Max e Flora
La trama
A Max basta vederla, quella Rashka appena quindicenne, per rimanerne abbagliato. E dire che finora tutto filava liscio: lui e la sua bella Flora, moglie e amica, complice e amante, sono tornati a Varsavia per procurarsi della «merce» per la loro fabbrica di borsette – in realtà, carne fresca per il florido bordello che gestiscono a Buenos Aires. Appena arrivati, si sono immersi, come un tempo, nel mondo di via Krochmalna, cuore pulsante del ghetto di Varsavia, sorta di corte dei miracoli, dove, all’inizio del Novecento, aleggia ancora un buon «odore di birra, mostarda, bagel caldi e pretzel» e trafficano i loro vecchi amici, gente come Meir Panna Acida, Leah Lingualunga, Itche il Guercio e Srulke il Tonto. Ma, come recita un antico detto yiddish, «dieci nemici non possono fare a un uomo il male che può fare a se stesso». E così sarà di Max Shpindler, un’altra delle indimenticabili figure della vasta commedia umana che Singer ha saputo mettere in scena: cinico e donnaiolo, in apparenza pienamente soddisfatto di sé e della propria ricchezza, pronto a finanziare un gruppo di anarchici se questo gli consente di far soldi, Max è in realtà tormentato da dubbi, e da domande a cui non trova risposta, e da tentazioni di morte – un tumulto che proprio l’incontro con l’irresistibile Rashka porterà con prepotenza alla luce. Dopo «Keyla la Rossa» e «Il ciarlatano», un terzo, strepitoso inedito del grande scrittore polacco.
– Inquietudine –
Max e Flora di Isaac Bashevis Singer (Adelphi edizioni) è un romanzo che mi ha convinto più di Keyla la rossa (LEGGI QUI la mia recensione). Dico che mi ha convinto di più perché in Max e Flora l’attenzione è rimasta sempre altissima e ho amato tutto di questo libro.
Ancora una volta ci troviamo a Varsavia e ancora una volta siamo in compagnia di persone poco raccomandabili. Max è un protagonista insopportabile: scorretto, insicuro, famelico, impulsivo e spietato, dà la caccia a giovani vergini per farle lavorare in fabbrica, una fabbrica di borsette. Basta poco per scoprire che in realtà Max cerca ragazze da corrompere, guastare e trasformare in prostitute. Eppure Max ci viene presentato con un uomo di successo: ha una bellissima moglie con una carriera di attrice alle spalle e qualche rimpianto.
La relazione tra Max e Flora è felice almeno fino a quando non arriva, nelle loro vite, una ragazzina che cambierà, suo malgrado, tutto: Rashka. Ma questa non è soltanto una storia d’amore che rischia di finire male, no, è molto di più. Questo ritratto della malavita immortala i personaggi inquieti, spietati e insicuri che si muovono in uno scenario pieno di fango e sofferenza.
Max e Flora hanno fatto fortuna a Buenos Aires, il ritorno a Varsavia è una piccola parentesi lavorativa che si trasformerà in una tragedia a tratti ricca di comicità.
Si ricordò del detto yiddish: dieci nemici non possono fare a un uomo il male che può fare a se stesso. Aveva sempre sostenuto che qualunque problema poteva essere risolto se ci si metteva d’impegno, ma per la prima volta si trovava in un vicolo cieco.
Sono felice adesso? si chiese, come se aspettasse una risposta da se stesso. No, non era felice. Nemmeno contento
Max e Flora è…
Inquietudine. Non ho voluto raccontarvi molto della trama perché i colpi di scena ci sono e non voglio togliervi il gusto della scoperta. Tutti i personaggi sono inquieti e insicuri. Oscillano tra crudeltà e pietà, tra amore e disperazione.
Inutile dirvi che ho già Il ciarlatano pronto sulla scrivania (me l’aveva regalato il mio fidanzato tempo fa) e potrò così concludere questa trilogia. Sono molto contenta di aver scoperto Singer e sono sicura che staremo insieme ancora per molto tempo.
Consigliato per chi è in cerca di una storia potente, ammaliante, divertente e commovente. Tutto si mescola, proprio come in Keyla la rossa e a dominare sono i contrasti di questo popolo senza Dio, in cerca di Dio.
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