nonostante del caso.
Sara non era affatto dispiaciuta che tutto finisse di colpo: c’era la possibilità di presentarsi all’appuntamento con la morte in piedi, a testa alta, e con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che c’era da fare.
Un sogno mi ha commosso. La protagonista ha 39 anni un marito e un figlio di sei anni e soprattutto un cancro alle ossa che non le lascia molta speranza: morirà. Ma c’è una ma. C’è una richiesta di aiuto, c’è una possibilità. La letteratura può salvarla almeno in un altro mondo possibile?
Non era tanto la paura per la morte, sulla quale non aveva fatto ancora in tempo a farsi un’opinione, e neppure quella per il dolore, che la morfina combatteva con risultati sempre più scarsi: il centro dei suoi pensieri, quando riusciva a formularli, era il bambino che avrebbe abbandonato. Le persone che si suicidano, quelle veramente motivate, non lasciano lettere per chi rimane: nei loro piani la morte serve a spegnere il mondo per sempre. Lei, invece, ancora un legame intimo indissolubile con il futuro – aveva piani per il 2020, immaginava il diciottesimo compleanno di suo figlio, il tempo dolce della pensione… Non era pronta per morire.
E ancora L’ultimo amore di Aristotele mi ha stupito e mi ha ricordato le discussioni che avevo con le amiche all’università. Quelle amicizie tenute insieme proprio dai punti di disaccordo, le eterne discussioni fuori dalla biblioteca con la polemica portata all’eccesso e poi la gran voglia di abbracciarsi brindando con il prosecco. Zardi ci fa vivere però anche il presente di questi due amici, ora ultrasessantenni e sposati, e soprattutto ci ricorda che non si smette mai di imparare soprattutto quando si tratta di amore.
Dietro di me e lungo le pareti, la mia libreria raccoglieva in modo più o meno ordinato le centinaia di libri che avevo letto e riletto, e per un momento mi è sembrato che nessuno di loro contenesse un centesimo della verità di quell’amore.
La gente non esiste è…
Malinconia. Ci sono tanti racconti che non ho citato e che mi hanno suscitato tanta commozione perché non è una frase fatta ma la felicità è davvero nelle piccole cose. Zardi ce lo mostra in Riverbero quando osserviamo una famiglia cenare, ce lo sussurra in Le sottili pareti del cuore quando condividiamo la nostra abitazione con una coppia di sposi avanti con gli anni… e con un velo in più di malinconia anche in L’ombelico del mondo insieme a un anziano e alla sua badante e la felicità, o meglio la serenità, arriva persino durante la malattia o il lutto in Sotto ogni cuscino c’è un Dio.
La gente non esiste è un libro ricchissimo e l’ho capito soltanto dopo averci dormito su. Quando ho smesso di fare il paragone con Il giorno che diventammo umani ho scoperto un’altra bellezza. Ho visto mutare lo sguardo di Zardi, perché alla fine il cambiamento è tutto lì. Gli eventi della vita sono sempre gli stessi: talvolta crudeli, imprevedibili e forse governati dal caso. Ma questa volta la dolcezza, la malinconia, incorniciano queste storie in un altro modo e il vecchio ormai solo che scappa per strada colpito dalla demenza senile, diventa un uomo che ricorda l’amore e da esso si fa abbracciare. La donna che perde l’amica per colpa del cancro, subisce destino crudele ma trova la serenità sotto a un cuscino.
Mi sono dilungata e credo forse di non aver colto alcune sfumature, soprattutto per una questione anagrafica. La mia visione della vita è più netta, più legata alla rabbia per il male, al senso da ricercare … ma alla fine sono riuscita ad apprezzare La gente non esiste perché sono riuscita (anche con questo Zardi) a calarmi in ogni personaggio. Nonostante tutte le differenze del caso sono entrata nelle loro vite e nelle loro teste e questo dovrebbe bastare per consigliarlo senza se e senza ma.
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