Nova
La trama
Del cervello umano, Davide sa quanto ha imparato all’università, e usa nel suo mestiere di neurochirurgo. Finora gli è bastato a neutralizzare i fastidiosi rumori di fondo e le modeste minacce della vita non elettrizzante che conduce nella Lucca suburbana: l’estremismo vegano di sua moglie, ad esempio, o l’inspiegabile atterraggio in giardino di un boomerang aborigeno in arrivo dal nulla. Ma in quei suoni familiari e sedati si nasconde una vibrazione più sinistra, che all’improvviso un pretesto qualsiasi – una discussione al semaforo, una bega di decibel con un vicino di casa – rischia di rendere insopportabile. È quello che tenta di far capire a Davide il suo nuovo, enigmatico maestro, Diego: a contare, e spesso a esplodere nel modo più feroce, è quanto del cervello, qualunque cosa sia, «non» si sa. O si preferisce non sapere.
– Sorpresa –
Nova di Fabio Bacà (Adelphi) è un libro che mi ha preso completamente alla sprovvista. Dopo aver letto e amato Benevolenza cosmica (LEGGI QUI la mia recensione), non dico che mi aspettassi un libro simile ma pensavo di essere riuscita a inquadrare lo stile dell’autore. E invece, anche qui, Bacà si è divertito a prendere tutti in contropiede. E questa, per chi come me cerca sempre qualcosa di nuovo, è una sensazione bellissima.
Bacà è stato anche il protagonista di un’iniziativa chiamata Exourdium, ideata da Billy il vizio di leggere – il gruppo su Facebook.
Un esordiente pubblicato da Adelphi. La domanda che mi sono fatta è stata: “Riuscirà a fare meglio di così?”. Esordire con Adelphi assomiglia molto di più a un punto di arrivo, piuttosto che a uno di partenza. E invece ecco qui che Bacà stupisce ancora. Con una storia esplosiva, cupa, feroce. Con una scrittura più matura, più densa, Bacà ci trasporta in un incubo quotidiano.
Se in Benevolenza cosmica la protagonista era la straordinarietà, in Nova, la scena è tutta della quotidianità, di una normalità deformata da qualcosa che solo all’apparenza è lontano. Cosa succede quando si affronta quello che non si conosce, quando si lasciano liberi gli istinti o quando proviamo a imbrigliarli.
La storia di Bacà, fatta eccezione per la parte iniziale, si legge con una tensione crescente. Mi è sembrato di osservare un countdown con sentimenti contrastanti: da una parte volevo andare avanti, dall’altra avevo paura che Nova mi esplodesse in mano.
Ed effettivamente Nova esplode e lo fa nella manciata di pagine finali che ho cercato di diluire nel tempo, perché volevo immaginare un finale tutto mio.
Ci ho dormito sopra. La storia di Davide aveva bisogno di essere assorbita e anche ora, a distanza di giorni non saprei dove collocare il romanzo.
E mi rendo conto, solo ora, che non vi ho ancora parlato della trama. Davide è un neurochirurgo, conduce a Lucca un’esistenza come tante altre. Vive con la moglie Barbara – che fa la logopedista – e il figlio adolescente Tommaso. La sua vita cambia quando assiste a una scena di violenza: sua moglie viene minacciata da un ubriaco in un locale e Davide non muove un dito. Da lontano osserva tutta la scena.
Davide non lo sa ancora, ma quel momento cambierà tutta la sua vita. Complementare il personaggio del misterioso Diego. Davide e Diego sono due facce della stessa medaglia? Il primo è convinto di sapere tutto sul cervello, il secondo… anche.
Due giorni dopo si ritrovarono davanti al sottopasso di San Colombano, dopo un’ora di chiacchiere sui camminamenti delle mura. Erano le nove e mezza di una serata ventosa. Diego chiese a Davide di fermarsi, incrociò le braccia e gli si parò davanti, fissandolo attentamente. A tre o quattro metri da loro c’era un ragazzo, svenuto, o ubriaco, con la schiena appoggiata al muro e la testa crollata sul petto.
«Immagina questo pezzo di strada» disse Diego «come l’equivalente di un tratto di fiume amazzonico infestato da piranha o candirù; e ora immagina te stesso, con il tuo orologio d’oro e la borsa di pelle, come un vecchio bufalo che guada lentamente il fiume, e che borsa e orologio siano le microulcerazioni della pelle da cui particelle di siero fluiscono eccitando l’olfatto delle creature attorno a te».
