La moglie di don Giovanni
La trama
Una moglie devota e irreprensibile, ammirata e rispettata – e il suo atroce segreto.
– Ribellione –
La moglie di don Giovanni di Irene Némirovsky (Adelphi) è stato il mio primo incontro con questa famosissima scrittrice. Troppe poche pagine per sbilanciarmi e per fortuna viene in aiuto il commento di finale a cura di Giorgio Pinotti , grazie a lui questo mini racconto assume un altro significato.
La moglie di don Giovanni potrebbe sembrare una storia molto classica. Una vecchia domestica Clémence scrive alla sua ex signorina. Clémence sta per morire, deve essere operata di tumore ed è certa che non le resti molto da vivere. Passa le sue giornate a ricordare, perché pensare al futuro, quando si arriva a una certa età, è sconfortante. Ora che sta per morire ha bisogno di raccontare tutto alla sua Signorina. E’ così che comincia La moglie di don Giovanni, con una lunga lettera in cui l’ex domestica racconta di un segreto terribile, di una tragedia consumatasi tra le mura domestiche.
Il tocco di Némirovsky è leggero e spietato allo stesso tempo. Capiamo la difficoltà della malata nel raccontare quanto è successo. Un segreto tenuto chiuso in un baule (letteralmente) per anni. La Signorina ora è una donna sposata, è mamma di due bambini e forse solamente adesso può capire il racconto dell’ex domestica.
Il Signore era un uomo bello, invidiato da tutte, desiderato e… sì che si lasciava andare facilmente ad avventure. La Signora era una donna bruttina, mediocre e vessata dalla madre.”Che matrimonio male assortito” pensiamo e in effetti è così. La venerazione della moglie per quel marito che le sfugge ora ci fa sorridere ma è più reale di quanto non crediamo.
Il loro rapporto, visto con gli occhi di una donna di esperienza, è come tanti altri dell’epoca. Ma la Signora non è così mite come possiamo pensare:
Quando restavano soli la sera, cosa che succedeva di rado, il Signore la guardava con un’aria annoiata e un certo sorrisetto. E lei… Molte volte, Signorina, ho pensato che se i suoi occhi fossero stati pistole, il povero Signore sarebbe morto.
E così gli sguardi, i dettagli, diventano fondamentali non tanto per capire la storia, ma per capire il carattere di quella donna che ha il desiderio e il coraggio di ribellarsi, perché sopra ai tradimenti si può anche passare:
…a una donna si può fare di tutto: tradirla, picchiarla e abbandonarla, ma se un uomo può perdonare chi lo deride, una donna – mai!
La moglie di don Giovanni è…
Ribellione. All’inizio immaginiamo che il protagonista della storia sia lui (nonostante il titolo), ma poi ci accorgiamo che la moglie è un po’ tutte le mogli. Rappresenta una volontà, una categoria di donne e non quelle che crediamo noi.
Illuminante il saggio di Pinotti che riporta le parole di Némirovsky in diverse occasioni e si lancia su un parallelismo – seppur breve – tra le varie donne create dalla sua penna. Interessante e vera la discriminante tra romanzi e racconti: nei primi ci si mette troppo di sé stessi, nei secondi si può socchiudere la porta e far intravedere qualcosa di chi scrive.
Consigliato per chi ama questa scrittrice, e so che la amano in molti, e per chi non la conosce come me, posso solo dire: Buona la prima! Némirovsky, questo non sarà il nostro ultimo incontro.
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