Materia. La fuga degli elementi
La trama
Elena si sposta da una parte all'altra del mondo, come mossa da un destino oscuro. L'acqua sta sommergendo le città, gli animali si vanno estinguendo e tutto lascia presagire la fine della vita sul pianeta. Eppure molto ancora è rimasto sulla Terra, e gli esseri in cui Elena si imbatte hanno qualcosa da raccontare, storie che sembrano intrecciarsi al destino di lei, di Andrea e di Gabriele, le persone a cui sembra essere enigmaticamente e indissolubilmente legata. E ogni gesto, ogni avvenimento è connesso alla sorte dell'umanità e degli elementi: nei percorsi di Elena affiorano i frammenti e i ricordi che narrano agli uomini la loro ultima storia.
– Fotografia –
Materia di Jacopo La Forgia (effequ) è una favola inquietante sulla fine del mondo, sulla ricerca dell’umanità. E’ una fotografia del mondo in caduta libera, è un insieme di racconti che ci portano verso un finale inaspettato e ci mostrano una realtà che non possiamo più ignorare.
Di Jacopo La Forgia avevo già letto un racconto presente in Odi (QUI trovate la mia recensione) e Materia in un certo senso sembra composto da racconti, i capitoli potrebbero essere letti come storie a se stanti. Sono tre i personaggi principali che compongono la storia e neanche a dirlo, sono tutti strani. Andrea è una delle persone più tristi che abbia mai incontrato:
Andrea è sempre stato una persona triste. La felicità non l’ha mai provata. La tristezza l’ha sempre tenuta nascosta. Dormiva molto, parlava poco, stava per conto suo. Quando era adolescente ne aveva parlato a uno psicologo, e quello gli aveva detto che se avesse trovato “il bandolo dell’angoscia”, lo chiamò così, le cose sarebbero andate meglio.
Non ha mai trovato quel bandolo. Poi consociamo Gabriele che trascorre le sue giornate nella solitudine più totale. Un anno intero senza parlare con nessuno, senza parlare e quindi dimenticando il suono della propria voce. Che cosa fa? Pensa all’acqua nella sua forma più pura.
Gabriele passava la maggior parte del tempo a occhi chiusi, la modellava per dargli una forma che allontanasse il pericolo della vita passata.
L’acqua era astuta, non poteva perderla di vista nemmeno per un momento. Sarebbe fuggita via passando per le fessure delle finestre e lui e lui sarebbe rimasto solo nella tenebra, che lo avrebbe inghiottito come l’abisso inghiotte le balene quando vanno a morire sul fondo degli oceani.
Elena è il personaggio che unisce tutti. Elena è coraggio, incoscienza, è una macchina da guerra nel vero senso della parola ed è paradossalmente l’unica che ci sembra incarnare quel briciolo di umanità rimasta in un mondo che sta per essere sommerso. Nella vita ora dà fuoco alle fabbriche di marmo, sì avete capito bene. Incendia edifici.
Lo scenario è distopico: la guerra in corso, a cui Elena prenderà parte come soldatessa, è una guerra diversa da quelle che possiamo immaginare. A chiarircelo sono i militari, non sono battaglie a colpi di fucile…Intanto il mondo così come lo conosciamo non esiste: le persone sono diventate sempre più solitarie. I contatti umani sono ridotti al minimo… la realtà va avanti anche senza l’uomo. Ci sono ricordi di chiese, supermercati e statue e forse nessuno dei rapporti.
Dentro di me era divampata quella fiammella di misantropia che, nascosta in ogni essere umano, in alcuni rimane piccola come quella di una noce e in altri divampa e incendia tutta l’anima. E se mi capitava di svegliarmi in piena notte, di sentire la desolazione mi bastava toccare il naso freddo di Martino, accarezzarlo e tre le orecchie e sentirlo sbattere la coda sulla pietra ritmo regolare.
Elena, Andrea e Gabriele sono tre disperati uniti da un’amicizia adolescenziale. Ogni capitolo, io l’ho divorato in un giorno, aggiunge un tassello sulle vite di questi tre personaggi e sul mondo nel quale si muovono:
I risultati delle elezioni furono quelli che tutti si aspettavano. La storia è divisa in cicli, e quello era il ciclo della violenza. Questa volta, però, si decise di combattere lontano dalla civiltà. La morte l’avrebbero vista solo quelli che uccidevano e quelli che venivano uccisi.
Al di là della tirannia, della guerra, della mancanza di senso apparente nelle vite degli esseri umani, i grandi protagonisti di Materia sono i cambiamenti climatici, l’industrializzazione selvaggia e lo scarso interesse per le tematiche ambientali da parte di chi? Ovviamente degli esseri umani. I temi sono centrali e devono, dovrebbero farci riflettere. La Forgia in un originale romanzo inserisce tanti spunti di riflessione, ma quello dell’ambiente a mio avviso, rimane centrale e drammaticamente reale. La Forgia è anche un fotografo e i suoi reportage l’hanno senza dubbio ispirato. La Forgia sembra descrivere… non immaginare.
Materia La fuga degli elementi è…
Una fotografia della nostra realtà. E’ difficile inquadrare questo libro perché è qualcosa a metà tra il reportage, il romanzo distopico e i racconti. La Forgia è incalzante, non c’è stata una sola riga noiosa o inutile. Ogni parola serve a condurci verso il finale: inizio e fine, proprio come nella vita di Elena si ricongiungono. Gli animali avranno un ruolo centrale e non ci stupiremo di fronte a nulla.
La storia ci incuriosisce subito perché non capiamo chi parla, cosa sta succedendo… Effequ mi ha regalato la copia e io avevo un po’ paura che Materia fosse lontana dal mio genere. Avevo paura di non riuscire a immedesimarmi in una storia così e invece sono rimasta colpita: colpita dalla maturità di scrittura di La Forgia, colpita dagli intenti altissimi della storia.
Consigliato per chi ha voglia di una storia nuova, per chi ama i racconti e per gli amanti dei generi inclassificabili. Lasciatevi stupire. Scoprirete che la guerra, l’ambiente distrutto, gli animali sfruttati e ridicolizzati sono immagini che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno.
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