I lampioni macchiavano la scena di chiaroscuri. La galleria sembrava il fondale di tela e cartone di un vecchio film espressionista.
Cosa succede quando un cervello esplode? Cosa succede quando trovi il coraggio di guardare in quella crepa che fa parte di te? Succede che puoi solo aspettare, cosa? L’esplosione o l’implosione.
Quanto costa abbandonarsi alle forme primitive nelle relazioni umane? Per Diego nulla, per Davide molto. E così tra concetti di neuroscienze, racconti di fantascienza (che voglia di colmare la mia lacuna chiamata Asimov) si arriva rapidamente alla fine e a quella domanda oscura, cosa scegliere tra essere dominati e dominare la violenza? Come se non bastasse l’interrogativo viene accompagnato da una questione ancora meno sconosciuta, ma non per questo risolta: chi sono davvero le persone che amiamo?
Nova è…
Sorpresa. Pensavo che mi sarei trovata di fronte a un romanzo più leggero e invece Bacà ci ha stupiti di nuovo. Nova è carico di nozioni e interrogativi. Le frasi hanno una certa complessità e ci sono svariati termini di cui non conoscevo il significato (ed è bello incrociare vocaboli nuovi). Tutto contribuisce a farci calare in un’atmosfera ricca di contrasti: famigliare e sconosciuta allo stesso tempo.
Ma poi, una volta o due nella vita, gli capita di fare quattro passi nei boschi e a un tratto, dal sublimine della sua memoria intracellulare, affiora la risonanza spettrale di un antichissimo se stesso che corre nudo su un sentiero appena visibile in una foresta senza tempo, con un coltello di selce tra le dita. Ci sono connessioni troppo profonde per essere recise. Perché, altrimenti, un uomo che doma un cavallo, guarda un fiume o scala una parete di roccia solletica ancora certi istinti dentro di noi? Perché continuiamo a battezzare i nostri figli con nomi di eroi? Enea, Paride, Ettore, Achille, Ercole. Infondiamo nel nome una specie di subdola aspettativa legata all’etimologia o al sostrato simbolico del nome stesso: il rischio è che, se a quell’aspettativa non associamo un correttivo psichico, i nostri discendenti diretti equivochino un bel po’ di cose.
Consigliato per chi è in cerca di una storia forte, condita da un pizzico di ironia, amarezza e coraggio di spiare l’abisso. Un abisso così simile al nostro da spaventarci.
3 COMMENTI
Paolo
2 anni faHo letto il libro con curiosità, anche se non mi ha convinto del tutto: l’idea di base è ottima e molto interessante, la scrittura è molto ricercata, ma a tratti direi innaturale, e abbastanza monocorde attraverso i vari protagonisti e le varie situazioni, per cui alla fine sembra quasi che sia sempre l’autore che parla per bocca di tutti; in più, alcuni “elenchi” di cose (la lista della spesa vegana ad esempio, i riferimenti alla automobile del protagonista..) che mi sembrano tipici di questa epoca (tante canzoncine che senti in radio, se leggi i testi sono in pratica un elenco di cose o marchi famosi) ma li trovo stucchevoli e non utili al racconto; il finale poi è ambiguo e lascia intuire un seguito?..
SIMONA
2 anni faLa tua recensione coglie proprio i tratti caratteristici di questo libro ‘esplosivo’. Si comincia a leggerlo e non si riesce a smettere. Il linguaggio è ricco e ricercato e all’improvviso anche nei momenti più drammatici spunta la sua ironia caratteristica. Ci fa sorridere di noi stessi, delle nostre convinzioni e illusioni. Uno dei migliori libri letti ultimamente unitamente al suo ‘Benevolenza cosmica’ fra l’altro citato attraverso un episodio riconoscibile in un passaggio di questo nuovo romanzo.
Camilla Palandri
3 anni faLetto e mi è piaciuto molto per la trama, lo stile e le molteplici riflessioni a cui dà spunto. L’ho letto tenendo spesso il dizionario a portato di mano perché lo scrittore ama utilizzare un linguaggio scelto, ma in fondo anche a questo serve la lettura, ad arricchirci di nuove parole.
Mi ritrovo molto nella tua ottima recensione che focalizza le parti più importanti del testo.
Non avevo letto Benevolenza cosmica e quindi dopo, incuriosita, l’ho fatto, seguendo un percorso inverso, però devo dire che Nova mi ha colpito di più, l’ho trovato più avvincente , sarà anche per gli interrogativi che suscita .