La proibizione
La trama
Leni è prigioniera di un misterioso potere - ereditato dalla madre, che è fuggita affidandola alle cure della zia Eleonora. L'educazione di Leni viene condotta da Eleonora all'insegna di una regola inflessibile: non devi amare, mai, non devi amare nessuno. Nemmeno te stessa. ma è possible non amare mai, non amare nessuno? Nemmeno se stessi?
– Dettagli –
La proibizione di Valentina Durante (Laurana Editore) è una storia di vittime e carnefici. E’ la famiglia che diventa prigione, violenza, perfezione inquietante e mania del controllo. Il legame tra Leni e zia Eleonora è difficile da spiegare, impossibile da comprendere. La proibizione si apre con Leni bambina, senza genitori, che vive nella casa perfetta della zia. Il giardino è talmente bello e curato da far pensare all’oscurità e quelle piante profumano di morte… ma ora sto correndo troppo.
Leni conosce solo l’amore inquietante della zia, ne La proibizione tutto viene rovesciato e Durante ci accompagna dolcemente in un mondo in cui la perversione è protagonista. Eleonora con le unghie laccate di rosso, le scollature generose, il trucco perfetto. Ha una pasticceria e quindi l’odore dei dolci accompagna discussioni e abusi (l’ennesimo contrasto della storia). Eleonora è bella e sa di esserlo, esercita il pieno controllo sulla vita della nipote che rispetto a lei si sente insignificante.
(…)Dovevo aver rispetto di quanto mi era stato dato nel corpo: niente capelli sporchi e unghie mangiucchiate, niente croste di sangue fresco o duro alle ginocchia, niente dita ad esplorare la bocca e i denti e il morbido della lingua, niente dita tra le cosce o più in su, dove c’era il buchetto, no le dita dove poteva guardare e toccare solo la zia, per capire se tutto era bene, se come le rose la carne sbocciava (“Capire come sei fatta”, aveva detto una volta). Ma specialmente avevo imparato a credere: a tutto ciò che lei diceva, quale che fosse la natura di quanto era detto e la conseguente natura del dubbio. Alla zia si crede: così come si crederebbe alla madre. La zia è madre.
Ci sono tanti modi per ferire, violare qualcuno, sicuramente l’ossessivo controllo è uno di questi e così Leni cresce isolata dal mondo in questa prigione che odora di dolci e fiori. Le cose si complicano quando la nostra protagonista rimane incinta, ovviamente non c’è spazio per gli uomini in questa prigione e così Leni, deciderà di crescere sola il figlio Daniele. Sola per modo di dire, ovviamente lo farà con la zia Eleonora. La bella pasticciera che non manca di ricordarle che oltre ad un misterioso potere, Leni ha ereditato un compito: Non amare mai. Fuggire dall’amore, anche se significa scappare, nascondersi, da quello del figlio.
Il controllo di Eleonora viene esercitato su tutti i livelli, è lei a decidere quando Leni deve smettere di allattare, è lei a scegliere persino gli hobby di Daniele. Ogni aspetto della vita di Leni e Daniele è deciso da questa figura inquietante e soffocante, l’orco delle fiabe. Come Hansel e Gretel, Daniele e Leni vivono in una casa fatta di dolci, accuditi amorevolmente da qualcuno che però sta facendo soltanto il loro male.
In casa è tutto ossessionante, come il linguaggio di Durante. Leni che prepara e disfa la valigia, Daniele e Eleonora che uccidono le farfalle per imbalsamarle, il ritratto degli insetti, le piante velenose, la paura, l’ansia e quella maledetta domanda: “Perché non se ne vanno?”.
“Alla base di tutto c’è la paura, non i fatti.”
“Ma la paura nasce dai fatti.”
“È questo l’inganno. La paura nasce dalla paura. E i fatti sono la scusa migliore che riusciamo a trovare con noi stessi.”
La riconquista della propria vita, la riaffermazione dell’identità per Leni avrà un prezzo altissimo.
La proibizione è…
Un libro pieno di dettagli. Io ho una vera e propria fissazione per espressioni e minuzie. Di ogni libro che ho letto (e che mi è piaciuto) ricordo un passaggio, una situazione, un dettaglio che può anche essere giudicato irrilevante per la storia, ma non per me. I miei ricordi sono quasi sempre associati ad odori, anzi sono odori, tranne il ricordo dell’estate a Chiavari. La sensazione del marmo sotto la pelle…la stessa che prova Leni quando in casa prolunga il piacere che le provoca il contatto con il pavimento fresco… le dita che si arricciano e cercano il sollievo. Ecco, lì ho capito la scrittura di Valentina Durante mi aveva già conquistato.
Durante tutta La proibizione, proviamo una strana sensazione. Come può uno stile così morbido, rassicurante, raccontarci un orrore così grande?
L’esordio di Durante è potente, per me indimenticabile. Consigliato per chi ha voglia di leggere una storia difficile, raccontata in maniera originale e consigliato per chi ha voglia di abbandonarsi senza chiedersi dove stia andando. Le considerazioni arriveranno, puntuali alla fine e così, troveranno senso anche le parole con le quali si apre il libro.
Posso salvare mio figlio.
Non lo farò.
Lui morirà.
Io no.
Io sarò felice.
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